Nel Vallo di Lauro e Baianese, in particolare nei comuni di Baiano, Sperone, Lauro, Moschiano, Pago del Vallo di Lauro, Quindici e Taurano, le manifestazioni di carattere carnevalesco sono sempre molto seguite e partecipate. I festeggiamenti variano da paese in paese ma hanno alla base le stesse tradizioni che risentono sia dell’influenza irpina che di quella napoletana.
Tra le danze ritroviamo: la Quadriglia, una contraddanza figurata sviluppatasi nel Settecento in Francia, eseguita da un numero pari di coppie contrapposte il cui scambio contribuisce alla vivacità del ballo, esse si muovono obbedendo agli ordini di un direttore (maitre) ed eseguono diverse figure, fu introdotta in Campania nel 1799 con la Rivoluzione partenopea ma raggiunse la sua massima diffusione a partire dal periodo napoleonico; il Laccio d’amore, o Palo d’ammore, è invece una danza tradizionale che si basa su un antico rito propiziatorio degli antichi popoli di agricoltori e pastori, si svolge attorno ad un palo, simbolo della fertilità agricola e fecondità umana, dal quale pendono 24 nastri colorati, tenuti da 24 ballerini, che vengono intrecciati formando varie figure geometriche.
Tra le rappresentazioni di “parola” invece vi sono: la Zeza, una scenetta carnevalesca cantata al suono di un trombone e un tamburo, nata a Napoli nella metà del Seicento da cui poi si diffuse per tutta la Campania assumendo di luogo in luogo caratteri specifici, viene eseguita da 4 attori, tutti maschi, il cui abbigliamento è povero e ornato di nastri colorati, e racconta la storia delle nozze di una coppia contrastate dal padre della ragazza; e i Mesi, o “cantata dei mìse”, una rappresentazione i cui protagonisti sono i 12 mesi dell’anno interpretati da 12 ragazzi i cui costumi ne permettono l’identificazione, si dispongono in circolo e vengono accompagnati da una banda locale.
BAIANO: la tradizione baianese è stata “rifondata” a partire dagli anni ‘90 del 1900 dalla Pro Loco di Baiano con l’intento di riunire tradizioni passate e moderne, fondendo le manifestazioni antiche popolari di carattere folklorico con aspetti del carnevale più moderno. In questo modo si è assistito ad una rivalutazione della Zeza e dei Mesi, forme di spettacolo in versi , recitate o cantate da persone comuni, connotandole anche nuove chiavi di lettura e accostandole alla sfilata dei carri allegorici, senza però rinunciare agli abiti e danze tradizionali che accompagnavano queste manifestazioni, come la Quadriglia e il Laccio d’amore.
TAURANO: molto viva e attiva è la tradizione carnevalesca nel borgo di Taurano che viene portata avanti soprattutto grazie all’opera della Pro Loco che da anni esporta questa tradizione in altri centri italiani e esteri. Varie sono le attività legate al Carnevale tra cui il funerale di Carnevale (accompagnato da un corteo ed una banda musicale e si conclude con l’incendio del fantoccio di Carnevale), la rappresentazione dei Mesi, la Quadriglia e il Laccio d’amore.
CHIARA SINISCALCHI