Con l’arrivederci alla quindicesima edizione del 2015, è calato il sipario sulle Tre giornate di “Vesuni in festa”. Ed è stato un congedo con bilancio positivo per la kermesse, promossa per onorare la filiera enogastronomica delle tipicità locali e del Sud – con eventi d’arte varia e tanta musica folk – ed organizzata all’insegna del volontariato civico dall’associazione di promozione sociale “Per Bacco” , con l’obiettivo mirato sull’animazione e valorizzazione dell’omonimo quartiere, cuore del centro antico del tessuto urbano cittadino. Un obiettivo, ancora una volta “centrato” sulla scia delle precedenti edizioni, con il cospicuo livello d’interesse e di partecipazione di visitatori e…degustatori. Una presenza, che ha animato strade e vichi dello storico quartiere dei “Vesuni”, simbolo dell’identità e delle radici socio-culturali della comunità, di cui ha costituito nei secoli scorsi l’originario nucleo abitativo, insieme con il quartiere del Tuoro, che si distende ai piedi della collina di Gesù e Maria, nella parte alta del territorio comunale. Una pregevole performance , ad onta dei disagi, che si sono determinati sul territorio per la “bomba d’acqua”, da cui è stato “colpito” la scorsa settimana.
Ad arricchire il ventaglio delle proposte e dei…contenuti di “Vesuni in festa”, i convegni-dibattito sulle problematiche di maggiore attualità socio-culturale e politica, nell’accogliente Corte di palazzo Colucci. Una formula innovativa, ch’è stata introdotta lo scorso anno nel programma della kermesse e rivelatasi una congrua opportunità di “finestra aperta”, per innescare stimoli e sollecitazioni nel discorso pubblico sulla realtà locale, surrogando al meglio quello che un tempo è stato il ruolo dei partiti, la cui credibilità continua a stazionare sul livello–zero o nei paraggi.
Di particolare rilievo il convegno , incentrato sul deliberato per l’accelerazione della spesa dei fondi comunitari europei per il settennio 2007\2013, correlati con il Por-Campania. Un meccanismo procedurale, varato dalla Giunta di palazzo Santa Lucia, per recuperare i ritardi maturati nel corso degli anni, rispetto agli indirizzi di Bruxelles, sollecitando congrue e adeguate progettualità , di cui i soggetti istituzionali chiamati per primi e direttamente in causa sono proprio gli Enti locali.
Un versante di riflessione e analisi, quest’ultimo, su cui l’avvocato Domenico Biancardi, sindaco di Avella e presidente della Comunità montana Vallo di Lauro- Partenio, evidenziava l’esperienza maturata dall’amministrazione che guida; un’incisiva ed efficace esperienza, con cui si sono sviluppati rapporti
d’interlocuzione costante con la Regione-Campania e con tutte le altre istituzioni sovra-comunali, in particolare con la Soprintendenza per i beni artistici, archeologici, ambientali e storici di Avellino-Salerno-Benevento. Un quadro di sinergie, che ha fatto da supporto alle progettazioni poste in essere dall’Ente di piazza Municipio, con protocolli d’intesa e accordi di programma, sottoscritti con le amministrazioni di Pomigliano d’ Arco, Mugnano del Cardinale, Cimitile, Cicciano, Roccarainola, Sirignano e Quadrelle. E sono progettazioni, che, nel volgere di poco più di due anni, si sono tradotte per Avella in finanziamenti comunitari europei, pari a 14 milioni di euro, con immediata disponibilità di cassa, per realizzare opere e interventi di valorizzazione e miglioramento della qualità della vita della città. Una proficua esperienza inter-istituzionale, il cui clou- affermava Biancardi – è costituito dall’inserimento di Avella negli itinerari del Grand tour, con cui la città si rapporta a Pompei, nel circuito di promozione turistica nazionale e internazionale di Artecard. Ungiusto e concreto riconoscimento per la plurimillenaria storia della civiltà urbana di Avella e delterritorio.
E sulle risultanze delle politiche dell’amministrazione, guidata dal sindaco Biancardi, poneva l’accento il giovane avvocato Giacomo Colucci, in rappresentanza dell’associazione “Baiano in movimento”, con un lineare approccio sull’importanza delle correlazioni tra Enti locali, Regione-Campania e Unione europea. Un approccio, che permetteva a Colucci di focalizzare i quadri normativi dell’Ue, che favoriscono la valorizzazione sociale e produttiva dei piccoli Comuni e le loro Unioni. Un filo di discorso, marcato dal professore Clemente Vaccaro, mentre Stefano Lieto, presidente di “Per Bacco”, animatore di “Vesuni in festa”, dava risalto alle funzioni che praticano il volontariato e l’associazionismo d’impronta civica, coniugando i profili del globale e del locale.
