BAIANO. Le interazioni delle religioni per un mondo umano all’” incontro” Franco Manganelli rivisita il pensiero di Giuseppe Palomba

BAIANO. Le interazioni delle religioni per un mondo umano all’” incontro” Franco Manganelli rivisita il pensiero di Giuseppe Palomba

di Gianni Amodeo 

BAIANO. Le interazioni delle religioni per un mondo umano all’” incontro” Franco Manganelli rivisita il pensiero di Giuseppe Palomba BAIANO. Le interazioni delle religioni per un mondo umano all’” incontro” Franco Manganelli rivisita il pensiero di Giuseppe Palomba BAIANO. Le interazioni delle religioni per un mondo umano all’” incontro” Franco Manganelli rivisita il pensiero di Giuseppe Palomba BAIANO. Le interazioni delle religioni per un mondo umano all’” incontro” Franco Manganelli rivisita il pensiero di Giuseppe Palomba BAIANO. Le interazioni delle religioni per un mondo umano all’” incontro” Franco Manganelli rivisita il pensiero di Giuseppe Palomba BAIANO. Le interazioni delle religioni per un mondo umano all’” incontro” Franco Manganelli rivisita il pensiero di Giuseppe Palomba BAIANO. Le interazioni delle religioni per un mondo umano all’” incontro” Franco Manganelli rivisita il pensiero di Giuseppe Palomba BAIANO. Le interazioni delle religioni per un mondo umano all’” incontro” Franco Manganelli rivisita il pensiero di Giuseppe Palomba BAIANO. Le interazioni delle religioni per un mondo umano all’” incontro” Franco Manganelli rivisita il pensiero di Giuseppe PalombaUna personalità di intensa e profonda interiorità, nella ricerca di ancoraggi certi sia sul versante esistenziale che su quello dell’orientamento, in grado di dare un senso di compiutezza alla “lettura” della realtà sociale; ricerca vissuta, in prima fase, non solo al filtro delle visioni della spiritualità magica con forti addentellati nell’esoterismo, ma anche della Massoneria e, in prosieguo, aderendo alle concezioni islamiche, fino all’approdo al cristianesimo cattolico, che diventa polo catalizzante e appagante dei suoi aneliti e slanci ideali. Sono tre aspetti e profili di esperienze distinte negli approcci e negli esiti, i cui sedimenti, lievitando con la spiritualità del Vangelo, segnano la personalità di Giuseppe Palomba – nato a San Nicola la Strada il 9 maggio del 1908 e morto a Napoli il 30 gennaio del 1986- docente di Economia politica che ha lasciato tracce diffuse e considerevoli del proprio insegnamento negli Atenei di Catania, Roma e nella Federico II.

Sono tracce testimoniali, che, nel prospettare i possibili percorsi di superamento dei paradigmi e dei codici delle teorie economiche elaborate dalla cultura dell’Ottocento e consolidatesi in quella del Novecento, dal capitalismo al marxismo materialista, inclusa la variante leninista, dal corporativismo dirigista all’interventismo propulsivo dello Stato secondo Keynes, fanno risaltare, per antitesi, le valenze della dottrina sociale del cristianesimo, radice e proiezione in quella cattolicità – intesa e interpretata, quest’ultima, nell’autenticità del significato etimologico dell’espressione – equivalente all’ universalità che accomuna uomini e popoli, nel correlare religioni e società. Ed è una linea d’orizzonte, che merita ragionevole attenzione, a fronte delle complesse condizioni della contemporaneità, in cui gli scenari dell’Economia-mondo sono sempre più mutevoli e variegati per il susseguirsi – in rapida ed incalzante successione- delle innovazioni della tecnologia e dell’intelligenza artificiale dispiegata dalla robotica e dalla cibernetica, che formano gli assi portanti della radicale, capillare e pacifica rivoluzione del lavoro e dei sistemi di produzione generatasi nell’arco degli ultimi tre decenni.

