E’ risultata largamente condivisa dai comuni cittadini con molteplici attestazioni e sollecitazioni di sostegno, l’iniziativa promossa e sviluppata dall’ Associazione Maio di Santo Stefano,in ordine ai procedimenti da promuovere per il riconoscimento pubblico dello status di Patriarchi verdi, da conferire agli alberi simbolici degli equilibri dei territori- nella fattispecie quelli connotativi dell’area dell’Unione intercomunale del Baianese e dell’Alto Clanio, nel cuore del Parco regionale del Partenio e contrassegnato dalla dorsale dei Monti Avella – di cui rappresentano e identificano gli aspetti paesaggistici e naturalistici, ma anche aspetti significativi della storia delle comunità locali,proprio per i contesti montani e collinari, i cui boschi sono stati fonte di attività produttive e di lavoro per secoli, mentre nei nostri giorni restano abbandonati a se stessi e, forse anche, “utilizzati” per scopi impropri, specie nelle aree pubbliche. Un’iniziativa, pienamente aderente allo spirito della specifica normativa nazionale del 2013, che al Censimento dei Patriarchi verdi rapporta non solo un importante strumento conoscitivo per la tutela e la valorizzazione dei territori e degli ambienti montani, ma sollecita anche uno dei percorsi d’esercizio dei principi della cittadinanza attiva, tanto da contemplare, in condizione di sussidiarietà orizzontale, per le Associazioni e i cittadini lo specifico ruolo di segnalazione dei Patriarchi verdi come delle filiere e delle aree alberate d’interesse naturalistico e di valenza monumentale, alla luce dei requisiti fissati dalle prescrizione configurate della normativa.
Sono segnalazioni, da indirizzare agli Enti locali, che per funzioni istituzionali sono preposti alla salvaguardia e alla congrua “governance” dei territori, sia attraverso gli strumenti di pianificazione urbanistica ed edilizia, regolarmente vigenti e fatti osservare con la puntualità di controlli e verifiche per il rispetto delle destinazioni d’uso nella legalità,prevenendo ed evitando magari le magagne delle “trecarte”, con cui spesso il “costruito” per pertinenze agricole secondo i titoli di concessione pubblica si trasforma in Ville residenziali, sia attraverso strumenti mirati tra i quali la legislazione nazionale colloca appunto il Censimento dei Patriarchi verdi, intesi come elementi di bellezza paesaggistica e come risorsa attrattiva della varietà dei territori del Bel Paese, così come si salvaguardano e si tengono in sicurezza con costante manutenzione in Germania, Francia, Inghilterra e via seguendo negli ambiti della civile Europa comunitaria.
E’ l’itinerario che l’Associazione Maio di Santo Stefano ha seguito nel quadro delle sue attività di volontariato civico e di gratuità sociale con la prima scelta di segnalazione per il Platanusoccidentalis di Fontana Vecchia, per porlo sotto tutela e in sicurezza con la sua bella e vasta chioma di foglie, che si sviluppa per oltre 630 metri quadrati di copertura per il sito, su cui insiste e dal quale si erge fino all’altezza di quei24 metri di lineare proiezione verso il cielo, nei quali racchiude cento e forse più anni di vita, il cui accumulo di linfa e di energia si irradia nella folta e geometrica ramaglia, che protegge il tronco. Un monumento naturalistico di eccezionale pregio- va ricordato- a cui corrisponde l’ammirevole storia personale chi lo mise a dimora, Raffaele Lieto, al ritorno dal fronte della Grande guerra. Il buon Raffaele, generoso padre di famiglia e onesto lavoratore per tutta la sua esistenza, era stato uno dei tanti ragazzi–contadini–fantidel ‘99 spediti sulla tradotte militari sui campi di battaglia del fronte italiano del conflitto del ‘ 15\18. Erano appena sedicenni ed erano stati obbligati ad imbracciare fucili e a conoscere l’atroce volto della guerra.
Il racconto della storia e della vita del Platano di Fontana vecchia è stato affidato alla documentazione tecnica e scientifica ufficialmente consegnata nella residenza municipale al sindaco Enrico Montanaro, previo deposito formale nell’Ufficio del protocollo dell’Ente di corso Garibaldi, per aprire, magari, in concorso con altre analoghe iniziative- ma allo stato presente degli atti pubblici disponibili, riscontrabili nei siti d’Internet, sia negli Elenchi censitari della Regione–Campania che del competente Ministero non figura nessun Patriarca verde afferente al territorio dell’Unione– l’istruttoria di riconoscimento di monumentalità per il Platano secolare, unica gemma che rifulge in quella che un tempo è stata l’attraente località di Fontana vecchia, ora degradata in un disastrato scenario di generale incuria e abbandono.
Al primo tassello così posto,l’Associazione Maio di Santo Stefano ne farà seguire altri, con segnalazioni e documentazioni che saranno fornite agli Enti locali interessati, rendendone partecipe la Comunità Montana del Partenio–Vallo di Lauro e l’Ente–Parco del Partenio. E sotto questo profilo meritano attenzione i Trecastagni, che danno nome alla località di “Campimmo”- espressione latineggiante per indicare il Campo inferiore o più in basso rispetto al Campomaggiore o più vasto anche per l’altitudine nella mappa dei siti montani del territorio-ubicata nel territorio comunale di Sirignano sulla linea di confine con il territorio comunale di Baiano.
I profili, con cui si presentano i Trecastagni, nefannorisaltarelamonumentalità con immediatezza, stante la misura di circonferenza dei loro tronchi superiore ai quattro metri. E’ il dato, che, secondo gli esperti e i tecnici dell’Associazione Maio di Santo Stefano, comprova il secolo di vita che possono vantare i Trecastagni, che costituiscono, purtroppo, i testimoni ultimi e sopravvissuti di uno splendido filare di almeno venti altri Alberi del Pane. Era il filare, che, segnando il ciglio di un largo e bel sentiero in terra battuta, trasformato attualmente inagevole strada asfaltata a quota mille metri d’altezza, si poteva ammirare fino a qualche decennio fa, prima che fosse sottoposto alla brutale, scandalosa e silenziosa decimazione.
“I Tre castagni saranno segnalati all’Ente locale competente con la consegna delle schede e degli atti documentali previsti dalla legge- ha dichiarato il presidente del sodalizio, Stefano Guerriero– al sindaco Raffaele Colucci, confidando nella sua personale sensibilità e in quella dell’intera amministrazione comunale di Sirignano– per far attivare le procedure del riconoscimento della loro condizione di Patriarchi verdi. E così si proseguirà per altre segnalazioni, seguendo le indicazioni fornite già in considerevole numero da cittadini comuni e dai nostri soci, che vengono gradualmente verificate. E questo rappresenta uno dei percorsi operativi dell’Associazione, per promuovere la cultura dell’ambiente, che si riferisce al significato simbolico e storico della tradizione del Maio, in cui si manifesta una delle più autentiche espressioni dei culti arborei dell’area mediterranea”.