Gli aumenti di prezzo verificati la scorsa settimana stanno determinando scossoni e prese di posizioni tra tutti i protagonisti della filiera: produttori, sgusciatori, commercianti Ferrero e aziende simili per intenderci) che vedono minate le certezze di qualche settimana fa. Come al solito cercheremo di ricostruire in sequenza tutti i fatti accaduti per spiegare cosa è successo, quale sarà l’evoluzione prossima del mercato e chi si avvantaggerà nelle prossime settimane.
Ad inizio stagione (settembre) si era diffusa la notizia che la produzione 2015 fosse molto al di sopra delle richieste di mercato. La conseguenza fu un clima di panico creato tra i produttori che furono indotti alla vendita e per questo anche i prezzi delle nocciole subirono una rapida discesa fino al prezzo di poco più che 6 euro per punto resa per la qualità mista mortarelle/san giovanni.
Gli sgusciatori/intermediari/sansari, in un siffatto contesto, fecero il pieno di nocciole registrando, nelle loro fabbriche livelli di attività, su più turni, che non si vedevano da almeno 5 anni. Da fine settembre in poi, una migliore conta del raccolto 2015 fece abbassare l’entusiasmo dei commercianti quando si iniziò a capire che il raccolto Turco 2015, in un primo momento stimato in 700.000 tonnellate, in realtà non aveva prodotto più di 500.000 tonnellate.
Appena la notizia divenne “ufficiale” l’Organizzazione dei Produttori di Nocciole Turche si affrettò a diramare bollettini in cui invitava i produttori a non svendere il loro prodotto ma di aspettare qualche settimana in modo che i prezzi passassero dalle 11,50 lire turche al valore di 15 lire turche da loro previsto.
La situazione, in effetti, andò esattamente come ipotizzato dall’Organizzazione dei Produttori di Nocciole Turche e, modestamente, come anche noi avevamo previsto e riportato dalle colonne di questo giornale. Il valore di 15 lire turche (per la precisione oggi siamo a 14,60 lire turche per la qualità Giresun) corrisponde, al cambio attuale di 32,3 centesimi di euro, al valore di 9,4 euro per punto resa). Per chi vuole capire come trasformare il prezzo delle nocciole turche (che trovate aggiornato tutti i giorni in tanti siti turchi) in euro vi diamo questa breve formula: prendete il prezzo riportato in lire turche, moltiplicatelo per il tasso di cambio (in questi giorni una lira turca è scambiata a circa 0,323 euro) e il risultato ottenuto moltiplicatelo per 2 (poiché il prezzo turco, per loro convenzione, è sempre riferito a 500 grammi di prodotto sgusciato).
Come mai quindi il mercato nolano/irpino quota le nocciole a 8,4 euro al punto resa, ben un euro al di sotto dell’attuale prezzo turco?
La risposta è semplice ed è contenuta nelle prime righe di questo articolo. In questo momento gli sgusciatori e i commercianti sono ancora pieni delle nocciole “regalate” dai produttori locali dell’agro nolano-irpino nel mese di settembre.
La notizia però, ed è questo quello che farà tremare i polsi, è che anche da ambienti vicino alla Ferrero è giunta notizia che le scorte di inizio stagione si stanno esaurendo e che, pertanto, a breve ci sarà una nuova fortissima richiesta di prodotto che farà letteralmente decollare gli attuali prezzi.
Anche dall’Organizzazione dei Produttori di Nocciole Turche, a cui evidentemente il quadro è molto chiaro, arrivano nuovi bollettini in cui invitano i produttori a non vendere il loro prodotto fino al prezzo di 20 lire turche (corrispondente a circa 13 euro al punto resa).
Riportiamo al riguardo le dichiarazioni di Erim Yaman, dirigente del consiglio della camera dell’agricoltura di Giresun (il territorio con la più alta concentrazione di nocciole al mondo), il quale ha affermato: “Attualmente i prezzi delle nocciole crescono così velocemente che persino noi facciamo fatica a tenere il passo. Se dovesse continuare così, in pochi mesi si potrebbe arrivare fino a 20 lire.
Ad esempio, giovedì (12/11/2015) scorso le nocciole venivano vendute a 14,50 lire; il giorno seguente la cifra si è avvicinata a 15 lire. Nel giro di due giorni l’aumento è stato di quasi 50 centesimi. Si tratta di una salita vertiginosa, e noi siamo molto colpiti considerato che mai ci saremmo aspettati una tale crescita”.
Yaman ricorda il precedente calo dei prezzi, quasi dimezzati nei mesi di agosto e settembre: “Le nocciole arrivate sul mercato sono state tutte vendute. Poiché il prodotto ora manca nei magazzini, lo stesso mercato ne risente, e al momento il mercato stesso si trova in una situazione di stallo: ciò comporta un rapido incremento dei prezzi.”
Yaman continua affermando che il valore di 15 lire e oltre, rappresenta per loro il valore reale della produzione del 2015. “Oggi abbiamo raggiunto la cifra che volevamo e che desideravamo. Le nocciole hanno trovato il loro vero valore. Presumibilmente, fino all’inizio dell’anno prossimo rimarrà stabile questo valore di 14-15 lire. A partire da gennaio riprenderà a muoversi e si arriverà a 20 lire. Nelle nostre aspettative il prezzo salirà fino a venti lire e oltre, così com’è successo lo scorso anno.”
A questo punto quindi è chiaro il risultato che tutte le analisi e le considerazioni determinano: ancora qualche settimana di attesa prima che i magazzini dei commercianti/sguscia tori/sansari si svuotino del tutto e poi riprenderà, incessante, l’accelerata dei prezzi: prima di tutto però, ed è questa la ferita che brucia nei produttori locali, il prezzo dovrà allinearsi all’attuale prezzo turco ovvero di 9,4 euro per punto resa, valore che noi ipotizziamo possa essere raggiunto già entro la fine del mese di novembre.
Un ultima risposta, prima di lasciarci al prossimo aggiornamento, la rivolgiamo ai tanti lettori che ci scrivono preoccupati per le affermazioni di qualche sansaro che, pur di tenere il prezzo basso, genera panico tra i produttori assimilando la situazione del mercato delle noci (il cui prezzo è in completa caduta dopo un favorevole inizio di stagione) a quello del mercato delle nocciole.
Le noci e le nocciole non hanno alcun punto in comune: hanno logiche di mercato totalmente diverse, poiché provengono da mercati (continenti) differenti ed hanno sbocchi commerciali del tutto distinti. Solo il nostro territorio contempla, negli stessi terreni, la coltivazione di entrambe le colture anche se, correttamente, stiamo assistendo a tanti produttori dell’area nolano-irpina che si stanno orientando verso un prodotto piuttosto che l’altro abbandonando l’idea, del tutto perdente e non profittevole, di mantenere vive entrambe le produzioni sugli stessi terreni.