“ I dati anche nella nostra provincia ci dicono di non abbassare la guardia contro i fenomeni del bullismo e cyber bullismo soprattutto all’interno degli istituti scolastici di ogni ordine e grado.”. A sostenerlo il dott. Salvatore Pignataro Presidente regionale dell’Associazione Italiana Criminologi per l’investigazione e la Sicurezza, componente della sezione scienze investigative dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi esocio dell’Associazione Italiana Consulenti Intelligence e Secutity. Nell’ambito della settimana dedicata alla prevenzione del fenomeno del bullismo cosi come concepito anche dalla Legge regionale 22 maggio 2017, n. 11. nel rispetto del dettato costituzionale e con il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche e private del territorio, promuove le iniziative destinate: a) ai soggetti coinvolti in atti di bullismo tradizionale e di cyberbullismonella posizione di vittime, di autori e di spettatori; b) alle persone che ne sono riferimento in ambito familiare e scolastico; c) agli ambienti nei quali si sviluppa la maturazione dei fenomeni per prevenirli e contrastarli. C’è da considerare, dunque, che per termine “bullismo” si intendono i comportamenti e gli atti offensivi o aggressivi che un individuo o un gruppo di persone compiono ripetutamente ai danni di una o più vittime, per umiliarle, marginalizzarle, dileggiarle o ridicolizzarle per ragioni di lingua, etnia, religione, orientamento sessuale, aspetto fisico, disabilità ed altre condizioni personali e sociali della vittima. Mentre con il con il termine “cyberbullismo” si intende ogni comportamento previsto dal bullismo effettuato tramite web o strumenti informatici e telematici. “ Oltre agli strumenti giuridici – spiega Salvatore Pignataro– c’è bisogno che i genitori abbiamo un comportamento confidenziale con i figli al fine di monitorare ad esempio a scuola o quando sono fuori da casa eventuali episodi anomali che si sono verificati. Oltre a questo, sarebbe opportuno, soprattutto nei giovanissimi, monitorare anche la comunicazione dei propri figli sui social e quella effettuata con gli strumenti informatici. C’è bisogno di ascoltare e chiede ai propri figli, se in classe, fuori dalla scuola e quando si è con i propri amici, succedono eventuali episodi spiacevoli o reiterati. Da qui occorre rilevare il problema e parlarne in famiglia, con la scuola ed eventualmente con gli esperti per inquadrare il problema che ha aspetti diversi e multidisciplinari. Insomma l’imperativo è sempre quello di prevenire e non trascurare prima che sia troppo tardi. Siamo disponibili con avvocati specializzati ma anche con psicologi ed altre professionalità che ho nel direttivo regionale, a collaborare sia con anti pubblici e privati ma anche con quei cittadini che intendono affrontare il problema attraverso iniziative di prevenzione”.