Le rinnovate -e ritrovate- atmosfere di allegria popolare, caratteristiche delle fasi-clou della Festa del Maio, sono state già “catalogate” ed affidate all’archivio della…memoria della comunità cittadina. Lo spartito della tradizione è stato rispettato ed interpretato al meglio, secondo le coordinate della sicurezza e della vivibilità da garantire all’ Evento; coordinate, che sono state la…stella polare dell’attività delle Associazioni e dei gruppi, i soggetti attivi della Festa, in stretta sinergia con la civica amministrazione, che ha reso istituzionale la Festa, quale bene del patrimonio immateriale della comunità e del territorio . E con la tradizione pienamente osservata, si sono integrati, a giusta misura, elementi di significativa innovazione con spettacoli, mostre d’arte fotografica, convegni sul folclore del territorio ed altro ancora, sulla scia di quello che già si è realizzato da qualche anno a venire in qua. Un percorso da arricchire ancora di più nella qualità delle proposte, con il prossimo anno.
Intanto, per la chiusura del Dicembre del Maio, edizione 2014, l’appuntamento è con il fascino delle note, nel segno dell’ormai tradizionale Concerto della Banda in Chiesa, con la direzione del Maestro Pasquale D’Anna. Ricco e piacevole il repertorio, che sarà eseguito, tra cui l’adattamento per Grande banda, con l’”Ave Maria” di Charles Gounod e “ Aggiungi un posto a tavola” di Armando Trovaioli; l’adattamento si deve a Daniele Saccone, prestigioso Maestro e compositore. dei In repertorio. Il Concerto è in programma domani, martedì, 30 dicembre, nella Chiesa Madre di Santa Croce alle ore 19, ed è proposto dalla benemerita Associazione musicale “Amici del Maio”.
“La svolta c’è stata, com’era prevedibile, dopo le vicende e le involuzioni degli ultimi anni. La deriva, in cui la Festa rischiava di finire irrimediabilmente, è stata non solo rigettata e depotenziata, ma si sono anche determinate le condizioni, perché si rigeneri e si valorizzi sempre di più sul piano della partecipazione. E, aspetto di particolare rilievo, lo sparo dei fuochi d’artificio legali è stato contenuto ai livelli minimi di normalità, mentre dei “botti” illegali non s’è fatto alcun uso, per la prima volta, confermando come e quanto sia stata importante l’opera di dissuasione e ripetere gli inconsulti eccessi del passato. La riprova sta nel fatto che non si è verificato alcun incidente o infortunio, come negli altri, a causa dei “botti”. E’ il giudizio a presa rapida, con cui il professore Enrico Stago, rende merito allo stile e alla…perfezione, con cui è andato in scena l’ Evento nelle due giornate, che per consuetudine ne segnano l’apice, il top…di coinvolgimento emotivo, quella della …Vigilia del 24 e quella della Natività di Gesù.
“Uno svolgimento migliore non poteva esserci- commenta il dottor Antonio Vecchione, imprenditore, che alla Festa ha anche dedicato una monografia descrittiva di “uomini, aneddoti e fatti”.Non c’è alcun dubbio che la Festa è stata davvero vissuta con la coralità, che le appartiene, in un’atmosfera bella e serena. E con alcuni, ma piccoli e semplici correttivi è certamente suscettibile di rilevanti miglioramenti sul piano della vivibilità e dell’attrazione. La strada imboccata- aggiunge Vecchione– è buona, per la valorizzazione e la fruizione al meglio della manifestazione, che rappresenta il folclore cittadino e del territorio”.
Sono – quelle di Stago e Vecchione, cultori della Festa fin da quando indossavano i calzoncini corti e anche ora…da giovani nonni…in calzoni normali- considerazioni appassionate e dettate a…caldo, si fa per dire, nel rappresentare “lo stato delle cose svoltesi”. Né – va detto- si sono risparmiati come tradizionali portatori di “sarcinielli” a…spalla, con il peso – questa volta controllato- di poco superiore ai tre chilogrammi ciascuno, per alimentare “ ‘o fucarone” ai piedi del Maio, facendo parte della …squadra, coordinata da Ciccio Sgambati, Ciccio e Luca Candela; squadra efficiente, cui si è accompagnata una super–squadra di giovani e giovanissimi portatori di “ sarcinielli” . E va ricordato che “ ’ e sarcinielli”- le fascine con fogliame e rami di castagno del bosco Arciano ed utilizzate nei forni comuni delle corti, “ ’e curtine ”- sono stati uno dei simboli della panificazione domestica; l’altro simbolo è il lievito, “ ‘o criscito” al naturale, che le famiglie si scambiavano a turno ogni due settimane, nel segno delle solidificate relazioni interfamiliari e interpersonali. Da evidenziare che la panificazione domestica, è stata molto praticata nella comunità locale fino agli anni dell’immediato secondo dopo-guerra mondiale.
