BAIANO. “Obiettivo sulla coesione sociale e sul futuro del territorio” se ne è discusso al circolo culturale l’Inconto

BAIANO. Obiettivo sulla coesione sociale e sul futuro del territorio se ne è discusso al circolo culturale lInconto

“Se siamo in quattro e per recarci a Napoli per lavoro , con gli stessi orari in fabbrica o in ufficio, utilizziamo l’auto personale ciascuno sarà impegnato per una spesa che vale dieci, con il costo complessivo di quaranta ogni giorno; se, però, tutti e quattro, a turno, utilizziamo una sola auto disponibile, la spesa da sostenere si riduce sensibilmente ed equivale ad un quarto di quella da affrontare, qualora ciascuno utilizzasse la propria auto”.

BAIANO. Obiettivo sulla coesione sociale e sul futuro del territorio se ne è discusso al circolo culturale lIncontoIl conto della serva, semplificato, convincente e chiaro, ha “rappresentato” in chiave di sintesi il filo tematico della relazione dipanato da Pellegrino Palmieri, imprenditore attivo nel settore della meccanica di precisione con opificio nell’area industriale di Sperone e impegnato nella vita politica ed amministrativa ad Avella, del cui civico consesso fa parte sui banchi della minoranza per la coalizione del Centrosinistra con capacità di proposte costruttive, ma anche incalzanti per senso critico verso la maggioranza; filo tematico, tracciato nel convegno svoltosi nei locali del Circolo socio-culturale “L’Incontro” e calibrato sulle ragioni politiche, che rendono necessario ed opportuno il passaggio “Dall’Unione alla Fusione dei Comuni del Baianese e dell’Alto Clanio”, nel quadro degli indirizzi comunitari europei e nel ri-disegno complessivo dell’architettura delle Autonomie locali, alla luce della legge Delrio, con l’obiettivo puntato sulla razionalizzazione e sulla ri-qualificazione delle politiche di spesa pubblica, che permettono quelle economie di scala, per le quali le risorse della fiscalità siano in grado di rispondere alla domanda di servizi dei cittadini e delle comunità. E’ il percorso segnato dai contenuti della legislazione Bassanini – frequentemente citati e ancor più spesso disattesi- che si identificano con l’ economicità, l’ efficacia e l’ efficienza della gestione della “cosa pubblica”, in generale – e dei servizi collettivi, in particolare- rendendola virtuosa e funzionale al bene comune.

L’ Unione dei Comuni del Baianese e dell’Alto Clanio, definita nei mesi scorsi, con l’insediamento del Consiglio generale – evidenziava Palmieri– è certamente un utile strumento, che si rapporta soprattutto all’economicità gestionale della spesa, rispetto ai servizi associati da porre in atto; uno strumento politico-amministrativo, che sarebbe stato ben più valido, se fosse stato configurato almeno qualche decennio fa. E, in ogni caso, va considerato un’utile piattaforma, per guardare in prospettiva, delineando l’orizzonte, in cui inscrivere il futuro dell’area sul piano sociale ed economico-produttivo. E’ la prospettiva, i cui tempi- spiegava- sono ormai maturi per approdare alla Municipalità unica dei sei Comuni dell’attuale Unione. E’ un passaggio non più differibile, se si vuole che il territorio non resti relegato in una condizione di ristagno permanente, “aprendolo”, invece, alle politiche di sviluppo possibile, sulla direttrice delle aree già destinate agli insediamenti delle piccole e medie imprese, a Sperone e Avella; aree che non vanno utilizzate solo come siti di delocalizzazione di opifici dai centri urbani, ma come aree che soprattutto devono essere costitutive di un organico disegno di crescita delle realtà aziendali sia quelle esistenti che quelle da attrarre, dando impulso alle attività artigianali.

E’ il disegno organico, che si può tracciare con coerenza, se si ha una visione compiuta del territorio non soltanto sui versanti dell’urbanistica intercomunale, ma anche delle sue potenzialità, ponendo in valore la posizione baricentrica dell’area rispetto agli altri contesti regionali , che fanno riferimento all’area metropolitana di Napoli, all’area casertana e all’area salernitana, in virtù del supporto di un’adeguata rete di collegamenti viari. E’ lo scenario, in cui l’inestimabile patrimonio storico-archeologico e monumentale di Avella costituisce il fattore attrattivo caratterizzante, incastonato nel bel contesto paesaggistico e naturalistico dei Monti Avella e del Parco del Partenio.

Di fatto, la Municipalità unica – espressione di circa 30 mila abitanti- nel connotarsi con una valenza di rappresentanza significativa e di forte caratura negoziale nei rapporti con le altre istituzioni e articolazioni dello Stato, assume una caratura ben credibile e congrua nelle proposte progettuali strutturali e infrastrutturali a reale supporto della coesione sociale del territorio, da far valere in ambito regionale, ma soprattutto in ambito comunitario europeo. Come per dire che la qualità progettuale della Municipalità unica è ben più “recepibile” e recepita che non quella del singolo Comune, con popolazione che non supera i cinque mila abitanti. E’, in particolare, la “logica”, con cui si commisurano le funzioni delle cosiddette Aree vaste, delineate dalle politiche comunitarie di Bruxelles e Strasburgo. E sono proprio le Aree vaste, che aggregano pluralità di Comuni – specie se piccoli e medi- ad assumere lo status di soggetti a cui l’ Unione conferisce la titolarità “piena” sia d’interlocuzione diretta, sia e soprattutto per le proposte progettuali che siano mirate esclusivamente sulla promozione e sulla valorizzazione dei territori nella loro dimensione di omogeneità sul versante dell’identità e delle reali risorse utilizzabili per un armonico sviluppo; proposte progettuali, che, se definite con linearità   nella visione degli interessi territoriali e sociali, sono ammissibili ai finanziamenti della programmazione comunitaria per il 2014 \ 2020, anche e soprattutto nell’ambito di sinergie tra l’intervento pubblico e l’intervento privato. E’ la “ piattaforma “, quella della Municipalità unica, che concorre non solo a potenziare al meglio le funzioni di progettualità che sono conferite all’ Area vasta, ma favorisce la formazione anche delle cospicue economie di scala determinate dall’unicità di funzionamento degli organi elettivi, dell’apparato burocratico con le connesse figure dirigenziali di settore.

