AVELLINO. Domani sera, alle 19, al Godot Art Bistrot di via Mazas ad Avellino Gennaro Avallone, ricercatore in Sociologia dell’ambiente e del territorio all’Università di Salerno e membro di Flacso-España, presenta il suo ultimo libro «Sfruttamento e resistenze. Migrazioni e agricoltura in Europa, Italia, Piana del Sele» (2017, Ombre Corte, 136 pp.). Intervengono Adele Galdo e Assunta Visconti della Fattoria sociale «Isca delle donne» e Seedia Marong, ospite dello Sprar di Petruro Irpino. Modera Giulia D’Argenio.
A seguire, aperitivo con piatti della Cucina naturale preparati da Carmen Elisabetta Caiafaaccompagnati dal Fiano Isca Docg vegano e solidale della Fattoria Sociale «Isca delle donne».
«Sfruttamento e resistenze. Migrazioni e agricoltura in Europa, Italia, Piana del Sele» parla di lavoro e fatica, di vite alla ricerca di un futuro migliore: di vite e lavoro di persone che producono ciò che mangiamo. I processi di produzione del cibo sono sempre più nascosti da pubblicità, brand, marchi, racconti, che fanno dimenticare a che prezzo e dentro quali rapporti sociali i beni agricoli diventano disponibili.
La ricerca di Avallone mette al centro, invece, proprio il lavoro vivo nei campi, negli allevamenti, sotto le serre, guardando ai migranti, sempre più protagonisti a livello mondiale dell’industria agricola capitalistica, e a un insieme di territori, quelli del Sud Europa, del Mezzogiorno e dell’enclave della Piana del Sele, nella provincia di Salerno.
È il lavoro, con le sue caratteristiche e modalità di svolgimento, a costituire il punto di vista privilegiato di questa ricerca: il mondo dell’agricoltura viene osservato dal lato del lavoro vivo, concentrandosi sui rapporti sociali di produzione vigenti prima che tutto venga assorbito dal marketing e subordinato ai superprofitti delle grandi imprese internazionali e multinazionali finanziarizzate.
Per questo motivo, Avallone si è avvalso soprattutto di interviste e colloqui con una molteplicità di lavoratrici e lavoratori, condividendo con loro ore e ore di vita quotidiana. È con questa densità – la densità della vita, dei progetti connessi alle migrazioni e dei rapporti di produzione fondati sullo sfruttamento – che ha cercato di entrare in comunicazione, per restituire un quadro delle relazioni di potere che governano l’agricoltura capitalistica e delle strategie che i lavoratori mettono in atto per non farsi sopraffare e proteggere sé stessi, rivendicando diritti e dignità.