di Gianni Amodeo
La Carta del Maio e il correlato Statuto hanno fissato le coordinate della programmazione e della gestione della Festa del 25 dicembre, simbolo del folclore locale. Sono atti deliberati dal civico consesso, com’è noto, lo scorso anno, per innestare l’evento -e la popolarità che lo connota- in un ambito ben definito sotto il profilo pubblico e istituzionale, che potrebbe risultare verosimilmente propedeutico alla costituzione di un Ente ad hoc o di una Fondazione per valorizzarne la portata; costituzione, che, tuttavia, richiederebbe congrui impegni economici, tutt’altro che agevoli da sostenere sul versante comunale, a meno che non si determini un supporto di combinazione tra pubblico e privato. Ma- questo- non è argomento in agenda, allo stato attuale.
Di certo, nel prospetto delle disposizioni statutarie si configura, invece, il ruolo determinante e propulsivo del Comitato rappresentativo delle dieci associazioni di volontariato, che a vario titolo hanno esercitato- ed esercitano con le specificità delle loro attività da tempo- una significativa presenza nel concorrere all’organizzazione della Festa. E’ il Comitato, formato da un rappresentante di ciascuna associazione, che va rinnovato nella composizione di anno in anno entro il 31 marzo secondo le designazioni delle associazioni formulate e protocollate nella segreteria dell’amministrazione comunale; e, come tale, è il vero “motore” sul piano degli oneri e delle responsabilità programmatiche e gestionali della Festa, coordinandone le manifestazioni e le iniziative che ne fanno la degna corona per l’intero mese di dicembre, come accade da circa venti anni; coordinazione che si rapporta con gli indirizzi generali dell’amministrazione, espressi e rappresentati dal “primo cittadino”.
CAMBIA LO STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE MAIO SANTO STEFANO STORIA, TERRITORIO, LAVORO
In ragione di questo rilevante aspetto è cambiata la funzione dell’Associazione Maio Santo Stefano, di fatto e finora promotrice “unica” dell’organizzazione dell’evento sulla base del proprio Statuto formalizzato nel 1996 e pubblicamente riconosciuto; organizzazione curata con carattere di ufficialità fino al 2014 dallo stesso Comitato, ch’era la diretta articolazione dell’Associazione stessa, mentre per l’edizione del 2015 l’evento è stato gestito da un Comitato provvisorio. Un cambiamento, per il quale l’Associazione, presieduta da Stefano Guerriero, è stata “liberata” dai “compiti” che ha osservato, garantendo l’operatività del Comitato organizzatore, così com’era contemplato dal proprio Statuto del ‘96, che va modificato e integrato, in relazione proprio con le disposizioni della “Carta del Maio”. Un passaggio obbligato per un impegno, ch’è stato conferito dal Consiglio direttivo dell’Associazione all’avvocato Emanuele Litto, socio del sodalizio; e il nuovo Statuto per l’approvazione sarà a breve sottoposto al vaglio dell’assemblea generale dell’Associazione Maio Santo Stefano.
In questo quadro-ferme restando le radici nel solco della secolare tradizione folcloristica della Festa con le correlazioni devozionali verso Santo Stefano, patrono della comunità cittadina-per l’Associazione si profila e specifica meglio l’orizzonte della sua missione polarizzata dai valori del culto arboreo, propriamente inteso quale elemento caratterizzante delle aree mediterranee e di cui il Maio è simbolo e plastica proiezione. E’ il dato emerso dal confronto tra i soci e nell’ambito del Consiglio direttivo, in virtù del quale l’Associazione punta su fattori di relativa innovazione rispetto all’impianto generale della Festa.
Sono fattori, che, per un verso, riscoprono e promuovono la valorizzazione del complesso micro-cosmo della realtà sociale ed economica, che per secoli ha avuto quale asse portante il patrimonio dei boschi del territorio, attraverso la filiera di mestieri e lavori soppiantati dal progresso e dalla civiltà industriale, e per l’altro verso guardano all’attualità e alle istanze della tutela del patrimonio naturalistico e paesaggistico del territorio, di cui il Maio diventa- ed è- messaggero di sensibilizzazione verso le comunità e i cittadini. E’ l’identikit che fa del Maio un simbolo di vita, ieri come oggi
Sono due registri, da riempire di contenuti con congrue iniziative e azioni, che si possono prospettare, al momento, per sommi capi. Un registro, prefigura l’obiettivo del recupero della memoria collettiva del territorio, con testimonianze vive fatte di filmati, rassegne fotografiche e pittoriche, schede illustrative da disporre in “spazi” dedicati, quali possono essere quelli delle scuole e del complesso del “Casone”, diventato da circa dieci anni epicentro logistico dei Campus estivi promossi dalla civica amministrazione, ben frequentati da ragazzi e ragazze con piena soddisfazione delle famiglie e che si svolgono nei boschi del Monte Arciano. E con la struttura del ”Casone” potenziata nelle funzioni ch’è in grado di assolvere, meritano di essere poste in valore le due “Carcare”- soprattutto quella che è posta ai piedi del Monte Arciano, il cui impianto strutturale si conserva integro in larga parte- che sono state operative per secoli nel sito. Un percorso testimoniale, se si vuole, di archeologia pre-industriale, finalizzato alla narrazione della complessa e ardua produzione della calce, in connessione con le cave per l’estrazione di pietre e pietrisco e con i materiali lignei del bosco e del sotto-bosco.
