BAIANO. Le piazze, da storico luogo simbolo per secoli di una comunità a spazio semideserto. Un declino culturale irreversibile? Foto

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di Antonio Vecchione

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26 febbraio 2024, festa votiva di S. Stefano. In piazza. Da sinistra in piedi: Sabato Masi, Franco Carbone, Luigi De Gennaro, Antonio Lippiello, Mario Mangino, Antonio Montella. Seduti: Peppe Lippiello, Luigi Picciocchi, Felice Fiordellisi, fuori gruppo, Gennaro Cassese.

Il 26 febbraio scorso, a mezza mattinata, una piazza abbastanza animata ha richiamato la mia attenzione. Uno scenario inconsueto, perlomeno degli ultimi anni, caratterizzati da scarsa frequenza e da un inusitato senso di solitudine. Probabilmente la bella giornata e la celebrazione della festa votiva per Santo Stefano hanno contribuito a questa insolita  affluenza. Ho colto l’occasione per scattare due foto all’eroico  gruppo di persone, tutti della terza età,  che serenamente si godevano all’aperto il tiepido sole invernale. Un segnale confortante, ma temo costituisca un evento eccezionale. Da un decennio circa il valore della “piazza”, storicamente centro vivo delle attività sociali, politiche, commerciali  e, spesso, anche religiose di una comunità, è completamente svilito. Non è più considerato il luogo di incontro e socializzazione, nel quale si può ritrovare  l’identità del paese. Ormai è scarsamente attrattiva, molte volte deserta,  e altri sono gli spazi frequentati dove si riunisce soprattutto la generazione ZETA, i giovanissimi, ma anche i quarantenni MILLENIALS e perfino i BOOMERS, ovvero la cosiddetta terza età,  per sentirsi ancora inseriti nella modernità. Per gli incontri, nell’attuale temperie, sono preferiti locali attrezzati e di pregio, in genere fuori porta, dove schiere affollate di persone consumano i “riti” di moda alla ricerca di una sorta di attestato di “omologazione” a cui nessuno si sente di rinunciare: parliamo dell’Happy Hour, di aperitivi o apericena, di spuntini a base di taglieri con formaggio e salami, il tutto innaffiato  da Pro Secco o altri coktails o vini famosi. Baiano non fa eccezione e ne sono amaramente consapevoli soprattutto i cittadini che, come me, hanno  vissuto gli anni dal dopoguerra alla fine del secolo scorso, quando la piazza era lo snodo fondamentale delle attività sociali del paese.

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26 febbraio 2024, festa votiva di S. Stefano: Angelo Lippiello, Niccolò Lippiello, Salvatore Acierno, Raffaele Napolitano, Nicola Virtuoso, Stefano Napolitano, Francesco Montella, Andrea Picciocchi.

Frequentarla significava inserirsi a pieno titolo nella vita della comunità, poter incontrare tutti, integrarsi, scambiare informazioni,  aggiornarsi sulle novità, trovare anche la persona giusta per costituire una famiglia e magari diffondere l’ultimo pettegolezzo.  Si affacciavano sulla piazza le sezioni dei partiti politici più rappresentativi, la Dc e il PCI, il Circolo Sociale, una istituzione del 1890 con centinaia di soci, la posta e la banca.

