Il ricco patrimonio vitivinicolo sannita conquista la platea internazionale del ‘Merano Winefestival’, la rassegna altoatesina iniziata lo scorso 10 novembre e conclusasi con il ‘Catwalk Champagne’, vetrina punto di riferimento dello Champagne in Italia, che offre la degustazione di oltre cento etichette di 40 aziende francesi tra le più famose. Il Sannio è stato grande protagonista della manifestazione che da ventisei anni si svolge a Merano, consolidatasi come una delle tappe europee più importanti per la promozione del vino, contrassegnata dalla presenza di produzioni di alta qualità in un ambiente elegante e professionale.
Ad organizzare la trasferta dei vini sanniti in Alto Adige è stato il Sannio Consorzio Tutela Vini presieduto da Libero Rillo, che ha potuto avvalersi dell’importante sostegno e della pronta collaborazione di Valisannio, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Benevento rappresentata in questa missione dal vicepresidente Aurelio Grasso e dalla responsabile di progetto Giovanna Petrillo.
Tre giornate intense vissute nello spazio ‘Casa Sannio’, allestito per il terzo anno consecutivo nel cuore di Merano. In una accogliente cornice i visitatori e gli addetti ai lavori hanno potuto apprezzare i vini delle aziende che hanno aderito alla trasferta attraverso stimolanti percorsi guidati dai ‘Sannio Wine Trainer’ della delegazione di Benevento dell’Associazione Italiana Sommelier diretta dalla delegata Mariagrazia de Luca. Un viaggio alla scoperta delle risorse di un territorio che, grazie soprattutto alle peculiarità di vini ottenuti da vitigni storici, nel corso degli ultimi anni si va ritagliando uno spazio sempre più rilevante nell’ambito dello scenario enologico nazionale. Parliamo di un successo legato alla crescita di reputazione, frutto della capacità di patrimonializzare e comunicare tutti quegli elementi che legano inscindibilmente i vini aglianico e falanghina (come tutti quelli prodotti da altri vitigni storici) al territorio sannita, al fine di renderli coerenti, autentici e distinguibili agli occhi di un consumatore sempre più attento e informato.
Questi aspetti sono emersi con forza anche durante l’appuntamento di ‘Falanghinastories’, che ha visto protagonista la Denominazione di origine ‘Falanghina del Sannio’ nell’ambito dell’agenda delle ‘Masterclass’, spazi di approfondimento dedicati alle eccellenze enologiche nazionali e internazionali. Il professore Luigi Moio (tra i più affermati enologi al mondo) e Guido Invernizzi (uno dei più seguiti protagonisti nello scenario dei degustatori italiani) hanno evidenziato le grandi potenzialità di questo vitigno storico campano, definito generoso e versatile. Generoso perché possiede un’ottima capacità produttiva, sia in termini qualitativi che quantitativi: caratteristiche emerse anche in una vendemmia – come quella da poco terminata – che si è trovata a fare i conti con diversi elementi critici legati al più ampio fenomeno delle variazioni climatiche. Versatile perché permette di dare vita a diverse categorie di vini – dal fermo alla vendemmia tardiva e al passito, ai frizzanti e spumanti – ampliando enormemente le tipologie di consumo.
Le caratteristiche dei vini ‘Falanghina del Sannio Dop’ sono state evidenziate anche nel corso di una tappa altoatesina del progetto ‘Pizza&Falanghina’, che ha visto giungere a Merano il noto pizzaiolo napoletano Gino Sorbillo, testimonial della campagna ideata dal Consorzio Sannio per promuovere l’abbinamento a tavola tra i vini della Denominazione sannita che riscuote maggiore appeal con uno dei prodotti gastronomici che maggiormente identifica la Campania, la Vera pizza napoletana riconosciuta dal disciplinare dell’Unione Europea come Specialità tradizionale garantita. Sorbillo è stato accolto come una vera e propria star nello spazio del ‘Cooking Farm’, dove è andata in scena la dimostrazione della preparazione della pizza fritta della tradizione partenopea a cui hanno partecipato oltre centocinquanta visitatori.
Sempre nello spazio del ‘Cooking Farm’, dedicato alle ricette della tradizione locale, si è esibito lo chef sannita Daniele Luongo proponendo ‘Rapanè’ (pane e rape su passata di fagiolo giallino del Fortore), un piatto saldamente ancorato alla tradizione gastronomica sannita, e lo ‘Stregottino dolce’ (fagottino fritto con ripieno di miele, castagna, cacao e mandarino, semisfera di castagna glassata al cioccolato con polline di fiori e salsa aromatizzata allo Strega). Lo chef è stato protagonista anche nella cornice della ‘Gourmet Arena’, con una preparazione che ha rivisitato la ‘Scarpella di Castelvenere’, pietanza che si caratterizza come unica presenza squisitamente sannita nella ristretta cerchia dei ventisei piatti più rinomati della cucina campana inseriti nell’Elenco nazionale dei ‘Prodotti agroalimentari tradizionali’.
Il Consorzio Sannio è stato protagonista anche nella vetrina ‘Consortium-Territorium’, nell’ambito di uno spazio campano allestito nella ‘Gourmet Arena’, ospitante quattro Consorzi di Tutela vini (oltre al Sannio c’era il Consorzio dei Vini d’Irpinia, quello Vita Salernum – Vites e il Vesuvio), otto aziende di prodotti tipici e lo spazio dell’Enoteca gestito dalla Regione Campania.