E’ la prospettiva, che Palomba ritiene praticabile rispetto agli schemi culturali Otto-novecenteschi, per se stessi superati dalla rivoluzione tecno-tronica, facendo leva sulle religioni, riconoscendone e rispettandone i valori d’identità, le distinte liturgie e professioni di fede; è la leva, che costituisce il cardine delle relazioni, con cui l’umanità può strutturare le dinamiche di una società a dimensione di libertà e di giustizia, bandendo sia i fondamentalismi ideologici e di qualsiasi altra natura e genere, sia le tecniche di dominio dell’uomo sul proprio simile. Un interessante ed esplicativo distillato del pensiero di Giuseppe Palomba è trasfuso nei suoi manoscritti, intitolati “Dialoghi di un cattolico” – dattiloscritti insieme con le “Meditazioni sull’ Anno liturgico” tra il 1978 e il 1985 da Franco Manganelli che nel 1964 era entrato nel gruppo degli assistenti volontari del professore Palomba proprio per la Cattedra di Economia politica nella Facoltà di Economia e Commercio nella storica sede di via – la cui pubblicazione, curata proprio da Manganelli e prefazione del professore Francesco Iannone, per le Edizioni Il Rubino con stampa di Giannini Presservice, si deve all’Istituto superiore delle Scienze religiose “Duns Scoto” di Nola. E la rivisitazione dei “Dialoghi di un cattolico” è stata fatta da Franco Manganelli nei locali del Circolo L’Incontro nell’ambito dell’agenda Per la conoscenza, la cui promozione è la stella polare delle iniziative del sodalizio di via Luigi Napolitano.

Sono i “Dialoghi” – con evidente impostazione didascalica mirata a far riscoprire l’essenza delle distinte visioni religiose e di pensiero, fissandone i fili delle connessioni dirette e più ricche di quanto s’immagini – nei quali gli interlocutori di Palomba sono il buddista zen, il rabbino, il sufi mussulmano, il monaco tibetano, l’ortodosso, il massone, il taoista, il filosofo, con il prologo introduttivo del Dialogo di due cattolici. Una rivisitazione, sviluppata da Manganelli con una puntuale relazione tematica e, nello stesso tempo, con la conversazione aperta in replica chiarificatrice sulle questioni sollevate dall’uditorio, tenendo presente che le tematiche focalizzate fanno incrociare una pluralità di scienze, dalla sociologia all’antropologia, dalla filosofia alla politica, dalle religioni all’economia e alle teorie che ne rappresentano danno i profili sistemici coerenti con le diversi modelli di società e Stato, come del rapporto tra cittadini, società e Stato.

  OSPITE DI TUTTE LE RELIGIONI. LO STILE DEGLI STILI             

BAIANO. Le interazioni delle religioni per un mondo umano all’” incontro” Franco Manganelli rivisita il pensiero di Giuseppe PalombaManganelli nel delineare lo stile di vita cristiano, adottato da Palomba, ne evidenziava la condizione vissuta di “ospite rispettoso e reverente” di tutte le religioni, avendo quale obiettivo l’attualizzazione delle loro potenzialità, nascoste o negate, invece, dalle altre forme religiose e culturali; una scelta di campo netta e chiara, per dare rilievo più ai fattori e agli elementi unificanti che a quelli di divaricazione strumentali e fondamentalisti. E così- ha spiegato- Palomba si è espresso nell’attività di docente e di pubblicistica, utilizzando nella stessa portata di significato il linguaggio della propria religione e quello dei non cattolici, “facendosi di volta in volta mussulmano con i mussulmani, ebreo con gli ebrei, taoista con i taoisti e così via, pur non essendo né mussulmano, né ebreo né taoista, pur avendo la cognizione delle rispettive religioni, a cui si era avvcinato, prima della conversione al cristianesimo cattolico”. In realtà, Palomba cattolico- ha ribadito Manganelli– si considerò un fedele chye “ in quanto non cristiano e poi cattolico, è certo di trovarsi in una provvidenziale posizione che non gli rimpiangere di non essere mussulmano o buddista o altro, ma non gli fa nemmeno compiangere coloro che non sono cristiani, cattoolici, apostolici, romani”.

 Di rilievo, il passaggio in cui Manganelli sottolineava la tesi, in cui si riconosceva Palomba; tesi, per la quale il cristianesimo ha permesso lentamente di liberare le scienze arcaiche, come l’alchimia, l’astrologia, la magia, la cabala e la metafisica, dagli involucri di sacralità, dommatismo e dalle liturgie, per tradurle in chimica, astronomia,psicologia, linguistica, fisica, configurando la laicizzazione del sacro. E, d’altro canto, per Palomba “ lo sfrenato simbolismo arcaico basato sulla natura, sui fenomeni naturali e sull’analogia tra organizzazione della natura e organizzazione sociale è superato in pieno dal linguaggio biblico e da quello evangelico”.

E’ il contesto- ha concluso Manganelli– nel quale Palomba recependo tutti gli stili di vita plasmati e orientati dalle religioni fa suo e vive lo stile dello degli stili, rendendo testimonianza diretta della cattolicità, afflato di universalità. Ed è in grande misura la conferma del giudizio di Carlo Gambescia, per il quale Palomba va considerato un metaeconomista, nel senso, che trattando di Economia si proietta oltre i suoi recinti di statuto scientifico. Un punto di riflessione, per esprimere l’auspicio dell’ “intesa religiosa a livello pluriconfessionale al fine di evitare il disastro sociale”.