di Gianni Amodeo
Per il varo del Comitato Civico a sostegno del progetto indetta l’assemblea preliminare locali del circolo “l’ Incontro” con la partecipazione delle rappresentanze di associazioni, forum dei giovani e gruppi di volontariato solidale. E’ convocata per giovedì 31 marzo alle ore 18,00.
E’ noto. L’Unione dei Comuni del Baianese e dell’Alto Clanio per la programmazione e gestione associata di alcune tipologie di servizi – da quelli per la polizia locale a quelli catastali, da quelli per la rete scolastica a quelli della Protezione civile, anche se non ancora operativi- è diventata realtà a dicembre scorso. Un dato, che, per quanto significativo in ordine alle politiche di coesione sociale, è, tuttavia, limitato e di angusto orizzonte rispetto al futuro delle comunità locali e soprattutto delle giovani generazioni, che, in assenza di opportunità lavorative, da anni hanno intrapreso la fuga dal territorio, depauperandolo irreversibilmente nei valori e nel patrimonio civile di quelle vitali e vive risorse umane, che animano le comunità e ne assicurano la continuità. E la ristrettezza di visuale si evidenzia ancora di più, se si considera l’ “ammagliatura” urbanistica ed edilizia diventata ben diffusa proprio negli ultimi anni e che costituisce l’elemento unificante e connotativo degli ambiti territoriali dei sei Comuni dell’Unione, al punto che non sono neanche più di percezione particolare le distinzioni di confine tra l’uno e l’altro ambito. Una constatazione -questa-che già per se stessa “dovrebbe” far sviluppare una pianificazione intercomunale per il normale governo del territorio, almeno per gli indirizzi generali. E, invece, ciascuna delle attuali “Municipalità” procede a suo modo.
E’ lo scenario di un futuro senza prospettive, quello che si delinea, qualora perdurasse la “conservazione“ dell’attuale realtà, inchiodata com’è all’immobilismo politico-amministrativo e al ristagno produttivo in atto ormai da alcuni decenni, una volta esauritasi la “spinta” del corposo flusso di denaro pubblico per la ricostruzione del patrimonio abitativo e residenziale del dopo-terremoto dell’ 80; flusso di varie decine di miliardi di lire del “vecchio” conio e che avrebbe “dovuto” innescare opportunità d’investimenti produttivi, restate, invece, nel limbo degli auspici, e nulla di più. E’ un contesto statico, in cui la dipendenza dalle retribuzioni stipendiali nel lavoro pubblico prevale nella maggior parte dei nuclei familiari. E la filiera dei lavoratori pubblici, si allunga in parallelo con quella del crescente numero di quanti “beneficiano” di indennità pensionistiche, mentre le attività d’impresa e di artigianato, fulcro dell’economia reale, sono di piccolo cabotaggio, per lo più a conduzione familiare, con l’agricoltura resa marginale ed occasionale “fonte” di reddito nella frammentazione della proprietà dei suoli, pur costituendo l’area la primigenia fonte della nocciolicoltura – questa è la terra della Nux abellana– nell’Europa mediterranea. Sono elementi e fattori, la cui oggettiva condizione si pone in stridente contrasto con le notevoli potenzialità da valorizzare, dal comparto storico-archeologico a quello enogastronomico per un territorio di sicuro pregio naturalistico e paesaggistico, incastonato nel Parco del Partenio e nel quale si incrociano assi viari e autostradali, oltre che la linea ferrata della Circumvesuviana con rapidi collegamenti con l’area metropolitana di Napoli, oltre che con gli ambiti provinciali di Caserta, Avellino e Salerno.
L’attuale quadro, al limite della mummificazione da presepe, non è affatto incoraggiante. E, però, un primo, essenziale tassello di cambiamento verso un futuro di positiva evoluzione, può essere fissato sul piano istituzionale. E’ la chance che s’identifica con il varo della Municipalità unica incentrata sulla fusione \ accorpamento dei sei Comuni, che formano l’attuale Unione del Baianese e dell’Alto Clanio, che, a sua volta, è parte integrante del Sistema di sviluppo, disegnato dal Piano territoriale regionale della Campania una decina di anni fa per l’area che fa da cerniera tra la provincia di Avellino e l’area metropolitana, sul versante nolano. E’ un itinerario del tutto praticabile, che non interferisce né si sovrappone a quello intrapreso dall’Unione e, meno che meno, ne ha il carattere alternativo, semmai potrebbe costituire il probabile supporto o stimolo ad accelerare le finalità statutarie dell’Unione, ancora guscio vuoto.
