di Gianni Amodeo
Un restauro di interessante rilievo sociale e culturale, per quanto di complicata e difficile esecuzione,- e in alcuni elementi che richiedono ulteriori integrazioni-, per rappresentare al meglio possibile l’espressività identificativa dell’opera nella sua visione d’insieme; di certo, un restauro ben significativo dell’essenzialità dei valori spirituali, di cui si fa interprete e portatore, suscitando emozioni e sentimenti, che nutrono pensieri e riflessioni di pace universale per l’ umanità che voglia e sappia conciliarsi con se stessa nella libertà e nella giustizia, all’insegna del puro e integrale messaggio del Vangelo.
E’ il senso d’impatto diretto e immediato che genera la ritrovata visione, a lungo auspicata e attesa, del Presepe della Natività di Gesù, così come fu ideato, progettato e modellato con le proprie mani da Pasquale Formisano con la creativa versatilità, che distingue e caratterizza l’appassionato artigiano e cultore dell’arte presepiale in stile napoletano classico, qual è sempre stato. Una plastica rappresentazione parlante della Natività di Gesù che don Pasquale donò alla comunità cittadina, alla quale è stata restituita in questi giorni, grazie all’operosa iniziativa di Armando Peluso e dei volontari dell’associazione Per Bacco, coordinati da Stefano Lieto, che se ne sono fatti carico responsabile e fattivo, sostenendo tutte le incombenze necessarie.
Un lavoro di certosina cura e metodica applicazione, quello che hanno condotto a termine Armando, Stefano e via proseguendo, per rimuovere non solo i profondi e diffusi guasti prodotti nell’intero assetto scenografico della Natività, ma anche e soprattutto per risanare i danni e le deformazioni indotte nell’intero apparato delle sagome–statue a media altezza umana, composte da stratificati pannelli di pregiato legno, raffigurando in armoniosa fusione la Betlemme di Gesù e la sua umile comunità orante di oltre due mila anni fa, nell’ariosa e splendida ambientazione di piazza Santo Stefano, rivelatasi una scelta di eccellente attrattiva. Un assetto scenografico e un apparato di sagome–statue, che, come si ricorderà, erano stati gravemente compromessi dall’ignobile e vergognosa devastazione che subirono nel dicembre del 2017, a neppure dieci giorni dalla cerimonia inaugurale d’esposizione, ch’ era stata salutata nel giorno della Festività liturgica dedicata a Santa Lucia, martire, ed in coincidenza con il rinnovarsi della secolare pratica devozionale delle Messe ‘e notte, che, in preparazione dell’ Avvento della Natività e dell’attualità del suo messaggio, si celebrano sul far dell’alba nella Chiesa parrocchiale di Santo Stefano. Una pratica devozionale evocativa del lontano retaggio della cultura contadina e delle sue tradizioni, il cui rispetto costituisce, tuttavia, un doveroso atto di memoria sociale verso il passato, nel cui intreccio di luci e ombre si sedimenta e dispiega la portata del presente e del futuro della comunità. Ed è la linearità di senso che identifica tutte le comunità, piccole, medie e grandi che siano.
Il 2023, del dopo pandemia, segna così il recupero con restauro del Presepe artistico di Pasquale Formisano, ben stimato infermiere di professione, prematuramente sottratto agli affetti della famiglia e della larga schiera di amici che aveva a San Sebastiano a Vesuvio, dove aveva svolto importanti funzioni di amministratore comunale, e a Baiano dove s’era trasferito negli ultimi anni con l’intera famiglia, pienamente integrato nel tessuto cittadino. Un benaugurale segnale affidato al recupero dell’opera, ma con ambientazione cambiata, da piazza Santo Stefano all’ospitale e ben protetto giardino, che s’affaccia su via Guglielmo Marconi, nelle immediate vicinanze del Teatro Colosseo. Come per dire, ‘a ‘nnu passo ‘e via. E dell’intero impegno profuso, l’onore della citazione particolare è appannaggio del restauro delle sagome – statue, contraddistinte dalle cesellate e fini scanalature che fanno risaltare il tratteggio dei lineamenti e delle fattezze umane di ragazze, ragazzi, donne, uomini con gli sbalzi di manti e panneggi, – tutti in raccolta meditazione-, nello scenario a cui fa da sfondo la Capanna della Natività, realizzata con la perfetta trasformazione di un normale gazebo al centro della nuova e tutelata ambientazione, ricoperto di lunghe cortecce di alberi, con il contrappunto di luci sfumanti e soffusi canti natalizi, nelle suggestive atmosfere delle ore serali.
E a far da riferimento, con meritato plauso per gli artefici dell’iniziativa, è il modello del Presepe così come fu realizzato nel Natale del 1223, a Greccio tra i Monti reatini, da Giovanni Velita, “uomo di buona fama e di vita anche migliore, amico di frate Francesco”, come racconta Tommaso da Celano nella Vita prima.
Nota bene\ Nella sequenza fotografica, Pasquale Formisano insieme con le ragazze e i ragazzi delle Scuole elementari del Giovanni XXIII in visita al Presepe 2016 allestito nei locali del Circolo socio-culturale L ’Incontro. Presente la prof.ssa Angelina Litto, vice- presidente del sodalizio. Di rilievo, la riproduzione della composizione poetica di Romeo Lieto, che rende omaggio al Presepe di piazza Santo Stefano, ideato e realizzato da Pasquale Formisano.