BAIANO. All’ ”Incontro” conversazione del Presidente del Tar della Puglia, Angelo Scafuri.

BAIANO. All’ ”Incontro”  conversazione  del Presidente del Tar della Puglia, Angelo Scafuri.

 di Gianni Amodeo

Articolato ed incisivo dibattito con gli interventi degli avvocati Mario Colucci, Mario Foglia e Raimondo Nocerino, dell’imprenditore Adolfo De Dennaro e di Sabato de Laurentiis, gia’ amministratore dell’ente di corso Garibaldi. Le “massime” lette da Alessandra Scafuri

BAIANO. All’ ”Incontro”  conversazione  del Presidente del Tar della Puglia, Angelo Scafuri.

Configurano da sempre uno dei tanti e variegati campi di condizionamento e d’azione, in cui le mafie esercitano il loro “ruolo”, mirato sull’accumulo di profitti e ricchezze nelle modalità più disparate, il cui fulcro è incentrato in assoluto sulla corruttela e sulla violenza. Sono gli appalti, le concessioni e le autorizzazioni, i cui procedimenti d’istruttoria, di aggiudicazione e rilascio – per competenze funzionali e responsabilità di legge- sono in capo alle articolazioni della pubblica amministrazione, attraverso le quali si dispiega la presenza dello Stato nei contesti territoriali, nelle Autonomie locali e negli ambiti del cosiddetto paraStato, includendo il sistema delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliere, delle Università e via di questo passo.

BAIANO. All’ ”Incontro”  conversazione  del Presidente del Tar della Puglia, Angelo Scafuri.E’ il “campo” del malaffare, che, negando il valore dello Stato, spesso occupa spazi nel circuito mediatico della cronaca quotidiana, di piccolo, medio ed alto cabotaggio; “campo”, i cui nuclei tematici sono stati focalizzati, in una prospettiva di carattere divulgativo con linearità ed efficacia di linguaggio – concedendo poco o nulla al gergo tecnico della materia- dal dottor Angelo Scafuri , presidente del Tribunale amministrativo regionale della Puglia, nella conversazionerelazione svoltasi nei locali del Circolo socio-culturale “ L’Incontro ”; un appuntamento, per analizzare la funzione della giurisdizione amministrativa nel contrasto all’ economia illegale generata dalle mafie, facendo seguito alla precedente conversazione, calibrata sul ruolo specifico e “speciale” della giurisdizione amministrativa, regolatrice dei rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini. Una distinzione di ruolo, rispetto alle giurisdizioni ordinarie di connotazione “ civile ” e di connotazione “penale”, l’una regolatrice delle controversie tra cittadini, l’altra espressione delle norme imperative con cui lo Stato svolge la funzione repressiva dei reati che alterano e violano la tenuta della civile convivenza e l’osservanza delle leggi, che ne sono il presidio.

BAIANO. All’ ”Incontro”  conversazione  del Presidente del Tar della Puglia, Angelo Scafuri.Dato risalto alla discrezionalità, quale principio operativo, a cui le molteplici articolazioni della pubblica amministrazione si ispirano e conformano nell’esercizio delle loro funzioni, facendo leva per le scelte che si adottano su quelle che sono ritenute ragioni d’opportunità e rapportandosi a criteri considerati d’interesse generale, il presidente Scafuri evidenziava che l’intervento della giurisdizione amministrativa non si esercita sulle scelte in sé e per sé, mentre è praticabile il sindacato sulle motivazioni delle scelte adottate e rese esecutive. E’ il sindacato amministrativo praticabile, secondo le specifiche competenze, nell’ambito proprio del rapporto tra pubblica amministrazione cittadini.

