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La campagna nazionale di Radio Uno e del Giornale radio Rai1 “Come un’onda” approda ad Avellino, in nome della sensibilizzazione e della prevenzione, per contrastare la violenza sulle donne; una campagna fortemente sostenuta e accolta dalla Dirigente dell’AT di Avellino, Fiorella Pagliuca, che, ai microfoni della trasmissione radiofonica pomeridiana “Il pomeriggio di Radio 1” si mostra entusiasta della giornata di approfondimento, di dibattito, per poter affrontare direttamente con le nuove generazioni il tema della violenza sulle donne, che è percepito come attuale e necessario e si innesta, a buon diritto, nei percorsi scolastici di cittadinanza, di autoconsapevolezza, finalizzati all’ “autoregolazione delle proprie emozioni, dei propri sentimenti”. “I ragazzi” -sostiene sempre Pagliuca- “desiderano fortemente che a scuola trovi cittadinanza questo tipo di approccio a temi attuali, che la società ancora purtroppo fa registrare”. Così nell’auditorium dell’Istituto “Guido Dorso”, nella mattinata di ieri, 28 febbraio 2025, sono state accolte alcune Scuole della città, tra le quali anche la nostra Istituzione Educativa, da anni in prima linea sulla tematica. Il Rettore Dirigente Scolastico, Prof. Attilio Lieto, ha accolto con grande convinzione, un mese fa, l’invito della dott.ssa Pagliuca e di Elena Paba, giornalista di Radio Uno, organizzatrice, coordinatrice e creatrice della campagna su e giù per l’Italia, a far partecipare attivamente gli alunni dell’Istituzione alla giornata, che ha tenuto incollati 300 ragazzi, molti collegati anche da remoto, e che è stata trasmessa in diretta nazionale.
La partecipazione del Convitto Nazionale di Avellino alla campagna non è stata estemporanea, ma il frutto di un percorso più che decennale della Scuola, che ha visto, da sempre, impegnati alunni, docenti e educatori nella riflessione, nell’approfondimento di una tematica che emerge come un’ urgenza sociale, in nome della quale, nel corso degli anni, sono stati attivati seminari interattivi, laboratori, incontri con esperti, assemblee tematiche sul tema, così come costante negli anni è stata la collaborazione con la casa rifugio “Antonella Russo”.
Il Convitto Nazionale ha partecipato all’evento con varie espressioni artistiche, con la recitazione, con il canto, con la lettura di brani e citazioni, per lasciare il segno nei presenti, per ‘pungolarli’ e per stimolare la loro attenzione, per poter passare da una lettura superficiale dei fatti di cronaca nera alla volontà di lavorare per diventare uomini e donne libere dalla violenza. In nome di questo si sono intrecciate le voci di due alunni, Armando Santoriello e Maria Luisa Bonomo, sapientemente diretti dall’educatore Antonio Palladino, che, sulle note di “Shallow”, una canzone che grida contro la superficialità, hanno cantato il bisogno di scendere giù in profondità e di stare quanto più distanti dalla superficie delle cose, sigillando con un abbraccio, schietto e sincero, e il dono di un mazzo di fiori la loro performance, perché, in fondo, il recupero dell’umanità perduta sta negli atti gentili e autentici, nella “pedagogia dell’amore”, che deve essere l’incipit della Scuola moderna.
La performance teatrale è nata dalla collaborazione strettissima tra la Prof.ssa Cinzia Favorito e le sue alunne, della classe IV A del Liceo Classico, che hanno voluto dare vita a un climax di voci di donne di ogni tempo. Così Raffaella De Vita ha indossato i panni di Francesca da Rimini, cantata dal Sommo Poeta nei versi più belli e memorabili dell’intera Commedia, dunque non la peccatrice, ma una giovane donna, in abito candido, raggirata e condotta all’altare con l’inganno, che esplode, come eroina illuministica o romantica, andando a incarnare la vittima di intrighi e di violenza, in nome della libertà e dell’amore oltre la vita. I versi di Dante, finalmente fuori dalle aule scolastiche, hanno raggiunto gli astanti, per parlare del presente, per far emergere la verità sull’ uccisione cruenta della donna, allora, come oggi, frutto dell’ azione di un uomo, di un marito, che considera la moglie un oggetto di sua proprietà.
Sabrina De Luca ha vestito i panni di Marisa Leo, la “signora del vino siciliano”, uccisa dal suo compagno, nonostante avesse vissuto sempre seguendo il motto Keep hunting for life vibrations! , «Continuate a cercare le vibrazioni della vita!», un ossimoro, ora che la donna non è più, un tempo piena di passione civile, impegnata da sempre nella guerra alla violenza di genere, e, alla fine, vittima della stessa, a causa di un uomo che ha annientato letteralmente il suo progetto rivoluzionario.
Rosso, giallo, blu, rosa sono i colori dipinti sulla tela che Giulia Del Gaudio ha voluto tra le mani, un volto di donna che ha sull’occhio un fiore e sull’altro il segno del dolore, per impersonare i sogni di Giulia Cecchettin, infranti per sempre da chi ha voluto cancellare il suo sorriso gentile, per la mancata accettazione della fine di un legame sentimentale: rosso il colore dei fiocchi appesi al cancello nell’attesa, vana, del suo ritorno, rosso il colore del sangue delle rocce su cui venne gettata in un nero sacco del male.
Ha chiuso il canovaccio una quarta voce di donna, Alessia Salvati, che rappresenta se stessa, una figlia, una nipote, una studentessa, come tante donne della sua età e della sua epoca, che, con la sua voce ferma e sicura, sprona la platea a pretendere un mondo migliore nella difesa attiva della dignità della donna, senza adeguamenti e senza sottomissioni di sorta. Nel 2025 non si ha più il tempo di sperare in un mondo migliore, dobbiamo pretenderlo, deve essere il nostro diritto, la nostra, nuova, normalità!
E, tutte insieme, davanti a un drappo di seta candido sporcato di rivoli di sangue, al ritmo dei versi di William Jean Bertozzo, autore di un bell’ adattamento del Don Chisciotte di Cervantes, hanno fatto alzare in piedi i presenti davanti alla Donna, dimostrando che il ‘gioco di squadra’ ripaga sempre!