A seguito della rimozione dei ponteggi e delle impalcature di supporto, chiuso il cantiere, che ha realizzato, nell’arco dei due anni, fissati dallo specifico capitolato d’appalto, il programma dei lavori del progetto per il ripristino statico e funzionale della chiesa dedicata ai Santi Apostoli Filippo e Giacomo, che s’affaccia sull’omonima strada e già interessata venti anni fa da interventi di “messa in sicurezza” con i finanziamenti del dopo-terremoto dell’80. Una progettazione, il cui cantiere attuativo ha appena chiuso i battenti, elaborata e redatta dall’ingegnere Gaetano Solpietro,dell’Ufficio dei beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Nola, e realizzata dall’impresa Caccavale, aggiudicataria dell’appalto per l’esecuzione dei lavori previsti, con il diretto controllo dello stesso Ufficio. Un programma, che, in corsa d’opera, è stato sottoposto a variazioni impreviste ed imprevedibili, per “sanare” le gravi criticità strutturali emerse soprattutto nelle capriate della cupola e nell’assetto del campanile della chiesa; criticità, correlate per lo più con la bassa qualità e friabilità dei materiali costruttivi utilizzati ed usurati dal tempo. Eseguito anche l’intervento conservativo della facciata, con l’interessante portone d’accesso, rivestito di lastre metalliche, risalente al 1794. Restano da realizzare ancora modesti interventi di completamento del restauro interni all’edificio sacro, perché sia pienamente restituito alla comunità cittadina e soprattutto al popoloso quartiere dei Vesuni, di cui segna, per dir così, un terminale in ideale simmetria con la chiesa-cappella dedicata a San Giacomo, sul versante opposto della topografia del quartiere, nella zona dei cosiddetti pilastri. La progettazione originaria contemplava anche la realizzazione di interventi di rifacimento e recupero statico della Casa canonica, connotata da una sobria ed essenziale linea architettonica, con piano terra, primo piano e piccolo orto, annessa alla chiesa; realizzazione, resa, però, impraticabile per la mancanza dei fondi necessari. Un ridimensionamento vero e proprio, in attesa di tempi…migliori, pur permanendo tutti i noti elementi di criticità della Casa canonica. Il piano economico per l’esecuzione del programma dei lavori progettati contemplava un importo di spesa complessiva pari a 580 mila euroed era stata approvato, in uno con la progettazione, all’inizio del 2012 dalla Commissione episcopale italiana, con la concessione del finanziamento di 290 mila euro, sulla base dell’utilizzo delle risorse del cosiddetto 8 per mille. Un finanziamento significativo, che la Curia vescovile della Diocesi paoliniana ha integrato con un ulteriore finanziamento di 80 mila euro. Per la copertura totale del piano economico, con cui finanziare la realizzazione dell’intero programma dei lavori della progettazione, erano, tuttavia, necessari altri 210 mila euro. Una cifra considerevole, per la quale nel febbraio del 2012, in coincidenza con l’attivazione del cantiere dei lavori, veniva aperta la sottoscrizione popolare e tra i fedeli. Un appello, siglato dal parroco don Fiorelmo Cennamo e dal Comitato per gli affari economici della chiesa parrocchiale; appello, in cui era evidenziata la portata del sacrificio economico che era richiesto ai cittadini. “E’ senz’altro- si leggeva- una somma elevata, che ci impegna purtroppo in un momento difficile per l’economia. Solo la fede nella Divina Provvidenza ci fa imbarcare in questa avventura. Ci sorregge anche l’attaccamento per le nostre Chiese, che i nostri Padri, con sacrifici notevoli, hanno edificato e che noi, a tutti i costi, vogliamo custodire e migliorare. Esse conoscono le gioie e i dolori più grandi della nostra vita e la nostra crescita umana e cristiana”. Nell’appello erano indicati i criteri da seguire, per partecipare alla sottoscrizione, con la garanzia per la massima trasparenza e verifica sulla destinazione prevista, a tutela dei sottoscrittori. La risposta all’appello si è tradotta in 35 mila euro, che non hanno permesso di “centrare” l’obiettivo auspicato, pur testimoniando la sostanziale generosità dei sottoscrittori, per lo più espressione della gente comune, nel contesto di difficoltà economiche, da cui è attraversata la società, e focalizzata dal documento, che ha dato l’input all’iniziativa. Una condizione, che ha imposto la rimodulazione del programma dei lavori, privilegiando in via prioritaria l’intervento di ripristino statico dell’edificio sacro, “annullando” i pur necessari interventi, che si sarebbero dovuti eseguire sulla Casa canonica, di cui si è fatto cenno.