L’altro registro si calibra sugli itinerari, che conferiscono valore sociale e importanza civica al culto arboreo, trasfuso nella realtà dei nostri giorni. Sono gli itinerari della cultura ambientale, da esercitare nella concretezza delle tutele del territorio, in particolare delle aree collinari -sempre più esposte a “selvagge” aggressioni di impropria urbanizzazione, anche se le “carte” vengono fatte risultare nei soliti uffici comunali “competenti” … a posto- e delle aree montane, a garanzia della salvaguardia del paesaggio e dei profili naturalistici che lo identificano. Ed in questa prospettiva l’azione di sensibilizzazione per il recupero dei terrazzamenti collinari per la messa in sicurezza degli oliveti e per la costante e metodica manutenzione della sentieristica va attuata con determinata convinzione; ed è l’azione da esercitare verso le pubbliche istituzioni, dalla Regione-Campania alla Provincia di Avellino, dal Comune alla Comunità montana e all’Ente Parco del Partenio.
I SEGNI NATURALISTICI ALLA RISCOPERTA DEI PATRIARCHI VERDI. S.O.S. PER IL PLATANO SECOLARE DI “FONTANA VECCHIA”
E’ il quadro, nel quale possono inserirsi varie attività e manifestazioni, con cui coniugare natura– ambiente– paesaggio–t erritorio– sport– musica– teatro – linguaggi elettronici-cortometraggi, al di là dell’ambito temporale di dicembre, che per consuetudine è dedicato alla Festa del Maio. Una lunga linea d’intenti e propositi, quella tracciata, nella quale l’Associazione Maio Santo Stefano ha innestato nell’immediato l’input partecipativo al Censimento degli alberi monumentali – i classici Patriarchi verdi– contemplato dalla legge 10 del 14 gennaio del 2013, con riferimento alle norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani; norme, che stabiliscono la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale. La legge è la prima del genere con valenza nazionale e conferisce alle amministrazioni comunali le competenze a porre in atto il Censimento dei Patriarchi verdi, sia con rilevazioni dirette, sia mediante segnalazioni di Enti pubblici, Associazioni, istituti scolastici, cittadini. E con il Censimento dei Patriarchi verdi l’impegno del sodalizio, d’intesa con le istituzioni e le scuole, è mirato a far ripristinare la Festa dell’albero e la messa a dimora di un albero, in coincidenza con una nuova nascita; usanza, quest’ultima, ch’è stata rispettata per alcuni anni con alcune piantumazioni nella Villa comunale, per essere posta nel dimenticatoio.
Il Bel Paese si promuove e valorizza anche e soprattutto con l’osservanza di leggi di così rilevante significato per il costume sociale. E per l’Associazione, presieduta da Stefano Guerriero, la prima segnalazione all’Ente di corso Garibaldi sarà correlata con la scheda identificativa e anagrafica del secolare, maestoso platano che… svetta sul degrado generale di “Fontana vecchia”, il sito in cui s’incrociano gli itinerari che collegano Mugnano del Cardinale, Baiano e Visciano, sia con strade asfaltate che con sentieri collinari. Un sito un tempo ben curato, anche per la fresca e leggera acqua che sgorgava dal canaletto in pietra di roccia dalla sua fonte inserita in un complesso di residenza rurale, con annessa chiesa, che allo stato soffre la condizione dell’incuria e dell’abbandono. E la stessa acqua, derivata dall’ingegnoso e piccolo qanat pedecollinare realizzato nei paraggi, non è più …” ricercata”, piena com’è dei residui di erbicidi, anticrittogamici, fertilizzanti chimici e quant’altro viene irrorato sui circostanti noccioleti, per incrementarne la produzione. Come dire, acqua a rischio e pericolo per la comun salute. Da evitare.