
È finita con un arresto in flagranza l’ennesima tentata truffa ai danni di un’anziana, sventata grazie alla prontezza della badante, alla lucidità del figlio e al tempestivo intervento della Polizia di Stato. I fatti si sono verificati ad Avellino, dove due uomini originari di Casalnuovo di Napoli sono stati fermati dalla Squadra Mobile con l’accusa di tentata truffa aggravata.
Tutto è iniziato con una telefonata allarmante: un sedicente “maresciallo dei Carabinieri” ha contattato la vittima, sostenendo che il nipote avesse provocato un grave incidente stradale. Per evitare l’arresto del ragazzo, l’interlocutore ha chiesto alla donna il pagamento immediato di 11.500 euro, fingendo si trattasse di una multa imposta dal Tribunale. L’anziana, comprensibilmente scossa, ha seguito le indicazioni dell’uomo senza riattaccare il telefono, mentre la badante – insospettita – ha allertato il figlio della signora.
Il figlio ha subito chiamato il 112 e, restando in contatto con la badante, ha fornito aggiornamenti in tempo reale agli agenti. La Squadra Mobile è così intervenuta immediatamente, predisponendo un servizio di osservazione nei pressi dell’abitazione. Pochi minuti dopo, un giovane con tuta e cappellino ha citofonato alla porta, spacciandosi per un incaricato del Tribunale. I poliziotti lo hanno seguito e fermato all’interno dell’appartamento, mentre un secondo soggetto, complice e in attesa in auto poco distante, è stato bloccato da un’altra pattuglia.
La truffa, dunque, è stata sventata prima che la vittima consegnasse il denaro. Gli arrestati sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza su disposizione del magistrato di turno, in attesa del processo per direttissima.
Nel corso dell’udienza, il GIP del Tribunale di Avellino ha convalidato l’arresto, disponendo per uno dei fermati gli arresti domiciliari e per l’altro l’obbligo di firma. Entrambi sono stati inoltre colpiti dal foglio di via obbligatorio dal territorio comunale di Avellino per quattro anni.
Resta ferma la presunzione di innocenza, fino a giudizio definitivo, ma il caso dimostra ancora una volta quanto sia fondamentale l’attenzione dei familiari e la collaborazione tempestiva con le forze dell’ordine per contrastare le truffe ai danni delle fasce più vulnerabili.