Venerdì 6 Gennaio alle ore 10 in Piazza Castello a Zungoli la “Mostra Cinegustologica itinerante” sarà il primo appuntamento della seconda giornata del Festival della Cinegustologia, che si apre giovedì 5 Gennaio alle 18 nel Palazzo Scola di Trevico. La seconda giornata del Festival si svolgerà integralmente a Zungoli, il comune irpino premiato con l’inserimento nel circuito dei Borghi più belli d’Italia.
Il primo appuntamento è la Mostra, organizzata in collaborazione con Slow Food e Coldiretti, con le migliori aziende produttrici irpine che esporranno i loro prodotti (oli, miele, formaggi, vino e salumi) all’interno delle case antiche e delle grotte presenti sul territorio, con un percorso degustativo itinerante che partirà da Piazza Castello e raggiungerà il Convento di San Francesco. Alle 10.30 sempre da Piazza Castello partirà il programma di visite guidate (tutte integralmente gratuite) alla scoperta delle Grotte bizantine di tufo con degustazione del caciocavallo podolico e dell’olio Ravece. Alle 11.30 appuntamento al Regio Tratturo per una delle passeggiate più antiche ed affascinanti del Mezzogiorno attraverso una delle ‘regine’ delle vie italiane: il tratturo Pescasseroli-Candela, che con i suoi 211 km è il terzo tratturo italiano per lunghezza ed unisce l’Abruzzo alla Puglia, passando per Molise e Campania, dove, dopo un breve tratto nel Sannio, attraversa cinque comuni irpini: Ariano Irpino, Casalbore, Montecalvo Irpino, Villanova del Battista e Zungoli.
La pausa pranzo nelle ‘cucine aperte’ con le storiche cuoche della Baronia che apriranno le proprie dimore nel cuore del centro storico di Zungoli. Il programma del pomeriggio si aprirà alle 16.30 nella Chiesa di San Nicola con i Laboratori del gusto del Festival della Cinegustologia curati da Slow Food. A Zungoli sarà di scena il processo di lavorazione di uno dei prodotti più antichi e rappresentativi d’Irpinia: il torrone caldo.
Alle 17.30 il Festival della Cinegustologia si sposterà nel Convento di San Francesco dove il Sindaco di Zungoli, Paolo Caruso, il presidente della Comunità Montana dell’Ufita, Carmine Famiglietti e l’inventore della Cinegustologia, Marco Lombardi, apriranno la conferenza dedicata al tema “Enogastronomia, territorio e sostenibilità: prospettive e idee progettuali per la Baronia”. Al tavolo della discussione ci saranno insieme con esperti e studiosi del settore, il presidente della Provincia di Avellino, Domenico Gambacorta, il Presidente di Slow Food Campania, Giuseppe Orefice, il direttore della Coldiretti Campania, Salvatore Loffreda, il Sindaco di Pollica, Stefano Pisani, il Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Rosetta D’Amelio e il deputato Luigi Famiglietti.
Dalle 20 sempre nel Convento di San Francesco una delle serate più suggestive del Festival che sarà aperta dal regalo ai bambini presenti delle calze della Befana Cinegustologica (miele, mustaccioli ,dolciumi, frutta biologica, torrone e cioccolato tra le sorprese presenti nella calza). Poi la Cinegustologia diventerà anche itinerante con Street Food “Made in Irpinia” dislocato in cinque postazioni degustative dedicate ai cinque decenni del cinema di Ettore Scola. Anni ’60 amari e crudi con straccetti di carne podolica su punte di cicorie crude all’olio di Ravece perché, come spiega Marco Lombardi, “il cinema di Scola degli anni ‘60 fotografa l’Italia in maniera cruda (“La congiuntura”) e amarissima (“Il commissario Pepe”), sottolineandone le storture e le ingiustizie in maniera più documentaristica che politicamente attiva” ; Anni ’70 acidi e duri con pizza di granturco con ortaggi sott’aceto perché se si pensa a “Trevico-Torino”, “C’eravamo tanto amati”, “Brutti sporchi e cattivi”, “Signori e signore buonanotte” o a “I nuovi mostri” lo sguardo di Scola sugli abbruttimenti umani, fra miserie e corruzioni, è diventato duro e l’amarezza ha lasciato posto all’acidità, il cui fastidio fisico è anche il presupposto per una “scossa”, cioè per la voglia di cambiare le cose; Anni ’80 dolceamari e morbidi con cicatielli con broccoli e salsiccia perché in quegli anni Ettore Scola guarda il mondo in maniera più equilibrata, trovando il dolce in mezzo all’amaro e sentendo il morbido degli affetti familiari, anche se contrastati (“Maccheroni”, “La famiglia”, “Che ora è?”) ; anni ’90 e primo decennio del 2000 dolceamari e croccanti con scacchiatiello con cime di rapa, salsiccia e pancetta arrostita perché per Scola la vita e l’Italia sono sempre a tinte dolci e amare, ma l’ironia data dagli anni della piena maturità conferisce ironia allo sguardo, cioè una leggera croccantezza (“Mario Maria e Mario”, “La cena”) anche quando si affrontano i drammi della storia (“Concorrenza sleale”). Cinema, cibo ma anche musica con il sottofondo della musica della tradizione meridionale con i Dadamakà.