E’ in programma sabato, diciassette gennaio alle ore 18, nella sede del Circolo socio-culturale “L’Incontro”, in via Luigi Napolitano, il pubblico convegno, che rivisita ed analizza “ Il ruolo del Servizio sanitario nazionale e la centralità dell’etica professionale del medico nell’ambito delle politiche della spending review”.
La tematica di stringente attualità sarà tratteggiata dal presidente dell’Ordine dei medici di Avellino, Antonio D’Avanzo; un percorso di approfondimento sui principi-cardini, con cui negli anni ’70 fu istituito il Servizio sanitario nazionale, rilevante conquista sul piano dei diritti civili per una democrazia aperta e matura, con proiezione nei nostri giorni. Sono i noti principi di equità, solidarietà ed universalità, che connotano il dettato costituzionale, nel configurare il prospetto dei diritti alla salute, la cui articolazione contempla non solo l’assistenza medico-sanitaria, strettamente intesa sui versanti della prevenzione e delle terapie, ma anche e soprattutto la salvaguardia, tutela e promozione della qualità dell’ambiente, concepito nella sua più ampia valenza di significato, in connessione con la conservazione della naturalità delle sue matrici strutturali, quali sono l’aria, l’acqua, la terra e il sottosuolo, condizioni basilari per l’esistenza di tutte le specie e forme viventi. Un profilo ben chiaro, che conferisce un senso ben identificato e identificabile alle precipue finalità del welfare state e alla sua normale applicazione.
Nello scenario degli attuali contesti, però, i principi fondanti del Ssn sono sottoposti a dura prova dalla crisi economica in atto nell’Europa comunitaria e segnatamente in quella dell’Area mediterranea; crisi a spirale avvolgente, che comprime ed attanaglia da circa dieci anni ormai i Paesi strutturalmente più deboli e fragili di Eurolandia negli assetti produttivi e di economia reale, com’è appunto l’Italia. Una situazione, le cui criticità incidono sul sistema dei servizi di interesse pubblico e, in particolare, su quello sanitario. Una condizione, che, di fatto, non solo è radicalmente cambiata rispetto alle valenze operative, praticate fino al biennio 2007\2008, ma ha anche determinato l’adozione delle politiche di razionalizzazione e di riqualificazione della spesa pubblica, tradotta nei cosiddetti “tagli” lineari dei finanziamenti statali, in parole più semplici nel contenimento drastico delle disponibilità delle risorse economiche, derivate dalla fiscalità generale; contenimento di rigore e di austerità, che hanno segnato- e segnano negli ultimi anni- le Regioni, che non sono state espressione di governante virtuosa, soprattutto nel Sud, drogato dalla perversa anti-socialità dell’ assistenzialismo e del clientelismo a tout faire.
E’ il quadro, nel quale risalta ancora di più, tuttavia, la centralità del medico, impegnato nella reale quotidianità di lavoro negli ambiti territoriali del Servizio sanitario nazionale; quadro, nel quale il medico, che deve rapportare la sostenibilità economica del proprio operato con la responsabilità e l’etica del ruolo professionale. E’ un rapporto, che spesso incrocia implicazioni giuridiche e legali di particolare delicatezza e complessità, fino a ridimensionare lo stesso status professionale del medico. E gli effetti sono scontati dalla cosiddetta “centralità del paziente”, per la quale il Servizio sanitario, in larga misura, è concepito e prefigurato dalla Carta costituzionale, ma che troppo spesso è restato – e resta- relegato nella morta gora della retorica declamazione delle pure enunciazioni di principio, nella generale indifferenza delle istituzioni preposte e nella latitanza della politica; indifferenza e latitanza, componenti del binomio a cui è sotteso il depotenziamento di quel senso dello Stato, ch’è presidio della civile convivenza. Depotenziamento, che non è generato, notoriamente, dai…marziani. Intelligenti pauca. Come per dire a buon intenditore, poche parole.