a cura di Pasquale Ercolino.
Il titolo sintetizza meglio di mille parole la situazione che stiamo vivendo: i prezzi stanno aumentando così rapidamente che si fa fatica a starci dietro. In tabella vi mostriamo i prezzi di aprile e di maggio sulle borse turche in modo che possiate voi stessi rendervi conto che, a prescindere dal cambio lira/euro, dalle punte più basse raggiunte a metà aprile, il prezzo di oggi è circa il 20% più alto.
Prima di iniziare la nostra analisi basata, come al solito su numeri e cifre, vi riportiamo alcune segnalazioni giunte in redazione; alcuni intermediari stanno contattando i contadini con una frase che è più o meno sempre la seguente: “sto comprando le nocciole a 260-270 euro al quintale ma se mi vendi le tue ti posso dare anche 300 euro”.
Ma questi signori con chi pensano di avere a che fare? Pensano veramente di parlare con degli stupidi? Non aggiungiamo altro perché simili comportamenti non meritano ulteriori parole se non fosse che stiamo parlando, molto spesso, di nostri concittadini.
Tornando invece a cose serie, dobbiamo chiederci come mai è partito questo trend e quanto durerà. Per noi di Bassairpinia, i fatti erano chiari già da tempo così come vi avevamo già detto; le novità però che dobbiamo aggiungere sono che i flussi di esportazioni delle ultime settimane dalla Turchia verso l’Europa sono di 4-5 mila tonnellate di nocciole a settimana che sono valori altissimi che stanno sorprendendo anche noi poiché sono valori tipici dei mesi di ottobre e novembre dove si concentra il grosso delle vendite; inoltre su alcuni giornali turchi sono apparsi articoli in cui si dice che la Turchia ha aperto nuovi sbocchi commerciali verso la Cina che, proprio in questi mesi, concentra il maggior consumo di nocciole.
Il fatto è che i grossi gruppi industriali sono a corto di prodotto così come ci viene anche riferito da qualche operatore professionale che, durante la fiera Cibus di Parma (ricordiamo essere la più importante fiera alimentare italiana), ha potuto constatare il grosso interesse di player europei che, avendo i magazzini pressoché vuoti, sono alla ricerca di grosse quantità di nocciole.
Purtroppo però se queste sono le notizie positive, ce ne sono altre di negative che dobbiamo riportare. Il mercato turco, esporta prodotto sgusciato di dimensione 11-13 mm (le nostre mortarelle per intenderci) ad un prezzo di circa 7,5 euro.
Come mai allora in Italia siamo a circa 6,10 euro al punto resa? Come mai in Turchia i prezzi sono aumentati del 20% negli ultimi 20 giorni ed in Italia siamo quasi rimasti fermi? La colpa è di un unico soggetto che si chiama: CONTADINO.
E’ colpa dei contadini se oggi la Ferrero ha in mano ingenti migliaia di tonnellate di prodotto italiano che è stato ritirato e il cui prezzo non è stato ancora fissato. E’ colpa dei contadini se la più importante legge di mercato che dice che il prezzo è basato sulla domanda e sull’offerta viene stravolta da questa pratica. Che interesse ha la Ferrero ad alzare i prezzi dovendo, in questo modo, pagare un surplus per un prodotto che ha già lavorato? Logicamente ognuno è libero di fare le proprie scelte; quello che possiamo però dire è che il giorno che i contadini non verranno pagati da coloro a cui avranno affidato le loro nocciole senza prezzo, non avranno la solidarietà di nessuno poiché più che vittime, saranno accusati dal mercato di essere i veri colpevoli della loro sventura.
Sapete come funziona il mercato del senza prezzo? Vi facciamo un esempio in modo da essere più chiari.
Supponiamo che un Contadino X affidi ad un Intermediario Y le sue nocciole senza fissare il prezzo in una fase di mercato il cui il prezzo sia di 300 euro al quintale. L’intermediario Y le rivenderà ricavandone una marginalità del 10% e quindi di 30 euro al quintale.
Supponiamo che dopo un mese, le nocciole vadano a 350 euro al quintale e che il contadino X decida di fissare il prezzo. L’intermediario Y da dove prenderà la parte dei soldi che non aveva ricavato dalla vendita delle nocciole del contadino? Semplice, dato che non può chiedere soldi alla banca (nemmeno la banca Etruria presterebbe soldi agli intermediari delle nocciole), l’intermediario Y deve trovare un altro contadino che gli darà le nocciole senza prezzo e dalla cui vendita tirare fuori i 20 euro che lui aveva perso dalla prima vendita.
Questo tipo di mercato, che per certi aspetti assomiglia al multilevel market, funziona fino a quando nel circuito entrano sempre nuove persone che portano soldi freschi. Quand’è che il meccanismo salta? Dato che, come si può facilmente capire, è un sistema basato sul DEBITO, il meccanismo salta quando gli intermediari non trovano più nuovi contadini che gli affidano il loro prodotto senza prezzo, dalla cui vendita ricavare denaro fresco per saldare le vendite precedenti.
E’ questo uno dei motivi per cui oggi le nocciole vengono scambiate in Turchia sul mercato libero a circa 7,5 euro al chilo avvero a più di un euro di differenza rispetto al prezzo fissato ieri al mercato di Nola.
La Ferrero ha, in giro per l’Italia, contratti per diverse migliaia di tonnellate di prodotto ancora da chiudere e per questo motivo deve in tutti i modi mantenere un livello basso di richiesta per evitare che da qui a fine maggio, paghi il prodotto già ritirato, a dei prezzi troppo elevati.
Pertanto se la Ferrero paga di più le nocciole Turche non è colpa della Ferrero che fa semplicemente i suoi interessi come una qualsiasi azienda privata ma la colpa di ciò è esclusivamente dei contadini Italiani e della Bassa Irpinia che non sono in grado di avere lo stesso atteggiamento compatto che stanno avendo i contadini Turchi i quali, avendo una maggiore consapevolezza di quello che sta accadendo al mercato (la gelata Turca, la cattiva fioritura in Italia, l’assenza di prodotto in Georgia, etc….) stanno usando l’unica orma a loro disposizione ovvero trattenere il prodotto nei loro magazzini.
Chiudiamo con una battuta nei confronti di alcune frasi che circolavano ieri al mercato di Nola tra gli intermediari; qualcuno di essi diceva che l’annata 2016 si aprirà con prezzi di circa 200 euro al quintale per cui consigliavano di vendere sfruttando questa fase rialzista del mercato.
Ma come si possono fare simili affermazioni? E’ mai possibile che degli operatori professionali facciano affermazioni così insensate? Fino a 10 giorni fa gli stessi intermediari ci dicevano che i grossi gruppi industriali avevano già scorte a sufficienza per agganciarsi alla nuova stagione. Se quindi non c’è l’esigenza di coprirsi con nuovo prodotto, perché pagare adesso il prodotto a 300 euro al quintale quando tra 2 mesi lo si potrà comprare a 200 euro al quintale?
Perché gli intermediari non fanno pace con il loro cervello e non la smettono di intimidire il mercato? Anche per questo però i CONTADINI non sono esenti da colpe, gli intermediari fanno semplicemente il loro gioco.