I marciapiedi davanti al palazzo comunale e le panchine della piazza costituivano una specie di tribuna dove schiere di cittadini si trattenevano a lungo comodamente seduti. Un osservatorio privilegiato della vita pulsante che si snodava lungo i luoghi fondamentali di Baiano, la piazza,  il corso, l’asse viario di via Marconi, collegamento con la Stazione terminale di Baiano della Circumvesuviana, allora fondamentale mezzo di viaggio, per lavoro e per studio. Come quinta sul lato nord spiccava il bellissimo edificio ottocentesco della Scuola Elementare, troppo frettolosamente  abbattuto in seguito al sisma del 1980. In questi scenari pubblici all’aperto, ciascuno interpretava la sua parte in commedia, piccola o grande, ma sempre importante per la legittimazione che ne derivava.  I costumi di vita erano semplici  e   prevedevano lunghissime passeggiate domenicali e festive, avanti e indietro per il corso Garibaldi fino al mercato. Saluti, cordialità, abbracci e baci, sorrisi scambiati con la numerosa schiera di parenti, amici e conoscenti ritrovati sul percorso. Era il paese intero che si ritrovava e riscopriva le ragioni dell’essere una “comunità”, un modello di organizzazione sociale in vigore fino agli anni sessanta fondato sui rapporti personali, di parentela, d’amicizia o di vicinato. Una volta era un assioma: in paese tutti sapevano tutto di tutti. Il progetto di vita di ciascuno era già segnato, dalla nascita, in forza della sua appartenenza familiare. La conoscenza reciproca degli abitanti, la condivisione da parte di ciascuno di tutte le problematiche esistenziali comuni, la concorde decisione di affrontare insieme le difficoltà, anche in considerazione dell’assenza dello Stato e della sua funzione protettrice, induceva la Comunità a farsi carico di funzioni civilissime e fondamentali quali la solidarietà, l’assistenza, il controllo dell’ordine e della moralità pubblici. Ciascuno sentiva fortemente il senso di appartenenza e, con tale consapevolezza, contribuiva a rafforzare le strutture comunitarie, rendendole solide e stabili. Questa organizzazione sociale così salda, che aveva per lunghissimo tempo scandito il ritmo di vita dei nostri padri, non è stata in grado di arginare l’inarrestabile processo di “modernizzazione” e le sue strutture furono smantellate e spazzate via. Certamente con la crescita economica e culturale i livelli di vita della comunità sono nettamente migliorati e anche la nostra generazione dovrebbe esserne soddisfatta. Pur tuttavia lo spettacolo della piazza deserta, priva di quella animazione che abbiamo conosciuto e vissuto, ci provoca un sentimento,  più che di nostalgia, di dolce malinconia, nel ricordo di momenti felici vissuti in comunità. Un sentimento che ci affratella, rafforza i legami che ci uniscono a chi condivide queste memorie e ci fa riscoprire le nostre comuni radici. Dobbiamo arrenderci a questa evoluzione dei costumi di vita? Io temo di sì, ma ho anche l’obbligo di sperare in un miracolo, che non è quello di ritornare indietro nel tempo, operazione impossibile e, tutto sommato, non auspicabile, ma almeno di recuperare i valori fondamentali di solidarietà,  umanità e rispetto, ovvero quei valori che impedivano l’emarginazione e  riconoscevano a ciascuno di noi  un suo legittimo ruolo, piccolo o grande, all’interno della comunità. Buona vita a tutti..

 

 

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Vittorio Vecchione, emigrante, con radici saldamente baianesi, nella piazza affollata, fotografa la realtà di Baiano.

