Merita una sequenza di flash-back, il luglio, che, a Baiano, si é “congedato”, consegnando… all’archivio i bilanci, decisamente lusinghieri, sia di Vesuni in festa– Saperi e sapori, alla tredicesima edizione, sia del Festival canoro, al quarto anno consecutivo, sia della prima edizione di Musica in piazza Francesco Napolitano. La kermesse del 4-5-6, ideata, promossa ed organizzata dall’associazione di volontariato ” Per Bacco“, in sinergia con l’associazione di promozione sociale “Le brigantesse“, ha compiuto l’atteso salto di qualità, potenziando ed articolando al meglio la tradizionale rassegna enogastronomica con oltre cento banchi e “gazebi” per le degustazioni, dislocati nella parte “alta” ed in quella “bassa” del quartiere, che condensa larga parte della storia della comunità cittadina. Un’interessante e gradevole rassegna, arricchita l’ampia offerta di varie tipologie di fragrante e gustoso pane, cotto nei tradizionali forni a legna, gustosi formaggi, salumi e birra confezionata con criteri artigianali,.oltre che una pregiata gamma di mieli al naturale. Una filiera di proposte allettanti, nel segno della promozione e della valorizzazione delle produzioni del Sud, in modo particolare sull’asse Campania– Puglia. Un modo, per dare senso anche ai…consumi a chilometro–zero, concorrendo a dare impulso all’economia dei territori e promuovendone le tipicità agro-alimentari, in uno con la cucina cosiddetta povera, ma di eccellente valore nutritivo, che, però, rischiano di non essere più “praticate”- soffocate dal marketing della distribuzione industrializzata ” a senso unico omologante“, con conseguente mancanza di domanda, se non del tutto cancellate persino dalla memoria collettiva.
Vesuni ed agricoltura. Ad integrare la tre–giorni della kermesse, scandita da gradevoli momenti di intrattenimento vario e da piacevoli degustazioni di prelibatezze tipiche, i convegni tematici, svoltisi nella corte dello storico palazzo–Colucci. Filo conduttore, il Sud ed il ruolo dell’area mediterranea nell’Unione europea, l’agricoltura e le sue larghe potenzialità di sviluppo in correlazione con le politiche comunitarie di Strasburgo e Bruxelles; spazi di analisi e riflessione, che per due serate hanno coinvolto l’on.le Pietro Foglia, presidente della commissione regionale della Campania per l’agricoltura, il sindaco di Avella e presidente della Comunità montana del Partenio-Vallo di Lauro e Baianese, Domenico Biancardi, oltre che l’euro-parlamentare Enzo Rivellini, con la coordinazione dell’avvocato Giacomo Colucci e dell’imprenditore Stefano De Laurentis. Univoche e concordi le conclusioni e di calzante attualità, per le quali il Sud, per trovare la direzione di marcia del suo riscatto e del proprio sviluppo non può prescindere dalle politiche dell’ Unione europea, ma, nello stesso, tempo, deve trovare in sé le ragioni per emanciparsi dalla crisi in cui é piombato e dai ritardi che ha accumulato, rispetto alle dinamiche dei comparti produttivi nell’internazionalizzazione dei mercati. E l’agricoltura, in particolare, costituisce una opportunità di crescita, se si sviluppa l’associazionismo dei produttori, in grado di “fare impresa“, così come le direttive dell’Unione europea e gli obiettivi dei fondi–Por indicano, di cui il Piano di sviluppo rurale della Campania é una guida ben significativa, nel più generale quadro della Politica agraria comunitaria, del mercato unico e dell’euromoneta. Una prospettiva, in cui riconoscersi e credere, come attesta, il trend di incremento delle imprese agricole di nuova formazione e che da qualche anno coinvolgono le giovani generazioni, con l’accesso alle misure di incentivazione economica comunitaria. E sotto questo profilo, i dati che sono forniti dalla provincia di Salerno sono ben indicativi, segnalando l’incremento d’imprese agricole, a conduzione di giovani, con formazione specialistica in agraria ed economia aziendale. Un percorso, seguito nella viticoltura e nelle produzioni di vini pregiati nella Media ed Alta Irpinia, con aziende operanti in modo proficuo sui mercati regionali, nazionali ed esteri.
