Sullo spettacolo andato in scena ieri sera nella location magica dell’anfiteatro di Avella interviene il prof. Francesco Scotto sottolineando la bravura del regista “Credo che il Teatro di Enzo Marangelo, come quello di tutti i registi che lavorano nell’ombra, lontano dal T.N.S.M. ( Teatro Nazionale Stabilmente Morto), vada seriamente studiato; è uno di quei teatri che ti fa ancora credere che vi sia una necessità artistica nel farlo, nel realizzarlo, una passione viva, vitale, semplice, ma mai banale. Stasera ho visto il suo “Memorie di Adriano” tratto dal libro della Yourcenar (ed. Einaudi), in precedenza avevo visto un suo “Quad” di Samuel Beckett, qui, nella rappresentazione del testo dell’irlandese, l’ossessione dei movimenti navigava felice nell’assenza di parole, lì l’eccesso di verbalizzazione testuale veniva contrappuntato da un’essenza di movimenti rigorosa e formale, il tutto nel pieno rispetto filologico del testo, senza tradimenti, anzi arricchendolo del proprio touch discreto e non preminente. Piccole cose, ma che se non ami davvero il fare teatro, se non ami davvero questo lavoro, non riusciresti mai a fare. Piccole cose che ancora ti fanno credere che, in fondo, vale la pena di farlo questo teatro…Grazie Enzo”.