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Una domenica appena prima del terremoto. La piazza è, come sempre, animata e viva. In primo piano Carmine Napolitano con il figlioletto Pasquale, oggi dirigente scolastico. Seduto sulla panchina alle spalle Vincenzo Stingone, artista, autore del crocifisso di via S. Apostoli.
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1981, Piazza Mercato, processione S. Stefano
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1983, assemblea sede DC: un’affollata assemblea nella sede DC favorita dalla posizione centrale in piazza, crocevia dei cittadini baianesi. All’epoca i due principali partiti, DC e PCI, erano attivi e capaci di mobilitare i cittadini baianesi schierati quasi equamente sui due fronti.
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1983, giochi tra quartieri, tennis tavolo: Oltre alla sfida tra Antonello Acierno e Verio Picciocchi, notevole lo scenario della piazza. Da notare le storiche panchine in cemento tipo granito, con curvatura schienale modellata per la massima comodità; Sullo sfondo la sede del Bar Conte e, soprattutto, la sede della sezione del PCI con i suoi sostenitori seduti sull’uscio a godersi la vita di piazza. Fortissima la concorrenza politica e culturale con il Circolo Sociale e la sezione della Dc che si affacciavano sul lato inferiore della piazza. “Parrocchie” diverse, ma molto attive e pronte ad una appassionata partecipazione alla vita pubblica e, perché no, a commentare e criticare le persone di passaggio, soprattutto se avversarti politici
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1983, giochi tra quartieri, rione mercato
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1983, straordinario successo di partecipazione dei giochi tra quartieri.
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1984, nello scenario della piazza la festa del IV novembre in onorfe dei caduti in guerra.
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1990, festa dell’amicizia
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1990, in piazza per la Festa dell’Amicizia: Ferdinando Cuomo, Angelo Lippiello, Alessandro Ferrara, Giovanni Colucci.
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2010, storici soci del circolo sociale: Di Lorco, Pellegrino Lippiello, Vincenzo Bellavista, Antonio Sandulli, Mario Fiordellisi, Umberto Esposito, Antonio Capiluongo.
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2011, festa di S. Stefano: da sinistra: Mimì Bianco, Stefano Senatore, Stefano Veterone, Luigi Napolitano (solo viso), Stefano Candela, Gaetano D’Avanzo, Vincenzo Cioffi, Mario de Laurentis, Antonio Cusumiello, Felice Brandolino.
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2011, soci del circolo sociale in ascolto: il concerto bandistico per la festa di S. Stefano del 3 agosto è sempre stato un evento apprezzatissimo per gli appassionati baianesi. I soci del Circolo Sociale, storicamente, amavano ascoltarlo seduti davanti la sede. In questa foto del 2011 vediamo Antonio Capiluongo, Andrea Veterone e signora, Stefano De Laurentis e signora, Francesco Graziato, Antonio De Gennaro e Giovanni Piacente.
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2012, circolo sociale: da sinstra: Pellegrino Buono, Pellegrino Lippiello, Stefano Senatore, Salvatore Colucci, Antonio Napolitano, Francesco Scotto, Enzo Arbucci, Carmine Montella, Carlo Albanese. Seduto: Ciccio Candela.
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2012, festa maggiore età
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2012, laccio d’amore
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2013, festa di S. Stefano
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2014, 3 agosto, festa emigranti
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2014, in attesa battenti
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2014, Sabatina D’Avanzo e Franco Scotto in piazza per manifestazione politica. Sullo sfondo Ninuccio Monteforte.
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abbattimento scuola, folla emozionata
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Anziani in piazza due: Stefano Rega, seduto, Antonio Sandulli, Antonio Montella, Stefano Napolitano, Raffaele Napolitano, Carmine Picciocchi.
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anni settanta, domenica in piazza
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Anno 2010, Vivere Baiano: da sinistra, Caterina De Laurentis, Nicoletta Picciocchi, Giovanna Guerriero, Angelina Melchionna, Silvana Acierno, Simona Colucci, Nunzia Pagano, Lucia D’Ischia, Rossella De Gennaro, Pina Pisaniello, Raffaella Pisaniello, Carmela D’Ischia (alle spalle, ospite gradito, Peppe o ricciotto). Anno 2010, Vivere Baiano, dibattito: al tavolo Giovanna Guerriero, Nicoletta Picciocchi, Simona Colucci, Silvana Acierno. Manifestazione ripresa dall’infaticabile Peppe Esposito, titolare di Tele Baiano, sempre al servizio della comunità.
