Si rinnova, come da sempre, la tradizione della visita, che la comunità cittadina dedica, il martedì dopo-Pasqua, all’Eremo di Gesù e Maria, sull’omonima collina, in cui trionfano i verdeggianti uliveti. Una visita, ch’è anche la classica… gita fuori-porta, con salutare e comoda passeggiata, che si compie lungo i sentieri in dolce pendio dei tre versanti, che dal centro abitato conducono alla sommità dell’area collinare, autentica e magnifica terrazza del Bel vedere, che proietta lo sguardo verso la pianura nolana e il Golfo di Napoli, per un lato, mentre per l’altro lato fa seguire il lungo serpente dell’A-16 della Napoli-Avellino-Bari, con la visuale aperta verso Monte Arciano e l’ardito, ma anche insidioso viadotto di Acqualonga della stessa A-16.
Sono i sentieri, che si diramano dall’antico e caratteristico quartiere del Tuoro, fino ad alcuni decenni fa operosissimo per i tanti terranei, vere “botteghe” artigiane, in cui lavoravano tanti cestai; quartiere, quasi spopolato, in cui si conservano, per buona sorte ancora, splendide tracce della splendida pavimentazione, ch’era costituita dalle pregevoli pietre vulcaniche bianche del tempo andato, per di più con valore economico inestimabile, al di là di quello ancor più inestimabile, se rapportato alla dimensione dell’affettività della memoria della comunità e ai tocchi di sobria linearità e costante manutenzione dell’arredo urbano di una volta. Sono tracce residuali, purtroppo, di pietre di bianco sfumato e scampate al barbarico e oltraggioso saccheggio del dopo terremoto, posto in atto, per dare lustro ai viali d’accesso ai “palazzi di case” o alle super ville dei soliti arricchiti, le cui costruzioni sono state realizzate al limite delle normative urbanistiche e edilizie, o violandole del tutto. Nell’omertoso e generale silenzio, mentre i pubblici controllori erano- e sono- in stato di …latitanza .
Ma questo è un discorso…a sé stante, i cui crucci, tuttavia, restano difficili da rimuovere e cancellare, nonostante gli anni trascorsi…dal malfatto. Certo è che la coralità dell’odierno evento avrà un connotato speciale, per la presenza del vescovo della Diocsi di Nola, Beniamino Depalma, che officerà la celebrazione eucaristica, alle ore 16,00. E’ una presenza, tuttavia, non nuova, quella del presule all’Eremo di Gesù e Maria. Si ricorderà che uno dei primi atti a qualche anno dall’insediamento alla guida della Diocesi di San Felice e San Paolino, avvenuta nel 1999, padre Beniamino partecipò azione nel 2002 alla manifestazione inaugurale del recupero e restauro filologico del monumentale complesso, costruito nel ‘600, ma reso fatiscente dall’usura del tempo, fino all’aggressione del terremoto dell’80.
Un eccellente intervento, fatto realizzare per impulso e progettazione dell’amministrazione-Napolitano e condotto dalla Soprintendenza ai beni artistici, archeologici, ambientali e storici di Avellino–Salerno, con la coordinazione dell’architetto De Rosa, mentre la documentazione storica fu opera della dottoressa Maria Grazia Cataldi. L’impegno di spesa fu di 150 mila euro, pari a 300 milioni di lire del vecchio conio. Nel 2008, il sigillo del recupero con ripristino delle pitture parietali della Chiesa del complesso eremitico, ch’è incardinato nella disponibilità della Chiesa parrocchiale di Santo Stefano, con titolo di proprietà per il Comune di Baiano, che, a sua volta, ha ceduto in comodato d’uso gratuito il complesso alla Diocesi nolana.
L’ Eremo di Gesù e Maria in questi anni, grazie al fervido impegno di fede e alla solerte cura, che suor Maria Costanza Crisafulli dedica al complesso eremitico, garantendone persino il doveroso e pieno rispetto ambientale, é diventato un luogo di preghiera e di raccoglimento, meta quotidiana di credenti e non. Un’oasi di conciliazione con Dio, se stessi e la natura.