Continuità e difesa del bene comune, sono i temi che GIANFRANCO MEO propone ai cittadini in vista del voto di primavera che coinvolge, fra gli altri, il piccolo comune collinare. La sede è stata inaugurata in Corso del Carpine e tra i tanti presenti anche il sindaco uscente PELLEGRINO GAMBARDELLA che ha voluto chiarire alcuni aspetti e che “sposa” il progetto del dottor MEO, augurando a lui e alla sua lista un ampio successo . Si parla fortemente di continuità ma anche una forma di collaborazione su alcuni progetti – ha detto Gambardella – già approvati dalla consiliatura uscente, per aver un paese più moderno che si occupi della valorizzazione del territorio e dei beni comuni. Questa tornata elettorale, con scadenza naturale, arriva dopo un quinquennio burrascoso che ha visto la maggioranza uscente protagonista di vari episodi che l’hanno contraddistinta. Lacerazioni e dimissioni ci hanno portato fin qui. Dalla vicenda dell’appalto cimiteriale che ha portato alla revoca delle deleghe da parte del sindaco a SOVIERO e TRINCHESE che sono passati all’opposizione e alle dimissione dei consiglieri di minoranza CARMINE MONTANARO e ultimamente dell’avv. GIOVANNI CONTE. La discesa in campo di GIANFRANCO MEO ha dato una certa motivazione a una gran parte dell’elettorato sfiduciato. A fronteggiarsi, al momento, ci sono anche “Risveglio Civico” con il dottor LUCA SOVIERO e l’avv. ANGELO SIRIGNANO con “Visciano Storia Futura” mentre si aspetta la decisione dell’avv. Conte che deciderà entro l’anno da che parte stare. La notizia della giornata è dunque è quella che il sindaco uscente ha deciso di non ricandidarsi e appoggiare il dottor Meo che secondo alcune indiscrezioni chiamerà la lista con il nome di “Movimento Popolare”. Una lista, per quanto si apprende, faranno parte tanti giovani e alcune donne per la quota rosa come previsto dalla legge DELRIO. Ovviamente non si fanno i nomi, che sono ancora segretati, come invece ha fatto il dottor SOVIERO, anche perchè mancano ancora alcuni mesi prima del voto. Altri ritengono che i nomi non si fanno anche perche’ rischiano di essere bruciati e soprattutto per scaramanzia. Nicola Valeri