Da oggi in vendita come e-book sul sito www.13lab.it da fine novembre in vendita anche in forma cartacea il nuovo lavoro di Franco Scotto dal titolo “L’Alba nei suoi occhi”
Il libro ricalca l’espediente comune della conversazione in treno. Le descrizioni e l’attenzione dell’Autore sono rivolte principalmente al protagonista, Erasmo Baldassarre, e al suo racconto di vita. Quest’uomo, non più giovanissimo, per la sua socievolezza, il suo bisogno di raccontarsi assomiglia a tanti anziani dei nostri paesini. A renderlo unico è il soggetto dei suoi discorsi, la guerra. Erasmo è un reduce e nelle sue parole rivivono la povertà, la semplicità della sua generazione, il desiderio di fuggire verso la serenità, la sensazione di essere mossi come pedine da un potere strategico e ipocrita, da mani regolarmente pulite, lavate con indifferenza nel sangue di tanti giovani spediti al fronte senza motivazione né preparazione. Non soltanto la guerra viene condannata, svuotata di qualunque parvenza di necessità, denunciata come una soluzione per pochissimi comodamente in poltrona, pura follia omicida per tutti gli altri. Dal racconto di vita di Erasmo emerge un fronte che, col trascorrere del tempo, si è interiorizzato, non distingue più un volto nemico, ma soltanto dolore che poteva essere risparmiato, istinto di sopravvivenza che con la riflessione critica ha fatto avvertire il suo peso morale, l’ideale richiesta di perdono per aver ucciso, la lucida consapevolezza che non si sarebbe potuto agire diversamente, pena l’autodistruzione. Le narrazioni dell’anziano sono dense di numeri, i caduti per ciascuna battaglia riaffacciatasi alla memoria: tanti sono morti, io no, perché? Nel suo animo si agita questa domanda, a cui non c’è risposta, se non nella ricerca di un’etica migliore, in un comportamento capace di auto-riscatto. Questa figura imponente di soldato non per scelta ispira rispetto, con il suo codice d’onore, fatto di fedeltà, spirito di corpo, tenacia, sacrificio. Fa tenerezza questo vecchietto vivace, quando sogna la processione del Santo Patrono e la voce di sua madre o quando prega per le anime dei morti, soldati di cui non sapeva nulla. Se un merito ha la guerra indirettamente, è descritto dalle parole di Erasmo, insegna a saper vivere, ad amare e chi non ama è perché ha paura. Sono riflessioni attuali: in fondo ognuno dentro di sé porta ricordi e cicatrici di “guerra”. Vinta o persa, la sua memoria perseguita i superstiti. Quanto al personaggio del libro è positivo, guarda avanti con coraggio e non ha peli sulla lingua, forse è proprio la sua esperienza a renderlo più forte, la consapevolezza di aver colto le giuste occasioni, la capacità di non farsi rubare i sentimenti, quelli che gli hanno permesso di riconoscere l’amore della sua vita in un luogo di annientamento, il campo di concentramento. Il valore della compassione è l’insegnamento più importante che Erasmo trasmette, appreso soprattutto dal suicidio di Vincenzo, schiacciato dal senso di colpa per aver consegnato ai tedeschi la piccola Marzia.