L’unico modello in cui ci riconosciamo è quello di una società aperta, solidale, libera e responsabile. Non abbiamo sempre condiviso le misure che sono state prese per contenere Covid 19, ma riteniamo che la tutela della salute dei cittadini debba essere una priorità assoluta. Abbiamo rispettato e onorato il personale sanitario, i volontari, gli operatori di protezione civile e tutti quelli che hanno affrontato l’emergenza in prima linea. Abbiamo pianto i tanti morti e ci siamo sentiti molto vicini ad una comunità della nostra provincia, quella di Ariano Irpino, particolarmente colpita da questa tragedia.
L’Italia, la Campania, l’Irpinia devono però ripartire per offrire ancora una prospettiva, una speranza. In questa fase delicata le istituzioni devono essere esempio di serietà e fermezza: le regole, anche quelle che non condividiamo del tutto, devono essere rispettate da tutti affinché non si ritorni nell’incubo dei mesi scorsi.
Quanto accaduto in un sabato sera di follia sta rimbalzando tra gli organi d’informazione di tutta Italia offrendo un’immagine distorta della città e della comunità irpina. Avellino non è la curva di uno stadio, i suoi cittadini non sono ultrà che offendono gli abitanti di un altro capoluogo campano, il suo sindaco non dovrebbe essere un capo tifoso armato di tamburelli, triccabballacche e scetavajasse. E’ inconcepibile che, mentre durante il giorno cittadini e pubblici esercenti siano tenuti ad un rispetto rigoroso delle regole pena multe salatissime, di notte la città diventi una zona franca. I giovani non vanno demonizzati, siamo d’accordo. I ragazzi vanno consigliati e responsabilizzati e quanto accaduto è andato esattamente nella direzione opposta.
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