Con quattro mensilità arretrate e la promessa di cominciare a pagarne qualcuno, i lavoratori dell’ASIDEP addetti alla depurazione industriale e civile nelle aree ASI Avellino (socio unico di ASIDEP e del fallito CGS) si sono visti recapitare la comunicazione del Tribunale Fallimentare che retrocede, non si sa come, i lavoratori nella fallita CGS con conseguente licenziamento dei lavoratori. La comunicazione è anche una discolpa per i commissari sottolineando che loro avrebbero dato la massima disponibilità all’ASI per trovare una soluzione condivisibile per il prosieguo di un così importante servizio pubblico, ma l’ASI no è stata in grado ad oggi di pianificare una soluzione ponte per garantire il servizio e tutti i livelli occupazionali.
I commissari non sentono più ragioni per cui hanno avviato l’iter che entro la metà di novembre dovrebbe arrivare a conclusioni con l’incombente minaccia di licenziamento.
Se il progetto dell’ASI è quello di privatizzare il servizio e far licenziare i lavoratori troverà una barriera, l’hanno dichiarato a voce alta i segretari provinciali di categoria Altieri UILM , Morsa FIOM e Zaolino FISMIC che già nel mese scorso avevano presentato con l’appoggio di tutti i lavoratori una denuncia dettagliata alla Procura di Avellino.
Intanto da parte di ASI nessun commento e nessuna opposizione al documento che, tra l’altro è stato sottoscritto dai legali rappresentanti di ASIDEP, i liquidatori Chieffo e Covino.
In questi anni, ASI e le sue partecipate hanno perso cause e comportato costi elevati di risarcimenti per illeciti licenziamenti, evidentemente è più semplice affidare incarichi a legali e consulenze professionali piuttosto che impegnarsi a risolvere le vertenze e pianificare e incrementare lo sviluppo economico e industriale dell’Irpinia.
I lavoratori scendono di nuovo e definitivamente sul sentiero di guerra, domani giovedì 26 ottobre saranno sotto la sede dell’ASI insieme ai segretari provinciali per chiedere innanzitutto chiedono ad horas il pagamento delle spettanze arretrate e annunciano nuove denunce alla Procura e alla Corte dei Conti.