Proficua e di largo interesse la ricognizione sulle criticità ambientali della Campania, con particolare risalto per quelle dell’area nolana e della Bassa Irpinia, emersa dalla presentazione del libro di Antonio Caccavale, “Cronache diverse di un osservatore di parte”, edito da “Il canto della terra”; presentazione, con l’intervento dell’autore e sviluppata in conversazione aperta e coordinata dal professore Gianni Amodeo, nei locali del Circolo “L’Incontro”, nell’ambito del programma del sodalizio “Lo specchio e il territorio”.
Le vicende dei mega-sversatoi di Paenzano-1 e Paenzano-2 di Tufino, che negli anni della più marcata fase emergenziale sono stati largamente utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti dell’area metropolitana di Napoli, con popolazione di circa tre milioni di abitanti, sono state ri-visitate alla luce dei capitoli del libro di Caccavale. Un intreccio di storie di inadeguatezze gestionali degli impianti, realizzati in discariche dismesse ed affidati in prima battuta all’Enea, successivamente al Cosmarina-3, che, come tutti i Consorzi di bacino istituti sui territori, ha consumato risorse pubbliche ingenti, ma con scarsi risultati d’utilità sociale, fino all’attuale Società pubblica della provincia di Napoli, la Sapna, che cesserà il proprio esercizio a giugno.
In connessione con le traversie, vissute dalle comunità di Casamarciano, Tufino, Visciano e Comiziano, per aver dovuto subire i disagi, generati da due mega-sversatoi, ora dismessi per la messa in sicurezza, la conversazione con l’autore e con la partecipazione di ex-amministratori locali ed attualmente in carica, ha spaziato sulle criticità ambientali dell’area basso-irpina, sull’asse Mugnano del Cardinale-Quadrelle. Sono le criticità dei carichi inquinanti, prodotti per decenni dagli opifici industriali per la solforazione delle ciliegie, particolarmente operativi fino a trenta anni fa, e dagli opifici per la lavorazione delle carni insaccate con largo utilizzo di nitrati e nitriti, ad alto tasso di nocività cancerogena; opifici, questi ultimi, da qualche decennio disattivati; carichi inquinanti, direttamente sversati nelle reti fognarie dei Comuni, senza il necessario pre-trattamento. Un capitolo di criticità, che fa il paio con le discariche per i rifiuti indifferenziati, segnatamente nei territori di Mugnano del Cardinale e di Baiano, “ricavate” da cave per l’estrazione di sabbia, allo stato attuale dismesse. Dovevano servire solo ai Comuni dell’ambito di appartenenza, ma sono state utilizzate per anni da larga parte dei Comuni della provincia di Avellino.