Si è tenuta questa mattina, nella sala consiliare del comune di Avellino, la conferenza stampa di presentazione del progetto “Non vedo, non sento, non parlo”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, promosso dalla cooperativa sociale La Goccia di Avellino in qualità di soggetto capofila, nel bando Ricucire i Sogni – Iniziativa a favore dei minori vittime di maltrattamento.
Gli interventi dei referenti, degli enti, delle istituzioni presenti, che si sono detti pronti ad una collaborazione per creare una rete integrata sul territorio e fornire risposte concrete e qualificate al fenomeno dei maltrattamenti e degli abusi sui minori:
Rosario Giovanni Pepe, presidente della cooperativa sociale La Goccia di Avellino: “La nostra ambizione, attraverso questo progetto e quello che facciamo ormai da anni nella nostra provincia, è dare una risposta che non può assolutamente essere parziale, replicando ciò in tutte le province campane. Il nostro compito è coniugare gli interessi dei lavoratori con i bisogni delle persone fragili, un connubio non facile da portare avanti, ma ci impegniamo ogni giorno affinché i nostri sforzi siano utili a rendere stabili i servizi e fruibili a quante più persone possibili. Accogliere un bambino devastato è molto difficile e ci siamo interrogati su come fare, poi abbiamo incontrato diversi professionisti sulla nostra strada e siamo qui oggi grazie a loro, perché abbiamo fatto esperienza mettendoci al fianco delle persone”.
Antonella Tomasetta, referente progetto: “Vogliamo dare risposta a un bisogno ancora molto sconosciuto, poiché avviene soprattutto tra le mura domestiche. I dati a disposizione non sono definitivi, ma l’ultima indagine nazionale ci dice che sono circa 400mila i bambini e i ragazzi presi in carico dai servizi sociali e, di questi, 77mila sono vittime di maltrattamenti. Percentuali destinate a salire se consideriamo che nel campione di indagine non ci sono alcune grandi città italiane come Napoli e Venezia. Oltre ai danni subìti dai ragazzi, il maltrattamento comporta grandi spese per la presa in carico nelle comunità, che è solo l’evento finale del trauma. Per questo è importante l’azione di prevenzione che abbiamo inserito nelle prime fasi del nostro progetto con la collaborazione di medici di base, pediatri, scuole, Asl, Forze dell’ordine e tutti gli operatori che lavorano nel sociale. Attraverso la sensibilizzazione al tema, la formazione e le azioni programmate, intendiamo offrire un servizio specialistico che accompagni il minore in tutte le fasi del suo percorso di fuoriuscita dal trauma”.
Giusi Pamela Valcalcer, Psicoterapeuta equipe specialistica EMDR Avellino: “Mi occupavo già da tempo dei minori provenienti dai centri antiviolenza di Mercogliano e Avellino e notavo che, nonostante i benefici provenienti dall’approccio terapeutico, apparivano bloccati ad un certo punto. L’approccio psicoterapico che utilizziamo con i minori presi in carico dalle nostre equipe per il trattamento è l’EMDR (Eyes Movement Desentitization Reprocessing), capace di intervenire oltre che sui Traumi con la T maiuscola come guerre, epidemie, anche sui traumi con la t minuscola, i traumi relazionali, derivanti da esperienze relazionali precoci disfunzionali. L’EMDR riesce a riattivare, attraverso movimenti oculari o stimolazioni alternate destra- sinistra, il processo di autoguarigione del cervello che si interrompe a causa dell’esperienza traumatica. Il ricordo traumatico viene elaborato attraverso immagini e sensazioni legate al trauma, le quali non saranno più disturbanti.
Maria Teresa Cipriano, dirigente scolastica IPSEOA “Manlio Rossi-Doria” di Avellino, una delle scuole partner di progetto, nelle quali è stato istituito, grazie a “Non vedo, non sento, non parlo”, lo spazio d’ascolto rivolto a studenti, docenti e genitori: “Gli studenti, soprattutto dopo la pandemia, hanno ancora più bisogno di recuperare la dimensione sentimentale, anche nei confronti della famiglia. Il supporto psicologico diventa veramente essenziale e il nostro auspicio è che possa continuare negli anni. Bisogna dare continuità ad azioni importanti come queste”.
