AVELLINO. Dopo che Cgil Cisl e Uil nazionali hanno lanciato la mobilitazione di lavoratrici e lavoratori, di pensionati e pensionati in tutta Italia per una settimana di rivendicazioni e iniziative a sostegno delle richieste da inserire nella manovra economica del Governo. Dal 9 al 18 dicembre anche in Campania e in Irpinia avremo specifiche iniziative territoriali e di categoria. Gli esecutivi unitari regionali hanno anche espresso un giudizio politico di merito sui limiti del confronto mai partito con la Regione Campania: ad oggi, dopo la presentazione a luglio della piattaforma unitaria, manca ancora un reale confronto e una presa in carico delle questioni che abbiamo sollevato con la piattaforma unitaria, non possiamo ancora sopportare che ogni discussione si fermi alle enunciazioni e agli auspici.
Responsabilmente, Cgil, Cisl e Uil di fronte ad una piattaforma regionale di lungo respiro, che offre proposte per affrontare i principali nodi e criticità della nostra regione, hanno condiviso un percorso di confronto immediato e concreto su sanità, Zes, fondo sulla non autosufficienza, sul Lavoro. Ma ad oggi siamo alle enunciazioni, per le aree interne è chiaro che siamo già in campagna elettorale.
Il timore di tutti noi è che in considerazione della devastazione socio economica che persiste in provincia, le modalità su cui sembra avviata la campagna elettorale, non favorirà un confronto, vero, con le parti sociali e non quindi porterà ad un minimo di intese sui temi proposti.
Abbiamo vertenze enormi, ed importanti per il territorio che non trovano sbocchi dalla Novolegno, l’indotto Whirlpool, le preoccupazioni per Fca, al lentissimo avvio della Iia, per non parlare delle incertezze sul sistema delle Public Utilities e aziende di servizi pubblici (Alto calore, Irpiniambiente, Sidigas, AsiDep), per non citare tutte le altre crisi industriali, e non solo, ancora aperte, che se non gestite adeguatamente non lasciano intravedere sbocchi positivi. Il ruolo della Regione Campania non può limitarsi solo alla politica delle audizioni in commissione, pur importanti, ma senza effettivi e concreti risultati. La mancata gestione della formazione e riqualificazione di tante e tanti espulsi dal lavoro in questi anni rimasti senza reddito, ammortizzatori sociali e speranza di essere rialzati per il mancato rispetto di accordi.