E’ stata realizzata dagli artigiani di un rinomato Laboratorio d’arte e oggettistica sacra, a San Vitaliano. E’ la statua in materiale resinoso che rappresenta Santo Stefano, Protomartire della cristianità e Patrono della comunità cittadina, modellata sull’icona lignea che si venera nella chiesa parrocchiale dedicata al Levita atteggiato con le caratteristiche fattezze giovanili. L’opera di pregevole elaborazione è stata fatta realizzare dal Comitato che ha promosso ed organizzato – con la presidenza del parroco don Fiorelmo Cennamo– i tradizionali festeggiamenti dello scorso agosto in onore del Patrono, a conclusione del ciclo triennale 2017\2019, per cedere il testimone al nuovo Comitato, insediatosi qualche settimana fa. Un passaggio di normale e corretta rotazione nella programmazione e gestione dell’evento. E va rilevato che da oltre un decennio ormai la presidenza dei Comitati dei festeggiamenti in onore dei Santi patroni viene esercitata dai parroci- quali figure di garanzia – oltre che per il controllo gestionale dei festeggiamenti- per le comunità dei fedeli- secondo le disposizioni della Conferenza dei vescovi della Campania, per evitare impropri elementi di speculazione e indebite commistioni con fattori estranei al senso del sacro e della devozione popolare.
L’opera, in realtà, costituisce la donazione resa alla comunità cittadina; un atto, con cui il Comitato dei festeggiamenti del triennio concluso intende dare un segno tangibile di ringraziamento e riconoscenza alla stessa comunità, per averne favorito e sostenuto l’impegno nella raccolta delle piccole offerte libere e volontarie in denaro e beni in natura, come le nocciole, e per le periodiche estrazioni a sorte di beni di comune utilità, raccogliendo i fondi necessari per allestire i festeggiamenti patronali. Un impegno, assolto puntualmente nelle giornate domenicali e realizzando l’avanzo di bilancio, utile a coprire le spese per la realizzazione della statua, al netto dei costi per i festeggiamenti strettamente intesi. E analoghi avanzi di bilancio erano stati realizzati nel 2017 e nel 2018, permettendo al Comitato di far realizzare altri interventi a favore della Chiesa parrocchiale, a conferma di una gestione virtuosa.
Una vicenda lineare e chiara fin qui, con il sigillo dell’autorizzazione del 17 dicembre del 2018, sottoscritta dal sindaco Enrico Montanaro, con cui si comunicava al Comitato Festa di Santo Stefano non solo l‘accoglimento della richiesta d’autorizzazione per l’installazione della statua del Santo Patrono “in un luogo idoneo e visibile”, ma si indicava anche l’ area idonea all’installazione, corrispondente a quella che nel corrente linguaggio è indicata come “Piazza Santo Stefano” che, però, non figura nella toponomastica cittadina. Ed è la Piazza– va ricordato- che coincide con la vasta area di sedime ”ottenuta” dalle tenaci e … ostinate operazioni di furia demolitrice protrattesi alcuni giorni, che si resero necessarie per abbattere – correvano i … favolosi ed “opulenti” anni del dopo terremoto- il complesso dell’edificio delle Scuole elementari, con il separato corpo di fabbrica per l’ampia sala-refettorio-teatro e le annesse pertinenze, piazzole di servizio. Era l’unica struttura pubblica di sicuro e dignitoso interesse architettonico esistente sul territorio comunale e costruita ad inizio del ‘900, ma che si decise di radere al suolo. E, magari, opportunamente adeguata e ristrutturata, sarebbe stata, invece, eccellente sede di …. Distretto sanitario, evitando i costi di circa dieci mila euro annui che si devono sostenere da alcuni anni per i canoni di fitto dell’attuale sede, mentre è in dirittura d’arrivo la costruzione della nuova sede …. con circa due milioni di finanziamento della Regione–Campania.
Come che sia e al di là della digressione sull’abbattimento dell’edificio che ancora indigna, sta di fatto che l’autorizzazione documentale firmata dal “Primo cittadino” è chiara e netta nell’indicare la “Piazza” citata, quale “ luogo idoneo e visibile”senza precisare, tuttavia e in dettaglio, il sito d’installazione rispetto alla vastità della “Piazza”, subordinando,in ogni caso, l’installazione alle “modalità tecniche e logistiche” adottate dall’Ufficio tecnico per l’esecuzione dell’intervento. Ma, a questo punto,la situazione comincia a fare pieghe, s’increspa e ingarbuglia, tanto che l’installazione della statua ch’era stata programmata dal Comitato all’inizio dei festeggiamenti dello scorso agosto viene rinviata al mese successivo-settembre- per permettere di eseguire i pochi lavori richiesti dall’installazione da realizzare nell’accogliente angolo della “Piazza” ricoperto da tettoia in cemento armato ed utilizzabile anche come Altare. Una soluzione caldeggiata ed auspicata dal Comitato, condivisa dalla comunità dei fedeli e dallo stesso parroco don Fiorelmo Cennamo. Una scelta agevole all’apparenza, ma non nei fatti …. visto che a tutt’oggi- in pieno novembre- la statua di Santo Stefano resta ancora custodita nel Laboratorio in cui è stata realizzata, mancando il visto d’autorizzazione all’installazione che deve essere apposto dal sindaco Montanaro, a conferma della sua decisione di circa un anno fa. E che cosa sia accaduto … per frenare l’installazione, non è dato di conoscere.
“ Credo di aver consumato le scale in questi mesi, per salire nel palazzo comunale – dice Mast’ Stefano ‘o Taccone, ovvero Stefano Guerriero, animatore del Comitato dei festeggiamenti patronali 2017\2019- per sapere a che punto fosse la “pratica”. Ho parlato più volte con il sindaco Montanaro e con altri consiglieri comunali; tante le promesse che mi sono state fatte, per il permesso all’installazione, ma mai rispettate, e senza neppure indicare un’alternativa per l’area indicata nell’autorizzazione concessa. Una situazione per me- settantenne– incomprensibile, anche se devo credere, stando così le cose, che il sindaco Montanaro sia condizionato, tanto da mantenere un comportamento assolutamente inspiegabile e che lo espone al rischio di negare le sue stesse decisioni per una vicenda di massima semplicità e che non riveste particolari e corposi interessi”.
Lo sconcerto di Stefano Guerriero non fa una grinza. E c’è da chiedersi, quale sia il senso di questa “storia”, posto che l’abbia.