Pietra dopo pietra, in senso concreto oltre che metaforico, è stato recuperato e restituito alle comunità del territorio. E’ il seicentesco complesso – la prima edificazione viene fatta risalire al ‘300 – dell’ Eremo di Gesù e Maria che si staglia sulla parte alta dell’omonima collina verdeggiante di uliveti, ai cui piedi si distende il centro urbano, prendendo l’input dall’ antico e lindo quartiere del Tuoro, attraversato dalle caratteristiche stradine, che ancora conservano la bella pavimentazione in basalto di pregiate pietre grigie e bianche; stradine, su cui un tempo si affacciavano i vani-terranei, che utilizzavano – come cuore sia di vita familiare che come laboratori- i numerosi cestai, che, insieme con contadini e boscaioli, ne sono stati fino a mezzo secolo fa la vera anima sociale e produttiva , con diffuse e serene relazioni d’amicizia.
Il complesso architettonico, il cui fulcro è costituito dalla Chiesa, dedicata alla Madonna del Soccorso, è davvero rinato nella dimensione fisica, per diventare spazio di fede e di spiritualità, sempre più animato e frequentato da persone di ogni età e persino da amanti del ciclo-cross, che ne hanno fatto una meta …obbligata delle loro escursioni tra il Monte Arciano e i Monti Avella, con costante assiduità almeno una volta alla settimana, soprattutto nelle giornate domenicali, quale che sia la stagione dell’anno. E sono davvero tanti quelli che vi sostano in raccoglimento e provengono anche dall’area nolana e vesuviana, da Napoli e dal suo immediato hinterland.
E dire che fino agli anni ’80 l’intero sito sacro era stato il penoso simbolo della fatiscenza e dell’abbandono, in gran parte ridotto in rudere: una deformata e sfilacciata ombra di se stesso e di quello che aveva rappresentato per la comunità fino a qualche secolo fa. Uno stato di vergognosa incuria, a cui né amministrazioni comunali – il complesso con le contigue particelle di suoli agrari è di proprietà dell’Ente di corso Garibaldi – e neanche il clero avevano posto uno straccio di rimedio, che ne contenesse almeno l’avanzante degrado, per non dire di qualche maldestro e…avviato tentativo di cementificazione per un improbabile impianto sportivo, proprio in un sito di pertinenza a ridosso del complesso architettonico; tentativo, intrapreso oltre venti anni fa e bloccato dalle coraggiose contestazioni di una sparuta ed isolata …pattuglia di ambientalisti, decisi a far valere la funzione del vincolo di tutela e salvaguardia, che nel 1988 era stato decretato, con tempestiva opportunità, dall’allora ministro Vincenza Bono Parrino; vincolo, attestante sia le significative valenze d’interesse architettonico che la storicità dell’ Eremo e dei siti circostanti. E la rimozione della massiccia piattaforma cementizia, che già era stata realizzata, fu deliberata e fatta eseguire dall’amministrazione-Napolitano, ripristinando la legalità violata….
La svolta nel ’94 con la qualificata operazione dell’amministrazione- Napolitano, che promosse ed intraprese le attività di progettazione e di attuazione del restauro e del ripristino funzionale del diroccato complesso, in uno con la riqualificazione naturalistica dell’intera area, in virtù dell’adesione al Progetto integrato intercomunale degli itinerari turistici e culturali della Valle dell’antico Clanis, con l’acquisizione del relativo finanziamento comunitario europeo; attività concluse e completate, con l’eccellente intervento di recupero filologico, realizzato dal personale della Soprintendenza dei beni culturali di Avellino, Salerno e Benevento, nel corso dell’amministrazione-Masi. Poi seguì l’esercizio del comodato d’uso gratuito dell’ Eremo restaurato affidato dall’Ente di corso Garibaldi, che ne conserva i titoli di proprietà, alla Curia diocesana di Nola, che vi promuove ed indice frequenti incontri di preghiera e di conoscenza delle “Letture sacre”.
Al restauro fisico si è venuto accompagnando, in tutti questi anni, l’incisiva e costante opera di valorizzazione dell’Eremo, grazie all’impegno di Suor Maria Costanza Crisafulli, donna di forte fede religiosa, che, tassello dopo tassello e con tenacia, ha ridato normalità di vita all’intero sito, evitando con coraggio e fermezza il rischio che si trasformasse nel riservato ritrovo–gabbia, quale cominciava ad …essere, per giovani smarriti nei labirinti del consumo di sostanze stupefacenti. E c’é da dire che la Suora–eremita per antonomasia è eccellente e ben stimata artista con particolare predilezione nel raccontare temi sacri su tavolette lignee di vari formati, avvalendosi della tecnica del “decoupage”.
C’è di più: la buona capacità nella manipolazione artigianale del legno e la raffinatezza con cui si avvale nell’impiego del “decoupage”, hanno permesso alla Suora–eremita di “arricchire” – di anno in anno- con molteplici elementi l’intera area dell’ Eremo, tra cui le quattordici stazioni della Via Crucis, che fanno da guida verso il sacro complesso. Poi, a Natale 2014, grazie all’impegno di volontariato di due imprenditori- Andrea Colucci e Salvatore Montuori– è …ritornata a diffondere i suoi rintocchi argentini, la campana, installata nel campanile della Chiesa della Madonna del Soccorso. E della campana dell’Eremo s’era perduta persino la memoria…dell’esistenza. E così i suoi rintocchi si rincorrono, echeggiando e…salutando il mezzogiorno, mentre nelle ore notturne il mini-faro della vetta del campanile proietta il suo fascio di luce…. Un ulteriore elemento di “arricchimento” è stato “inserito” nell’area del sacro complesso alla vigilia della domenica delle Palme, con l’inaugurazione dell’Altare esterno alla Chiesa. Un annuncio-prologo per la Santa Pasqua 2015
E per martedì, dopo il Lunedì dell’Angelo, c’è la tradizionale gita sulla collina di Gesù e Maria. Una consuetudine cara alle comunità del territorio. E sarà anche l’occasione opportuna, per comprendere e conoscere meglio la bella rinascita dell’ Eremo.