Nei giorni scorsi ci sono state continue segnalazioni dei cittadini del comprensorio avellano circa le bruciature e l’inquinamento atmosferico derivato dalla combustione di pesticidi, talvolta plastica ed altre composti chimici utilizzati in agricoltura in modo sbagliato. Dopo le segnalazioni i sindaci di Baiano e Avella hanno provveduto a pubblicare gli avvisi e i divieti non risolvendo di certo la situazione. Bellofatto presidente dell’Associazione Piccola Cometa per l’iniziativa “Salviamo l’Ambiente” ha voluto fare un attenta analisi scuotendo ulteriormente le coscienze degli addetti ai lavori: “Bruciare ramaglie, foglie, residui vegetali e sterpaglie è una delle pratiche più diffuse e più “idiote” utilizzate dagli agricoltori e anche dai singoli proprietari di orti e giardini. Nei falò tra l’altro, spesso finiscono qualche pezzo di telo di plastica, rete di sostegno di fagioli o altri scarti non vegetali. Un aggiunta che rende ancora più impattante e inquinante questa pratica dura da debellare. Infatti bruciare significa inquinare.. bruciare residui vegetali sprigiona sostanza decisamente inquinanti in primis il benz(a)pirene (dal sito dell ARPAV)…”Tra questi il benzo(a)pirene (BaP) è il componente più studiato per la sua ampia diffusione nell’ambiente a concentrazioni efficienti e per l’elevata tossicità. E’ oggetto di attento studio anche il possibile effetto mutageno e cancerogeno di miscele di IPA. Va sottolineato che gli IPA possono interagire con altre sostanze cancerogene presenti nell’ambiente, potenziandone l’effetto. Nell’animale da esperimento sono stati evidenziati anche numerosi effetti tossici, diversi dal cancro, a carico della cute, dell’apparato respiratorio, del sistema immunitario e del sistema riproduttivo.. Da non dimenticare che dai vari falò vengono sprigionate diossine, benzene, monossido di carbonio, polveri sottili, in quantità molto preoccupanti..per non parlare dei vari residui da potature di alberi, viti, noccioli, coltivazioni super trattate con prodotti chimici di sintesi.. Ma oltre alla seria minaccia alla salubrità dell’ambiente e alla salute di tutti noi, è decisamente sciocco bruciare del materiale che debitamente compostato puo’ fornirci dell’ottima sostanza organica, di cui i nostri campi e orti hanno spesso estremo bisogno. Varie le pratiche che possiamo mettere in atto per utilizzare e/o compostare i vari materiali vegetali, dal classico cumulo da realizzarsi in una zona marginale del campo o dell’orto, alla realizzazione di lasagne e cumoli di coltivazione..fino alla pacciamatura (soprattutto con foglie, cippati, ramaglia sminuzzata, paglia o fieno). Inoltre, come già sottolineato in altri interventi, con particolare riferimento alla nostrana produzione corilicola, l’erba non andrebbe in alcun modo trattata con erbicidi bensì, rasata in modo di mantenere il giusto humus del terreno per una produzione di qualità e soprattutto evitare inquinamento di falde acquifere e il fenomeno di eventi alluvionali dovuti al mancato assorbimento delle acque in un terreno secco e duro. Leggevo nei post del Prof. Giovanni De Feo che ogni nostra azione produce inquinamento, per cui evitare pratiche inutili e idiote porterebbero enormi benefici all’ambiente. Il giornale La Bassa Irpinia ha pubblicato una lettera firmata dalla figlia di un così detto “ AFFUMICATORE” che difendeva a spada tratta questa pratica, schernendo il costituendo comitato ANTIAFFUMICATORI che profonde un impegno per la tutela della salute e dell’ambiente. Potremmo rispondere arrabbiati a queste considerazioni, ma è preferibile invitare queste persone a documentarsi prima di profferire giudizi IDIOTI perché il nostro impegno di salvaguardia dell’ambiente tutela anche loro. Gruppo “COLTIVARE CONDIVIDENDO” – Avellana Associazione la piccola cometa – sito ARPAV – Metodo Greenopoli di Giovanni De Feo edizioni Il Papavero