In questa direzione è indetta e promossa dal Circolo socio-culturale “ L’Incontro ” – giovedì 31 marzo, alle ore 18,00 nei locali del sodalizio in via Luigi Napolitano– l’assemblea preliminare per la formazione del Comitato civico intercomunale, funzionale al progetto della Municipalità unica del Baianese e dell’Alto Clanio; progetto, da porre in cantiere con iniziative e attività che forniscano alle comunità locali tutte le informazioni e conoscenze normative praticabili- dalla legge Del Rio alle disposizioni della legislazione della Regione-Campania, includendo le interessanti e incentivanti direttive comunitarie europee che valorizzano i territori- per tradurlo in concretezza istituzionale, puntando sull’esercizio della democrazia “dal basso”, attraverso i percorsi referendari consultivi, con cui cittadini e cittadine si pronunceranno sulla “conservazione” dell’esistente così com’è o sul possibile cammino d’innovazione e cambiamento, a cominciare dall’assetto istituzionale per l’organizzazione della vita sociale ed economica del territorio.
E’ un’assemblea preliminare con finalità le più inclusive possibili, quella di giovedì, aperta alle rappresentanze dell’universo associazionistico e dei gruppi di volontariato sociale del territorio; assemblea, alla quale seguiranno altre, incluse quelle con sindaci e amministratori locali, rappresentanze partitiche, per acquisire la maggiore chiarezza di idee sul progetto e sulle sue finalità, da tradurre in… concreta attuazione.
CRESCE IL TREND PER I NUOVI COMUNI CHE SI FONDONO. LOMBARDIA, EMILIA-ROMAGNA, TOSCANA APRI-PISTA. IN CAMPANIA, DOPO MONTORO, QUATTRO PROGETTI IN CORSIA
La scelta della Municipalità unica per fusione o\ accorpamento, che dir si voglia, costituisce un trend ormai in crescente espansione. E’ un processo, che corrisponde in pieno ai profili delle riforme costituzionali approvate, agli obiettivi della razionalizzazione e della riqualificazione della spesa pubblica da porre sotto controllo a tutt’arco, nel più generale ed articolato ammodernamento del sistema–Italia sul versante delle Autonomie locali, per tenere il passo dell’Europa e per restare in Europa. E, a darne efficace e incisiva testimonianza sono i Comuni di contesti evoluti e di economia che “tiene” ad onta della crisi perdurante, quali sono quelli della Lombardia, dell’Emilia–Romagna, della Toscana, con oltre 40 progetti di “fusione”, per ciascuna Regione; progetti in itinere di avanzata attuazione per la gran parte, mentre altri sono già approdati al sigillo conclusivo, assumendo persino una denominazione “nuova”. Da notare che in Emilia-Romagna nel 2015 i Comuni da 348 quali erano sono “scesi” a 334, nell’anno in corso e nel 2017 saranno 320, e l’obiettivo è fissato a quota-300. Di rilievo e significativo, il progetto di Municipalità unica, che ruota sulla realtà di Montecatini – la rinomata stazione di turismo termale di livello internazionale- con l’obiettivo della ”fusione” con gli altri sette Comuni della Val di Nievole. E il nuovo Comune si chiamerà Valdinievole.
Sulla scia delle esperienze in atto nei Comuni di Lombardia, Emilia–Romagna e Toscana si muovono altre realtà comunali in Liguria, Trentino, Piemonte e Marche. Nella specificità della Campania, la prima- e finora unica sperimentazione andata a buon fine-è quella di Montoro, la Città della Valle dell’Irno, con la “fusione” di Montoro Superiore e Montoro Inferiore. In itinere è il progetto di unificazione tra Nocera Inferiore e Nocera Superiore, con popolazione di oltre 70 mila abitanti; e sullo stesso tracciato sono a buon punto i progetti il nuovo Comune di Vallo di Diano, che “nascerà” dalla “fusione” di varie Municipalità, tra le quali Padula, Polla, Sala Consilina, Atena Lucana, con popolazione superiore ai 60 mila abitanti. Altro progetto di “fusione” coinvolge Arienzo, Cervino, San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico, per una popolazione di circa 45 mila abitanti. E anche la penisola sorrentina punta alla “fusione”, con il progetto a cui hanno aderito Massa Lubrense, Piano di Sorrento, Vico Equense e Sorrento, con oltre 85 mila abitanti. Il clou delle fusioni intercomunali si esprime nel progetto della Grande Firenze, con cui il capoluogo regionale della Toscana si salda con le Municipalità del suo circondario, per una popolazione di 650 mila abitanti.
Le ragioni del trend? Varie: dalla semplificazione e ridimensionamento degli organismi rappresentativi e amministrativi ai centri di spesa unificati, recuperando alle nuove Entità municipali sia le funzioni di programmazione per i territori sia la certezza di poter programmare congrui servizi per i cittadini, in ragione delle economie di scala che si realizzano. E sul versante economico, c’è altro ancora: si raddoppiano i contributi statali; è ammessa la deroga al patto di stabilità; è aperta la corsia preferenziale per la partecipazione ai bandi regionali, per non dire che delle possibilità di rapportarsi direttamente con l’Unione europea, con progettualità di sicura qualità a supporto della competitività dei territori e delle loro specificità produttive, per essere partecipi attivi della società mondializzata del Terzo Millennio.