Con la presente esprimo la solidarietà del nostro Vescovo, Mons. Beniamino Depalma, e mia personale, alla Comunità tutta e in particolare alle famiglie colpite. Il dolore condiviso risana le nostre relazioni interpersonali e genera sostegno, sollievo e compagnia nei tratti difficili della vita. La fraternità autentica, però, rende necessaria anche una riflessione corale sui fatti dolorosi accaduti nel pomeriggio di Natale. È doveroso fare chiarezza circa comportamenti che, nel modo più categorico, non esprimono nessuna devozione nei confronti di S. Stefano. L’utilizzo di botti illegali manifesta devianza, attenta alla incolumità delle persone e offende la dignità della religiosità di un popolo. Si ritiene opportuno esortare un abbandono definitivo di queste pratiche, purtroppo consolidate, che espongono a seri rischi non solo le singole persone ma anche la collettività. Nel corso degli anni infatti tante persone della Comunità baianese sono state segnate nel corpo e nella mente.
È giunto il tempo di fare una riflessione seria sulle feste popolari. Giovanni Paolo II ha sottolineato che la pietà popolare è un vero tesoro del Popolo di Dio e deve essere strumento di evangelizzazione e di liberazione cristiana. La nostra terra è ricca di molte feste e tradizioni sacre, legate al culto cristiano. Ma, spesso, ha fatto registrare contraddizioni, talvolta stridenti, tra le manifestazioni religiose popolari e il messaggio evangelico che pur esse vorrebbero e dovrebbero veicolare. In molti casi le feste popolari del nostro territorio hanno solo la parvenza del sacro. Svuotate del loro contenuto cristiano esse non rendono credibile la fede agli occhi degli indifferenti e dei lontani. La pietà popolare, “se è ben orientata – dice un documento recente dei vescovi della Campania – è ricca di valori. Manifesta infatti, come diceva Paolo VI, “una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono riconoscere; rende capaci di generosità e di sacrifici fino all’eroismo, quando si tratta di manifestare la fede; comporta un senso acuto degli attributi profondi di Dio: la paternità, la provvidenza, la presenza amorosa e costante; genera atteggiamenti interiori raramente osservati altrove al medesimo grado: pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione” . Guardando, però, a quello che e accaduto a Baiano, bisogna , purtroppo, notare una certa distanza tra alcune espressioni della religiosità popolare e il messaggio cristiano. “Le feste religiose – continua il Documento dei vescovi campani – siano autentiche celebrazioni di fede incentrate nel mistero di Cristo e siano purificate da infiltrazioni profane”. Sarà necessario, allora, vivere le manifestazioni esterne del culto popolare in modo che siano espressioni autentiche e comunitarie di fede. Dobbiamo tutti riscoprire lo scopo insito in ogni festa religiosa: la glorificazione di Dio e la santificazione dell’uomo. Anche il momento ludico-esterno è un “elemento importante della festa e non va staccato dal momento religioso”, ma “non è concepibile che la festa religiosa si riduca a manifestazione paganeggiante, soprattutto con sperpero di denaro”. Anche in queste occasioni di festa è necessario che la nostra religione non si riduca a qualche pratica esteriore, ma dovrà incidere sul modo di pensare, di giudicare e di vivere dei cristiani. Infatti il pericolo più grave cui la pietà popolare va incontro è quella di restare un fatto esteriore e superficiale che non tocca l’uomo nel suo cuore e nella sua vita, un fatto legato cioè a particolari condizioni sociali e ambientali. È vera festa di un popolo quando sappiamo vivere la solidarietà con i poveri per condividere con loro il pane, i tempo, i beni della terra.
Auspicando un’attenta riflessione e maturazione di tutta la comunità cristiana del baianese, si esorta, così come voluto dal nostro Vescovo e dallo stesso Papa Francesco, a manifestare la propria fede e devozione verso il Santo, attraverso opere di misericordia e di solidarietà che siano espressione di interesse e di attenzione verso i più sfortunati e bisognosi, ma anche verso le esigenze delle chiese che, a Baiano, versano in condizioni strutturali precarie. Soprattutto in considerazione dei tempi di crisi economica che viviamo, lo sperpero di denaro rappresenta un vero affronto verso il disagio di tanti, che, anche nel silenzio, subiscono tali situazioni di povertà. Il Natale del Signore Gesù “provochi” in ognuno di noi vera conversione al bene comune e un’attenzione perseverante ai più deboli della nostra comunità cittadina. Questa è e deve essere la vera festa per tutti i baianesi: la condivisione.
Auguro alla Comunità baianese un 2014 fruttuoso, pieno di serenità e di crescita nella sapienza e nelle grazia di Dio.