Pagine importanti della storia di Baiano sono state scritte dai suoi emigranti. Negli anziani del paese è ancora vivo il ricordo degli anni 50 e 60 del secolo scorso, quando intere famiglie sono andate via, sfidando l’ignoto, alla ricerca di un futuro migliore. Fu un sofferto e brutale sradicamento per sottrarsi a un destino di povertà. Noi tutti dobbiamo essere loro riconoscenti: grazie alle loro rimesse, Baiano ha vissuto momenti felici di sviluppo ed emancipazione.
Il Circolo Sociale 1890, storicamente attento e sensibile alle vicende di Baiano, ha ritenuto di esprimere ufficialmente questi sentimenti di riconoscenza con una pubblica manifestazione: la Festa degli Emigranti. Decidere sulla data è stato semplice: il 3 agosto, festa votiva in onore di S. Stefano che si celebra dal 1854 e che, grazie all’impegno appassionato di alcuni giovani, è ancora apprezzatissima dai baianesi. La Festa ha sempre esercitato un fascino particolare soprattutto sugli emigranti, che l’hanno considerata un appuntamento da non mancare. Fino a qualche anno fa, erano i giorni del ritorno a casa, per ritrovarsi uniti e commossi attorno al Santo, in un clima gioioso ed emozionante, fatto di saluti, di abbracci, di sorrisi, di musica, di delizie, di fuochi d’artificio. Consapevoli che questa suggestiva e straordinaria atmosfera è, purtroppo, andata perduta, abbiamo pensato di recuperare almeno il senso dell’ospitalità e dell’accoglienza ed evitare lo spaesamento e il disagio del baianese che rientra in una realtà profondamente cambiata. La “Festa degli Emigranti” è il modo per dare, come segnale di pace, il nostro affettuoso benvenuto a coloro che sono presenti il 3 agosto a onorare Santo Stefano. Il messaggio è schietto e diretto: “Siamo qui a ricevervi ed accogliervi con gioia e soddisfazione e vogliamo farvi sentire la nostra solidarietà”.
Quest’anno si è tenuta, sempre con successo, la quarta edizione con numerosi “ospiti”:
Dalla Germania: Teresa Acerra, Pasquale Acerra, Giacomo Colucci, Giovanni D’Avanzo con la figlia Sofia.
Dagli USA: Cyntia Tarantino, Andrea Napolitano con i figli Enzo e Anna, Filomena Napolitano.
Da Londra: Marco Litto
Da Torino: Giuseppe Conte con Annunziata Senatore.
Da Belluno: Paolo Colucci
Da Roma: Angelo Scafuri, Vittorio Vecchione, Mark De Laurentiis con Rossella Picciocchi, Giovanni Picciocchi con Antonella Dell’Anno.
Antonio Vecchione ha fatto gli onori di casa nella sede del Circolo. Il sindaco Enrico Montanaro, in veste ufficiale con fascia tricolore, Franco Scotto, delegato alla cultura, e Felice D’Anna, presidente Pro Loco, hanno espresso la gioia e la soddisfazione nell’accogliere tutti questi cittadini che tengono alto il nome di Baiano nel mondo.
Poi sono entrati in scena i nostri ospiti ed è stato un susseguirsi di emozioni, con i colori, le forme e i profumi di paesi lontani. Ciascuno ha raccontato la propria semplice storia e dalle schiette parole abbiamo potuto percepire il significato profondo del loro vissuto, il dolore del distacco e le sofferenze patite insieme alla soddisfazione dei successi conseguiti, i sacrifici e la nostalgia, ma anche i momenti
felici, la solitudine stemperata dalla forza di essere uniti e solidali in terra straniera. Il tutto con gli occhi lucidi e con un velo di malinconia. Giuseppe Conte, partito più di 50 anni fa per Torino, particolarmente commosso, ci ha parlato della sua casa, sempre aperta per i baianesi emigrati a Torino (questa forma di aiuto tra emigranti è un fenomeno universale, caratteristico di ogni Paese, un sublime esempio di solidarietà di “classe”). Poi Andrea Napolitano ( nato negli USA, figlio di Antonio “o piruozzolo”, emigrato alla fine degli anni cinquanta), simpaticissimo, allegro, entusiasta ed emozionato, si è espresso in uno spettacolare slang napoletano – baianese degli anni cinquanta, come quei personaggi nelle commedie italo – americane. Il massimo della simpatia, che ci ha fatto amare ancora di più queste semplici persone, è venuto poco dopo. Tra le premiate Cyntia, la moglie di un nostro concittadino, Vincenzo Tarantino, “o mammone”, residente in Florida (all’ultimo momento non è riuscito a partire). Piacevolmente sorpresa da questa manifestazione di affetto, Cyntia, una bella signora americana di colore, simpaticissima, ha voluto intervenire per esprimere la sua riconoscenza, ovviamente nella sua lingua, l’inglese. “Non c’è problema”, ha detto subito il cognato, Pasquale, con un lampo di genio “c’è Andrea Napolitano che traduce”. Una scena bellissima. Cyntia che con modi gentili e garbati, espressione dolce, parlava rivolgendosi al pubblico presente e Andrea, impacciato e preoccupato per la responsabilità troppo grande per lui, si sforzava di trovare i termini cercandoli nel suo ridotto vocabolario di Italiano ruspante, una traduzione a “senso”, più con gesti e mimica che con parole. Una scena da film, che ha suscitato uno spontaneo sentimento di simpatia: li avremmo abbracciati entrambi. Poi un applauso liberatorio.
La seconda parte è stata dedicata alla emigrazione dell’ultima ora, diversa da quella storica, ma altrettanto sofferta: la partenza di valorosi giovani, spesso brillanti professionisti, costretti a trovare fuori le soddisfazioni che la nostra Terra non è più in grado di offrire. Ma questa è un’altra storia, complessa e difficile, da affrontare in altri contesti. La manifestazione si è chiusa con la consegna di una artistica Pergamena – ricordo, un brindisi finale e un arrivederci al prossimo anno per la quinta edizione.
Antonio Vecchione