E la farina per panificare- fino agli anni ’50- è stata costituita dal grano germano- “ ‘ o gran ‘ e iermano”, in pratica, segale, o dalla farina di grano turco o di castagna, o anche dalla commistione, in genere, dei primi due tipi di farina. Ed il pane prodotto si conserva integro e fresco, ma soprattutto gustoso per due settimane. La farina del “pane bianco” e del doppio zero si conoscerà ed utilizzerà solo con i rifornimenti alimentari, che arriveranno da Oltre Atlantico ed inseriti nel vasto programma dell’Erp per gli aiuti socio-economici e finanziari degli States a favore dell’Europa occidentale devastata e stremata dalle vicende belliche; programma meglio noto come Piano Marshall, realizzato dal 1947 al 1951, i cui primi imponenti carichi alimentari dell’ U.S. Navy, approdarono appunto nel porto di Napoli nel ’ 48, mentre dal ’ 44 in poi proprio nella città partenopea e nella vasta area di riferimento si erano venute formando le…piattaforme del contrabbando di ogni tipologia di merci e prodotti….Ma questa è un’altra storia. Da non dimenticare, pur nella sua complessità ed in virtù della… pluri-vision, con cui si ravviva il caleidoscopio della memoria, il cui scandaglio, affrancato da pre-giudizi, aiuta a conoscere il passato nelle sue luci ed ombre; memoria, che non si rifugia negli struggimenti della nostalgia, quasi a voler ri-vivere e a voler far ri-vivere lo stesso passato, fuggendo… il presente.
“ L’obiettivo di realizzare la fase culminante e centrale del Dicembre dedicato al culto arboreo del territorio proprio nella giornata del Maio e in quella sua Vigilia, dedicata alla preparazione della preziosa ritualità dei “sarcinielli ”, credo che sia stato raggiunto- spiega Andrea Crisci, il giovane presidente dell’Associazione, coordinatrice delle manifestazioni programmate e attuate ad iniziare dal 5 dicembre. E’ un risultato, il cui merito va alle associazioni, ai gruppi di volontariato e della Protezione civile, alle istituzioni comunali e scolastiche, all’intera cittadinanza, al clero, alle rappresentanze dell’Ordine pubblico. Tutti hanno concorso a ritrovare e a riaffermare i valori e i significati della Festa.
Al di là di queste semplici osservazioni, dettate all’impronta dell’immediatezza, credo che tra qualche settimana l’Associazione Maio di Santo Stefano renderà pubblico il bilancio civico ed economico delle iniziative condotte in porto. E’ un atto dovuto e doveroso di trasparenza verso i cittadini. In ogni caso, ritengo che siano state poste le premesse, per il pieno rilancio della Festa, che ha ritrovato la sicurezza e la vivibilità, restate offuscate da alcuni episodi disdicevoli degli annui scorsi, ma senza intaccare i valori della Festa ; valori riaffermati e ribaditi, per i quali è stato decisivo il sostegno dei giovani, soprattutto per l’attiva e responsabile presenza femminile. Si è fatto tanto, operando anche sotto-traccia”.
“La Festa del Maio – commenta l’assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica, Luigi Bellofatto– ha fatto registrare un successo di partecipazione notevole. Gli auspici espressi nei mesi scorsi per la buona riuscita della manifestazione si sono realizzati, sul piano della sicurezza e della normalità. Bisogna proseguire sulla strada intrapresa, ch’è quella della coesione. La Festa è di tutti. E tutti ne sono artefici, condividendone ruoli e responsabilità. La Carta del Maio è ben articolata e nell’approvarla il Consiglio comunale ha inteso valorizzare l’intero ciclo di manifestazioni, che ruotano intorno al culto arboreo del territorio”.
“E’ stato compiuto un buon lavoro – chiude la …carrellata di commenti, il sindaco Enrico Montanaro– da tutte le associazioni, che hanno cooperato con spirito fattivo. La regia dell’Associazione Maio di Santo Stefano si è rivelata attenta, efficace e responsabile, rapportandosi con le istituzioni cittadine, il clero e la scuola, sviluppando un’interlocuzione incisiva e di ampio respiro, soprattutto sul piano della comunicazione sociale e dei convegni di studio sul folclore del territorio. Il Consiglio comunale ha elaborato ed approvato, a sua volta, la Carta del Maio, il documento che nel conferire il carattere istituzionale alla Festa, ne riafferma e recupera i valori, che sono parte integrante della memoria e della storia della comunità. E’ la condizione, per valorizzarla quale bene comune. Le prospettive che si aprono sono interessanti”.