LA LEGGE ANTI-CORRUZIONE E LA PREVENZIONE CONTRO LE MAFIE. IL RUOLO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 

BAIANO. All’ ”Incontro”  conversazione  del Presidente del Tar della Puglia, Angelo Scafuri.Dai prospetti della discrezionalità il raggio d’analisi era puntato sulla complessità della cosiddetta contrattualistica pubblica, che polarizza le risorse della fiscalità generale, oltre che programmi comunitari europei, per l’affidamento degli appalti sia delle opere pubbliche che dei servizi, con i corposi addentellati del rilascio delle autorizzazioni e delle concessioni. E’ una materia “vasta”, con i fianchi scoperti alla corruzione, suscitatrice d’interessi economici forti ed appetitosi, aperta alle calcolate “operazioni” delle mafie, quali strutture dell’ economia criminale, che comprime quella legale e del libero mercato; economia criminale, che in vari contesti del territorio nazionale è venuto assumendo connotati sistemici. Una materia, per la quale il recente varo della legislazione anticorruzione rappresenta importanti e decisivi passi in avanti, con un impianto normativo ch’è certamente adeguato alla realtà per il carattere stringente delle disposizioni – spiegava il presidente Scafuri – fermo restando che tutto è migliorabile. Le pene incrementate in ordine al reato del falso in bilancio, al reato della corruzione per induzione, al reato della corruzione in atti giudiziari e al reato del peculato sono fattori significativi d’intervento, per affermare i valori della legalità e della trasparenza, aggiungeva Scafuri.

Considerata l’importanza dell’intervento repressivo che la legislazione affida alla giurisdizione penale per la confisca dei beni alle mafie, in relazione con le varie fattispecie di reato, il magistrato marcava il ruolo che può essere esercitato dalla giurisdizione amministrativa sul piano della prevenzione nel contrastare le mafie nell’ambito della contrattualistica pubblica. Un percorso che la legislazione anti-corruzione e lo stesso Codice antimafia rende praticabile, neutralizzando alla radice le “ragioni” dell’interesse e del lucro facile, con cui si alimentano in simbiosi le mafie e la corruzione negli ambiti sia della pubblica amministrazione che in quello del potere politico. E su questo piano è certamente rilevante l’istituzione della Banca dati nazionale unica, identificativa delle imprese, alle quali sono riconosciuti i requisiti previsti dalle normative per la partecipazione alle procedure che rientrano nella contrattualistica pubblica. Uno scenario complicato e delicato nello stesso tempo, in cui si connettono esigenze di ordine pubblico e le garanzie a tutela della libera concorrenza nell’alveo della legge. E sul rilevante piano della prevenzione, un vasto raggio di azione spetta alla funzione esercitata dai prefetti per i controlli di legalità. E resta chiaro- sottolineava Scafuri– che l’efficacia della prevenzione è in diretta correlazione con la capacità d’intervento esecutiva di tutti i settori della pubblica amministrazione. Come per dire che se lo Stato è servito bene da quanti formano il suo apparato, il degrado della corruzione che alimenta le mafie si annulla e depotenzia.

  “MASSIME” E DIBATTITO

A seguire il filo della conversazione del presidente Scafuri, c’erano le “massime”, riferite agli argomenti trattati, lette da Alessandra, la giovanissima figlia del magistrato, laureanda in Giurisprudenza; “massime”, desunte dall’opera collettanea, in due volumi, sulla legge dell’anti-corruzione; opera, che contiene testi di magistrati e esperti di diritto, tra cui Raffaele Cantone, Franco Roberti e lo stesso Angelo Scafuri.

Articolati e interessanti i contenuti del dibattito, che si sviluppava sui temi sotto i riflettori e proposti per sommi capi. L’avvocato Mario Colucci  marcava il legame tra mafia, intesa come modalità “culturale” e comportamentale, quale scenario di contesto e propedeutico ai fenomeni corruttivi, e le mafie, proiezione della criminalità organizzata; l’avvocato Mario Foglia, dirigente del Ministero delle Finanze, con specifiche competenze nell’ambito della legislazione comunitaria europea, evidenziava le carenze di formazione e di competenze di larga parte degli apparati burocratici, soprattutto negli Enti locali; carenze che sono condizionanti e penalizzanti per la trasparenza delle procedure, determinando “zone grigie”. L’avvocato Raimondo Nocerino  indicava nello stringente e compiuto prospetto delle fattispecie, a cui vanno applicate le disposizioni della legislazione anti-corruzione, il percorso da praticare per il contrasto alle mafie nell’ambito della contrattualistica pubblica; percorso, che va al di là dei dati sociologici, per porre sulla “ cartina di tornasole ” le situazioni di fatto reali.

Adolfo De Gennaro, imprenditore, dava rilievo alle difficoltà che incontrano le imprese ad operare nelle realtà locali, mentre Sabato De Laurentiis, da amministratore comunale di lungo corso, ancorava le sue riflessioni sui criteri non sempre trasparenti con cui si eseguono le procedure di aggiudicazione di pubblici appalti nei piccoli Comuni; procedure formalmente corrette “sulla carta”, ma non nella sostanza.