Le conclusioni erano sviluppate dall’on.le Pietro Foglia, presidente del Consiglio regionale della Campania, che vive e risiede Baiano, dov’è nato. Un intervento, il suo, calibrato sulle funzioni di “governance”, di cui gli Enti locali sono chiamati a farsi carico con dirette responsabilità, sapendo realizzare rapporti della cosiddetta “area vasta”. Un quadro d’interazione progettuale, funzionale alla valorizzazione delle risorse e delle potenzialità dei territori, considerati nella loro valenza complessiva. “Gli arroccamenti degli Enti locali su se stessi, specie se di piccole dimensioni demografiche, hanno ridotte prospettive di crescita. E’ necessario- spiegava Foglia– avere la visione lunga per la valorizzazione delle realtà sociali e territoriali nella loro complessiva dimensione , se si vuole realizzare un adeguato rapporto con la Regione-Campania e Bruxelles e le rispettive politiche di programmazione economica per lo sviluppo. Nel contesto del territorio, l’amministrazione comunale di Avella, guidata dal sindaco Biancardi, anche sulla scia delle scelte compiute dalle precedenti amministrazioni – evidenziava Foglia– n’è la testimonianza concreta, per l’ originale duttilità nelle progettualità di generale interesse, impostate e sviluppate con altri Enti locali, con l’acquisizione dei finanziamenti, per attuarle ”.
Altro passaggio, era dedicato dal presidente Foglia, al superamento delle “gabbie dei colori partitici”, con le connesse separazioni di sterile isolamento. ” Nell’amministrare i territori, ha rilievo primario la qualità e l’effettiva praticabilità delle proposte per il normale buon governo – affermava-e non certo i “colori partitici” di coloro che le fanno, dal momento che possono procedere sulle proprie gambe e concretizzarsi”. Un appello, quello di Foglia, per attuare quella coesione sociale e quel senso di partecipazione attiva alla vita delle comunità, che precedono di gran lunga nella scala dei valori autentici, sia gli steccati para-partitici, sia gli…antagonismi para-ideologici, che non conducono da nessuna parte.
Di taglio e profilo diversi, il convegno-dibattito, animato da Fiore Marro, presidente nazionale del Comitato Due Sicilie, Antonio Mazzella, componente della direzione nazionale “La Destra”, Raffaele Colucci, sindaco di Sirignano, e Fedele Valentino. Tema: “ Alla ricerca di un Sud unito. Le anime ideologiche del meridionalismo a confronto”. Una riflessione a più voci, con il denominatore comune della ragioni del rilancio del Sud sul piano sociale ed economico –produttivo; un rilancio, di cui devono sapersi fare carico di responsabilità etica e impegno comune sia i ceti politici e le classi dirigenti che i cittadini. “E’ la prospettiva, che si può rendere concreta – affermava Fiore Marro – se si punta sulla valorizzazione delle risorse e delle potenzialità dei territori. E’ la scelta, a cui bisogna riferirsi costantemente, superando divisioni e conflittualità. Senza la convergenza di tutte le rappresentanze politiche per condivisi obiettivi- concludeva- il Sud continuerà a restare inchiodato nel pantano, in cui si ritrova”.
Per Mazzella, lo stato d’agonia, in cui versa il Sud viene da lontano e da politiche economiche errate, che si sono susseguite nei decenni. E’ un quadro di insufficienze, che affonda le radici anche e soprattutto nelle modalità, con cui si è realizzata l’Unità politica nazionale. Il Sud, tuttavia, ha le possibilità e le attitudini, per uscire dall’impasse- aggiungeva- se crederà in se stesso e nella propria capacità auto-propulsiva, recuperando il senso dei valori e delle idealità della sua più autentica storia di civiltà e cultura.
Sulle ragioni della ri-visitazione della storia, per conoscere meglio la genesi del processo unitario si soffermava il dottor Fedele Valentino, per inquadrare la realtà attuale del Sud. Un passaggio obbligato, che investe anche e soprattutto la politica monetaria ed economico-finanziaria dell’Unione europea, per vari aspetti penalizzante verso il Sud. Una politica- concludeva Valentino– che se sarà integrata con le necessarie correzioni di tiro, potrà registrare il cambio di passo in meglio per il Sud.
L’Italia duale era posta sotto la lente d’ingrandimento dell’intervento di Raffaele Colucci, “primo cittadino” di Sirignano e responsabile territoriale del Movimento “Insorgenza civile”. E’ l’Italia- affermava- in cui il Sud continua a pagare pe santi pedaggi a favore del Nord, come attesta l’utilizzo delle risorse comunitarie dei Fondi per le aree sottosviluppate- i cosiddetti Fas- che dovrebbero essere investite proprio nel Sud de-industralizzato e in affanno permanente, mentre da tempo servono a fronteggiare gli oneri degli “ammortizzatori” sociali nel Nord, dove esiste il sistema industriale diffuso, anche se in difficoltà.
Per Colucci la perdurante marginalità del Sud, non costituisce “una condizione naturale”, impossibile da rimuovere. Spetta ai cittadini, con rinnovata coscienza pubblica, l’obbligo morale e sociale,la volontà e la capacità di liberarsene, senza continuare a piegarsi- concludeva Colucci– alla “vecchia” politica dell’assistenzialismo clientelare, che rende “servi”.