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Anno 2010, Vivere Baiano: da sinistra, Caterina De Laurentis, Nicoletta Picciocchi, Giovanna Guerriero, Angelina Melchionna, Silvana Acierno, Simona Colucci, Nunzia Pagano, Lucia D’Ischia, Rossella De Gennaro, Pina Pisaniello, Raffaella Pisaniello, Carmela D’Ischia (alle spalle, ospite gradito, Peppe o ricciotto).
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Anziani in piazza : Carmine Napolitano, Andrea Foglia, Peppe Lippiello.
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Anziani in piazza: Luigi Picciocchi, Felice Montuori, Antonio Napolitano, Michele Estatico.
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Baianesi in piazza: Da sinistra: Carminuccio Tulino, o muto, barbiere e distributore Shell, don Angelo Foglia con alle spalle Carminuccio Bellofatto, baffone, prof. Stefano Masi, per anni docente di Lettere alle scuole medie di Baiano, Ninuccio Masi, fratello di don Fausto il farmacista, da noi giovani dell’epoca ammirato per le sue prodezze motociclistiche, Stefano Litto, autorevole personaggio come sportivo e uomo di Fede, Salvatore Santoriello, o rucchese, Carminuccio Acierno, o scarparo, Luigi Acierno, o zaccaino, contadino, Geretiello Sannino, commerciante, Ferdinando Napolitano, culoniro, sarto.
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cannoni e sorrisi. una pausa sorridente all’ombra del monumento ai Caduti, Tonino Napolitano e Mario Acierno.
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Centro sociale per anziani: Carmine Lippiello, Peppe Corrado, Angelo Napolitano, Andrea Colucci, Stefano Lippiello, Nicola Colucci. Sullo sfondo Andrea Picciocchi.
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circolo sociale anni 80. Vincenzo Litto, Luigi Stingone, Pasquale Noviello, Ibello Vincenzo, Antonio Napolitano, Santone Masi, Generoso Giacobbe, Gennaro Vetrano, Giovanni Belloisi, Antonio Colucci. In strada: Stefano Cannuto.
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Donne, la piazza è anche nostra: Guardando da sinistra: Lucia Albanese, Elisa Alaia, a’ terzetela, Filomena Lippiello, a’ paccione, Carmelina Picciocchi, moglie di Armando De Gennaro, o’ ghiaccone, emigrata in Venezuela, Stefania Boccieri, ‘e ccione, Elvira Ferrante, a’ sangennaro.
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fede e impegno dei comitati storici
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Festa del 25 aprile: Il Circolo Sociale di Baiano, fondato nel 1890, è stato sempre riferimento sociale e culturale della comunità baianese. Il rispetto delle istituzioni ha sempre caratterizzato la sua vita. E anche in occasione del 25 aprile, festa della Liberazione, pur essendo chiuso per legge per la terribile pandemia da Covid, espone la bandiera tricolore per onorare il ricordo degli eroi che sacrificarono la loro vita per sconfiggere il nazifascismo.
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Festa di S. Stefano, inizi anni 90: un gruppo di nostri pensionati, seduti sulle panchine, si godono la gioiosa atmosfera della festa e il piacere della piazza. Da sinistra: Paolino Candela, Vincenzo Ruberto, Stefano Candela, Giovanni Colucci, Ludovico D’Ischia, Mario Napolitano, Alessandro Ferrara.
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fine anni 70, folla di fedeli saluta la processione in piazza
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fine anni settanta, Processione in Piazza
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i circoli in piazza e la folla di soci
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In piazza il tradizionale rito delle carabine, quello vero, schiettamente folcloristico.
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La generazione degli anni trenta: Pellegrino Lippiello, Filomeno Masucci, Amedeo De Luca, Antonio Capiluongo. Seduto: Peppe Masi, o ricciotto.
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La piazza in attesa dei battenti
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Piazza Mercato, Marcia della Pace del 28 dicembre 1981: Presenti il gruppo Cattolico e la Polisportiva “Vittorio Vecchione”. Significativi i cartelloni che i ragazzi hanno esibito marciando: “Più sport e più Pace” – “Amare per non essere soli” “Distruggere le armi”.
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piazza ai primi anni settanta
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Portale androne palazzo comunale raccolta fondi per ricerca.
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scuola da abbattere
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Una spettacolare piazza affollata nella seconda metà anni 70: straordinaria l’atmosfera allegramente animata, una comunità che sta bene insieme e si gode il giorno di festa. Spiccano in primo piano Amedeo De Luca che parla con Pietro Foglia; a lato il mitico carabiniere Castanò, Vincenzo Alaia e la guardia forestale Capitanio, per anni in servizio a Baiano. Alle spalle Peppinuccio, spazzino, personaggio famoso di quegli anni.
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tiro alla fune davanti cinema Colosseo

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