Il 2020, l’anno in cui è accaduto tutto quello che pensavamo non sarebbe mai successo, ma anche l’anno che ci ha aperto gli occhi sulla crisi ecologica provocata dalle nostre azioni, volge al termine. Il WWF prova a tirare una linea attraverso una carrellata di avvenimenti che hanno messo in evidenza in modo drammatico come gli ecosistemi del nostro Pianeta siano, ormai, al limite e come questo influisca in modo diretto sulla nostra salute, sulla nostra sicurezza e sulle nostre vite.
Il cambiamento climatico ci costringe ad affrontare catastrofi sempre più frequenti. Il commercio di animali selvatici collegato con le malattie zoonotiche, la deforestazione che sta portando al collasso inarrestabile (tipping point letteralmente ‘punto di non ritorno’) sistemi vitali per il pianeta come la foresta amazzonica o gli incendi che hanno cancellato milioni e milioni di ettari di territorio australiano, portando il koala e altre specie più vicine all’estinzione.
Se c’è una lezione che dobbiamo imparare dal 2020 è che la nostra salute dipende dalla salute della natura. Niente su questo pianeta ci è indifferente: la crisi climatica, la scomparsa delle foreste, la distruzione degli ecosistemi, l’estinzione di specie e habitat, i nostri consumi e la produzione insostenibile di cibo hanno un effetto boomerang sulle nostre vite.
Non c’è più tempo per discussioni infinite su impegni che non si trasformano mai in fatti; non c’è più tempo per politiche attendiste o sbagliate; non abbiamo più tempo per costruire un futuro sostenibile in cui ricostruire la natura che abbiamo perso. Se vogliamo difendere la nostra salute e la nostra sicurezza non dobbiamo più parlare al futuro ma al presente rispetto alle grandi sfide ambientali. Ogni decisione, ogni scelta, ogni investimento deve contribuire immediatamente alla conversione ecologica di cui abbiamo bisogno per proteggere la nostra salute e il nostro futuro.
Ogni piccolo gesto può contribuire a peggiorare o a migliorare la situazione attuale , è di queste ore la notizia che molti cittadini singoli o in comitati, negozianti e in alcuni casi anche Enti Comunali promuovono o addirittura si stanno organizzando per festeggiare l’arrivo del nuovo anno con un lanci di palloncini bianchi o colorati, in segno di omaggio alle vittime del COVID;
Iniziativa questa, dannosa quanto la cattiva abitudine di utilizzare i cosi detti “ Botti di capodanno”, alla stessa stregua i palloncini come i botti creano un incalcolabile danno agli animali e all’ambiente in particolare all’avifauna e a tutto l’ecosistema marino;
i palloncini, come altri oggetti in plastica, invadono i nostri ecosistemi vengono ingeriti da pesci, uccelli marini, balene, delfini e tartarughe marine, provocandone molto spesso la morte per soffocamento;
Per questo motivo ci uniamo anche noi all’appello del Ministro Sergio Costa e chiediamo a tutti di NON liberare in cielo i palloncini colorati, scrive il Ministro dell’Ambiente : ” ….. fate attenzione, ogni nostro comportamento, ogni nostra azione ha degli effetti sul nostro pianeta. Sta girando una catena sui social che invita i cittadini a lanciare in aria palloncini colorati, per quanto possa sembrare un’iniziativa bella e lodevole, vi chiedo di NON farlo. I palloncini, una volta in aria, scompaiono dalla nostra vista, il gioco finisce ma quei palloncini non si dissolvono nel nulla, continuano a volare, poi scendono e finiscono nell’ambiente o nei mari diventando una trappola di morte per molti animali. Stessa cosa per i fuochi di artificio, oltre a essere vietati in molte città, sono un’enorme fonte d’inquinamento e possono terrorizzare tanti animali, sia in aria che in terra. Rendiamoci conto che non esistiamo solo noi umani in questo pianeta e dobbiamo avere rispetto per tutti.