Gli interventi di recupero statico e di restauro dello storico edificio sacro realizzati con il sostegno della conferenza episcopale italiana e della diocesi di Nola, che hanno reso disponibili risorse economiche pari a 290 mila euro. Per la cerimonia inaugurale, celebrazione eucaristica con l’intervento del vescovo Beniamino Depalma.
Restituita alla comunità cittadina, la Chiesa dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, restata interdetta al culto per circa cinque anni. E’ la “restituzione”, che conclude il percorso di lavori eseguiti per il consolidamento statico, oltre che per il restauro dell’edificio sacro, rimuovendo e “sanando” le diffuse e marcate criticità, che da tempo si erano venute diffondendo nella caratteristica volta a capriate e determinate sia dalla consunzione che dalla friabilità dei materiali costruttivi utilizzati a suo tempo. Una situazione, che ne poneva a rischio la tenuta, con grave pericolo per l’incolumità dei fedeli.
Messo a punto e direttamente “controllato” dall’ Ufficio dei beni culturali della Diocesi di Nola, il programma progettuale, firmato dall’ingegnere Gaetano Solpietro, è stato realizzato dall’impresa edile Caccavale, nell’arco di due anni circa. Un’eccellente operazione di restyling, che, per di più, ha interessato non solo l’intero assetto parietale degli altari laterali del complesso, con le rappresentazioni pittoriche di temi sacri, ma anche l’apparato della cantoria con balaustra lignea. E va ricordato che la cantoria, in cui si sono alternati i cori di generazioni del passato, fino agli anni ’ 30 del Novecento, era impreziosita da un artistico e splendido organo, risalente al XVIII secolo, ma “scomparso” negli anni della “ricostruzione” del dopo-terremoto dell’80. Ristrutturato anche l’edificio che fa corpo di fabbrica unico con la Chiesa restaurata e che, per secoli, è stato dedicato alla Madonna delle Grazie e alle Anime purganti, ospitando fino agli anni ’50 del secolo scorso, con il suo magnifico arredo di seggi e schienali lignei – arricchiti da artistici fregi e intagli- la Confraternita omonima, la cui originaria missione di carità e assistenza si era da lungo tempo sfilacciata ed esaurita, finendo nell’oblio, come per l’intera generalità delle Confraternite.
Ora il complesso della Chiesa dei Santi Apostoli – con l’annessa Torre campanaria- ha ritrovato il profilo originario, con la facciata in giallo sfumato e in color bianco, su cui campeggia la porta d’ingresso, ricoperta da lastre metalliche, realizzata sul finire del ‘700. E’ il simbolo significativo del centro antico cittadino e soprattutto riferimento del popoloso e popolare quartiere dei Vesuni. E’ il complesso, le cui prime tracce storiche si leggono nel Libro delle decime ecclesiastiche per la Curia nolana del ‘300, per risalire alle Cronache delle visite episcopali e a “Nola sagra” l’importante opera storiografica scritta da Carlo Guadagni nel ‘600 e basilare guida per ri-visitare e conoscere l’intera mappa socio-territoriale e come dei luoghi e edifici sacri della Diocesi nolana, tra le più antiche della cristianità.
Il programma dei lavori è stata finanziato con le risorse dell’ 8 per mille – pari a 210 mila euro- rese disponibili nel 2012 dalla Conferenza episcopale italiana, con l’aggiunta di 80 mila euro- erogati dalla Curia diocesana- e di 35 mila euro della sottoscrizione popolare cittadina. In origine la progettazione da realizzare contemplava la ristrutturazione della Casa canonica, per il complessivo valore economico di 580 mila euro. Una soglia d’investimento non raggiunta, con conseguente rinuncia all’esecuzione del programma degli interventi per la Casa canonica, i cui lavori progettati richiedevano risorse per 290 mila euro, da raccogliere appunto con la sottoscrizione popolare.
A segnare l’atteso evento della riapertura al culto della Chiesa dei Santi Apostoli, con la folta partecipazione di fedeli, la celebrazione eucaristica, officiata dal vescovo Beniamino Depalma, che nell’omelia evidenziava i valori della fede e della solidarietà, la cui pratica interpella tutti gli uomini indistintamente; pratica vissuta con autenticità di coerenza per i principi di giustizia e pace, a cui si connette il senso compiuto del bene comune.