Vogliono vendere pezzi pregiati del patrimonio cittadino senza senza tener conto delle importanti modificazioni che interverranno sullo sviluppo del territorio urbano. Non svendiamo il patrimonio della città, serve un piano post covid a partire dalla revisione degli atti di programmazione (Api) che sono attualmente in scadenza. Solo individuando un nuovo disegno della città che preveda spazi per la socialità, nuova mobilità, riorganizzazione dei servizi pubblici si eviterà una città desertificata e un patrimonio edilizio privato svalutato definitivamente.
“Ci opponiamo ad ogni svendita del territorio comunale – dice Picariello, consigliere comunale M5s Avellino – . Nuove necessità impongono la rimodulazione dello strumento urbanistico (che ricordiamo non è ancora adeguato al piano territoriale di coordinamento), utilizzando gli strumenti attuativi in maniera coerente con le mutate esigenze determinata dalla crisi Covid: le ripercussioni dello smart working, la riorganizzazione dei trasporti, la riorganizzazione delle scuole, il trasferimento di porzioni di lavoratori dalla città ai comuni di residenza. Tutto questo richiede una rimodulazione degli strumenti urbanistici.
Appare del tutto contraddittorio, rispetto alle intenzioni manifestate dall’assessore Buondonno, la volontà di deliberare provvedimenti preordinati ad una svendita della città.
Sembra strano che invece di procedere con provvedimenti che prendano atto delle mutate situazioni sociali, economiche, demografiche e finanche di tipo sanitario in città, si proceda a confermare vecchi schemi di sviluppo che probabilmente preludono alla svendita del patrimonio cittadino”.