Quella di cui ci occupiamo oggi, è che vogliamo portare a conoscenza dei nostri lettori, è una lettera scritta a mano inviataci da un fedele baianese, ormai non più in giovane età, fatte di accuse esplicite nei confronti della nomenclatura ecclesiastica campana e locale. Domenico Litto, questo è il nome del cittadino baianese, un uomo di vecchio stampo che ha impiegato tutta la sua vita religiosa per un solo obiettivo: la cura e l’abbellimento della Chiesa di San Giacomo Apostolo.
“Dopo tanti anni di esperienza vissuti in mezzo al popolo Baianese ho avuto l’ennesima dimostrazione che in Baiano la fede non esiste più, ma solo servilismo e sottomissione ecclesiastica, mentre il sottoscritto si è sempre preoccupato per l’abbellimento della Chiesa di San Giacomo Apostolo il Maggiore, e per il restauro della statua, non è considerato per nulla e per tutti i sacrifici. A cosa serve far scendere dalla nicchia San Giacomo e non fare la processione come prescritto dalle autorità ecclesiastiche durante la conferenza Episcopale Campana avvenuta nell’anno 2013? I Vescovi della Campania riunitisi in Pompei (NA), hanno tra le altre cose, stabilito che le processioni si possono fare solo se c’è un concorso di popolo. Io allora mi chiedo: come mai il 25 luglio la processione di San Giacomo non è stata fatta pur essendovi più di 200 persone durante la Santa Messa. Perché il sacerdote usa questo sistema di divieto e per quale scopo, quando le autorità sono state così precise nella conferenza 2013? E’ perché in altri paesi limitrofi è tutto consentito? Ancora non sono convinto di quanto accade in questo paese e giuro davanti a Dio che lotterò fino alla fine dei miei giorni (che sono pochi) per vedere trionfare San Giacomo per le strade di Baiano. Anche dopo la mia morte continuerò a lottare perché avrò la possibilità di conferire con gli incorruttibili che esaudiranno la mia richiesta. Soltanto allora potrò ritrovare la pace che non ho potuto trovare su questa terra colma di ingiustizia, di falsità, di corruzione e di cattiveria. F.to Litto Domenico“