I neo–borbonici ed il Sud. Altro convegno tematico, quello incentrato sulla “nascita” e sulla genesi della Questione meridionale. Una ri-visitazione, coordinata da Stefano De Laurentis, filtrata dagli interventi di prevalente matrice “rivendicazionista”, secondo la lettura storiografica, a cui si rapporta il Movimento culturale neo–borbonico, che ripudia il federalismo, il separatismo e la monarchia, per riaffermare, però, la storicità di quella ch’é considerata la buona amministrazione del Regno delle Due Sicilie, dando rilievo alla condizione economico-finanziaria strutturalmente sana e di tutto rispetto, con cui era connotato ed incentrata sulle cospicue riserve auree e monetarie del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli; una condizione, ben diversa da quella del Regno sardo-piemontese, in gravi difficoltà sia economiche che di tenuta finanziaria. Uno scenario di positività, quello del Regno delle Due Sicilie, soppiantato dall’ Unità nazionale, proclamata nel 1861. Una tesi-questa- nota nella sua portata “partigiana” e prospettata dal professore Vincenzo Guli, presidente del Movimento, per tracciare la piattaforma delle cause, da cui si é originata la Questione meridionale, la cui causa primaria risiede nell’avvento del Regno d’Italia, nel 1861. Una correlazione- va ricordato- che, per apparente analogia, incrocia l’analisi di Antonio Gramsci, nel rappresentare gli effetti e le conseguenze del processo unitario come rivoluzione mancata, ma con una profonda ed antitetica differenza di contenuti e di divergente prospettiva. E sarà opportuno considerare- ma i processi storici nella loro complessità e frequente gamma di contraddizioni, non ammettono varianti d’ipotesi, in assenza di controprove fattuali- che per le visioni “rivendicazioniste” di impronta neo-borbonica, la conservazione dello “status quo ante“, rappresentato dal sistema–del Regno–delle–Due– Sicilie, sarebbe valsa a costituire l’anti-corpo a quella che sarà- ed é- la Questione meridionale. Ben altra era la portata del pensiero del teorico e fondatore del Partito comunista italiano, “identificando” il sostanziale tesi fallimento dell’ Unificazione politica, nella mancata rivoluzione agraria, la cui attuazione avrebbe dovuto segnare, invece, l’abbattimento del latifondismo e del blocco sociale dei proprietari, che ne erano beneficiari. Una scomposizione strutturale, quale unica condizione per l’emancipazione sociale ed economica delle masse contadine. Un obiettivo di elevazione civile disatteso. Sulla scia delle riflessioni di Guli, gli interventi di Gennaro Riola, del Centro culturale “Ruggero II” di Castelvetere, che propone un’interessante produzione di saggi, e di Raffaele Colucci, sindaco di Sirignano. E Colucci annunciava la personale adesione al Movimento politico-culturale d’ Insorgenza civile.
Piazza Santo Stefano …in Festival. Dalla kermesse di Vesuni in festa ambientata, nel cuore accogliente ed animato più che mai del centro antico del tessuto urbano, attraversato da via Nicola Litto e via San Giacomo, con varchi d’entrata e di uscita sulla strada statale della 7-bis, in direzione del casello autostradale dell’A\16 Napoli-Bari, agenda aperta…sul binomio d’intrattenimento musica e canzoni. Un binomio, le cui “prime pagine” sono state…occupate nelle serate del 12 e 13 dal Festival canoro, promosso ed organizzato dall’associazione Eventi Live, in collaborazione con l’Accademia musicale Il pentagramma, e giunto alla quarta edizione, con mega-palco, allestito in piazza Santo Stefano. Una formula, rivelatasi “vincente”, quella del Festival, vista l’accoglienza riservata dal folto pubblico alle esibizioni dei 24 artisti–cantanti, che hanno superato rigorose e severe selezioni, con la giuria composta da Roberto Casalino, Lorenzo Maffia e Gino Accardo. Tutti inediti ed interessanti, i brani “all’italiana” interpretati dal vivo, con l’accompagnamento di un’orchestra di alto profilo espressivo, formata da 40 “strumentisti”, diretti dal maestro Vincenzo Tammaro. Un successo organizzativo e di proposta, il cui merito va a Carlo Sarno, il patron dell’iniziativa, lanciata quattro anni fa, con il supporto di Radio Punto Zero e di radio Baiano. E l’agenda delle settimane del luglio baianese, ha avuto quale filo di collegamento, la Musica in piazza Napolitano, con appuntamenti serali ogni giovedì, e mattutini, ogni domenica. Protagonisti complessi e band di giovani e giovanissimi, che operano sul territorio. L’animazione generata dalle tre manifestazioni merita rilievo,anche per le potenzialità di crescita, di cui dispongono. Vesuni in festa é una concreta realtà ormai e mostra di saper camminare da sé, in virtù del fattivo ed operoso spirito di servizio, da cui sono animati i giovani volontari di Per Bacco, con l’attiva coordinazione di Stefano Lieto. Il Festival canoro e Musica in piazza sono ai primi passi, ma l’andatura é promettente, anche per la sponda di collaborazione, fornita dall’amministrazione comunale. Tre manifestazioni, tre segnali…di risveglio. (Gianni Amodeo)