Notizia che ha creato sconcerto ma anche numerosi attestati di solidarietà nei confronti del sindaco Gianfranco Meo che ha dovuto constatare la positività al Coronavirus della figlia che avrebbe contratto il virus a Maddaloni, sede universitaria dove nei giorni scorsi è stata trovata la positività in un’altra frequentatrice. Quindi si presume che da questo soggetto sarebbero partito il contagio. Il dottor Meo comunque é risultato negativo alle analisi ma per senso di responsabilità si è messo in quarantena. Comunque la ragazza sta bene ma tutta la famiglia è appunto in quarantena. La notizia trapelata dalle solite indiscrezioni anche un po’ ingigantite hanno fatto il giro del web con post sui social non proprio veritieri. Questo dopo la notizia di ieri sulla positività del dottor SOMMESE, sindaco di Saviano e medico chirurgo al Santa Maria della Pietà di Nola che a sua volta ŕ stato trovato positivo. Ecco la comunicazione dl sindaco:
“Signori, nonostante la questione si possa configurare nella sfera del privato, dopo quindi aver consultato doverosamente l’interessata, sono autorizzato a riferire che il tampone eseguito alla dott.ssa Meo nei giorni passati è positivo al covid19. Questo fatto, tuttavia, non ha portato alcun cambiamento allo “status quo”. Infatti, essendo paucisintomatica, rimane in isolamento domiciliare fino a negativizzazione. Per la restante parte del nucleo familiare, che pur vivendo nella stessa abitazione utilizza ambienti diversificati, non c’è alcun problema. Inoltre, mi faccio portavoce di questa sorta di dispaccio per comunicare che, al momento, non risultano altri casi di positività. Aggiungo, infine, che ci troviamo di fronte all’ennesimo caso del prezzo che pagano gli operatori del settore sanitario, esposti, per negligenza, a rischi calcolabili ed evitabili. Un prezzo troppo alto, rispetto a qualsiasi altra realtà. Parliamo di quelle stesse persone che, forse con eccessiva enfasi, chiamiamo eroi ma in fondo vorrebbero fare solo il loro dovere, con zelo ed abnegazione. Non vorrei, allora, che sia il senso di colpa di chi dovrebbe garantire uno straccio di sicurezza negli ambienti di lavoro, e non lo fa con la stessa abnegazione, a fomentare l’epica dell’eroismo. Nessuno di noi che agisca, con scienza e coscienza, ogni giorno nell’interesse della collettività, vorrebbe la targhetta da eroi. Ognuno di noi chiede semplicemente sicurezza”