Valentina Di Grazia, Programme coordinator Save the Children Italia: “Ciò di cui ci occupiamo è la promozione di una cultura della tutela. Pensiamo a quanto un abuso possa influire nei contesti di crescita dei bambini, qualsiasi contesto, purtroppo anche la famiglia, rappresenta un rischio di cui si parla poco. Come partner di questo progetto faremo un lavoro che tende a mettere in sicurezza azioni, programmi e attività diretti a bambini e adolescenti, attorno ai quali bisogna creare un cordone protettivo, oltre ad un ambiente in cui il personale sia formato e in grado di riconoscere abusi e maltrattamenti e sa quali comportamenti mettere in atto. Safeguarding significa responsabilità di tutela, approccio etico, laddove anche noi possiamo mettere in atto erroneamente comportamenti scorretti. E ci pone in ottica preventiva per capire cosa si può fare per minimizzare i rischi nei luoghi di crescita del bambino. Lavoreremo sulla policy, ovvero sulla creazione di procedure per capire come prendere in carico il minore, anche attraverso un’azione di sensibilizzazione”.
Gianluca Festa, sindaco del Comune di Avellino, Ambito sociale A04: “Il non vedere, il non sentire e il non parlare ha reso complice la società di questi crimini. Per fortuna, con il tempo, è stata abbattuta la barriera del silenzio e grazie all’azione delle forze dell’ordine, delle istituzioni, degli operatori come quelli di questo progetto che in maniera pionieristica in passato hanno cominciato anche contro ogni luogo comune, è stato avviato un percorso anche contro un sistema che tendeva quasi a nascondere la gravità del fenomeno. In molti nuclei familiari venivano e vengono perpetrati crimini su bambini e ragazzi e oggi abbiamo un dovere morale nei confronti dei nostri minori, perché sono i minori non solo di una famiglia ma della nostra comunità. La sinergia di questa mattina sicuramente non sarà la soluzione al cento per cento, ma aver compreso quello che vivono i nostri minori ci mette già sulla strada giusta per intervenire e farlo con competenza”.
Elena Pagano, assessore alle Politiche sociali del comune di Mercogliano, Ambito sociale A02: “Sono orgogliosa di essere a questa presentazione con persone sensibili e sempre molto attente a queste tematiche. Già il titolo del progetto risulta molto forte e, da mamma e da donna, dico che bisogna lottare contro questi fenomeni e sostenere questi progetti. Parlarne, affrontarli serve davvero tanto, la sinergia serve tanto”.
Bianca Della Valle, Dirigente Divisione Anticrimine Questura di Avellino: “Le forze dell’ordine non riescono spesso a captare quei piccoli segnali prima che si verifichino eventi più gravi. Grazie alla rete di enti e associazioni sul territorio, invece, si riesce a portare a galla determinati fenomeni. Noi siamo e saremo presenti sempre e diamo la nostra collaborazione”.
Luigi Bramati, Comandante Provinciale dei Carabinieri: “Riconosco un altissimo valore morale al progetto. Abbiamo capito come a problemi complessi non si possono dare soluzioni semplici. Problemi multidisciplinari richiedono soluzioni multidisciplinari, quindi cerchiamo di lavorare su questa consapevolezza, attraverso uno scambio continuo di lezioni per cercare di migliorarci, aggiornarci, aggiornare le nostre infrastrutture. Cominciando dal mettere i bambini e le bambine a loro agio anche nelle nostre strutture, avendo un approccio diverso, più delicato, verso i bambini che subiscono maltrattamenti. La nostra collaborazione è sempre massima, per la completa cura e cicatrizzazione del fenomeno.
Carmen Guarino, Psicoterapeuta U.O.C. Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza ASL Avellino: “Anche noi terapeuti talvolta siamo traumatizzati a seguito dell’emergere dei traumi dei bambini. Per questo bisogna essere preparati professionalmente e, anche in questo caso, il progetto è pionieristico per l’utilizzo dell’approccio EMDR nel servizio specialistico offerto da persone formate e qualificate”.
Francesco Melillo, presidente Provinciale Confcooperative Avellino: “Voglio complimentarmi con la cooperativa La Goccia per aver affrontato un tema così delicato. Ogni bambino e ogni bambina hanno il diritto di essere tenuti al sicuro, lontani da guerre, sfruttamento e crudeltà, che violano la loro salute mentale e fisica. Da questo progetto capiamo che bisogna parlarne di più e mettere in piedi strumenti per prevenire, affrontare e curare. Le cooperative svolgono il loro ruolo tra tante difficoltà, e per farlo hanno bisogno di supporto, anche economico. C’è bisogno di una pubblica amministrazione sempre più efficiente e più empatica verso i cittadini”.