LO “STATO” DELL’UNIONE ATTUALE E LA MUNICIPALITA’ UNICA 2.0.  LA PEREQUAZIONE DELLA FISCALITA’ LOCALE

  La Municipalità unica 2.0 prefigurata da Palmieri è la prospettiva che dà compiutezza al discorso politico da elaborare, per dare un profilo di concreto sviluppo sociale ed economico-produttivo all’area; profilo di crescita, che dia certezze di opportunità lavorative alle giovani generazioni, sollecitandone l’interesse a vivere il territorio, senza essere obbligate ad emigrare, come accade, nelle Regioni del Nord o nei Paesi dell’Ue, per avere un’occupazione dignitosa. Era- questo- il punto d’analisi, con cui l’avvocato Marco Santo Alaia, sindaco di Sperone e presidente dell’Unione intercomunale, introduceva il suo intervento. Ma se la Municipalità unica e l’ Area vasta inclusiva, a sua volta, dei sette Comuni dell’ Unione del Vallo di Lauro– disegnata dal Ptr della Campania e dal Ptcp di Avellino, in funzione del Sistema territoriale di sviluppo dell’Alto Clanio- costituiscono l’epilogo di un processo politico irreversibile, nei cui obiettivi Alaia si riconosce, è, tuttavia, necessario fare il “bilancio” dell’ Unione del Baianese e dell’Alto Clanio a pochi mesi dalla sua costituzione ufficiale, con l’insediamento del Consiglio generale.

E’ un “bilancio” ch’è ancora privo dell’assetto burocratico necessario per l’organizzazione degli uffici dell’ Unione, a cui i Comuni hanno conferito, secondo lo Statuto, la programmazione e la gestione associate dei servizi in materia di polizia locale, protezione civile, edilizia scolastica e catasto; servizi “minimi”, in verità, per i quali i singoli Comuni dovrebbero indicare il personale disponibile. Un adempimento da assolvere quanto prima e che, allo stato, è un limite, che, oggettivamente, frena e depotenzia il ruolo dell’Unione che risulta un contenitore senza…contenuti. E nella specificità della situazione in atto, il presidente Alaia  ribadiva il principio- già espresso nel corso dell’insediamento del Consiglio generale dell’Unione– secondo il quale in progressione di tempo, i Comuni sono “chiamati” dalle disposizioni statutarie a conferire all’ Unione le restanti competenze e funzioni esercitate, realizzando di fatto la Municipalità unica. Una progressione che rischia di essere troppo lenta, mentre va accelerata, per non perdere gli appuntamenti con il Por 2014\2016.

Altro importante passaggio il presidente Alaia dedicava alla fiscalità locale, rispetto ai costi dei servizi ancora da associare; servizi, come quello dei rifiuti, che alcuni Comuni programmano e gestiscono in modo virtuoso, con costi contenuti, com’è nel caso del Comune di Baiano fin dagli anni ’90, e tendenzialmente destinati a forti ribassi entro il 2018, con l’adozione della tariffa puntuale, com’è nel caso del Comune di Sperone, che dispone anche di significativi avanzi di bilancio, non utilizzabili per i vincoli del Patto di stabilità, mentre altri Comuni non sono sempre declinano i modelli della…virtuosità. E con queste premesse, per dare corpo alla Municipalità unica diventa necessario porre in essere un percorso di allineamento di fiscalità perequativa in tutte le Municipalità, di cui il principio ispiratore non può che essere quello dell’economicità, coniugato con l’efficienza. E su questo versante si pone il capitolo-acqua, la cui tariffazione per la gestione in economia del Consorzio di “fatto”, a cui afferiscono AvellaBaianoSperone, è largamente contenuta- specie nei primi due Comuni- rispetto alla tariffazione praticata dall’Alto Calore nei Comuni di Mugnano del Cardinale, Quadrelle e Sirignano.

 IL REFERENDUM PER LA FUSIONE DEI COMUNI: IL MODELLO -MONTORO. IL PROTAGONISMO RIFORMISTA DEI CETI AMMINISTRATIVI RESPONSABILI  

Di particolare portata le riflessioni dell’ingegnere Pietro Foglia , già sindaco di Baiano e presidente del Consiglio regionale della Campania, che marcava il protagonismo riformista e riformatore, di cui sono interpreti i ceti politici ed amministrativi che nella Media e nell’Alta Irpinia hanno realizzato nell’arco degli ultimi anni attive Unioni intercomunali, destinate ad approdare alla Municipalità unica; protagonismo responsabile, che si esprime nella Città intercomunale dell’Alta Irpinia – di cui il Comune di Nusco è Ente capofila- già destinataria di importanti e cospicui investimenti comunitari europei, per attuare progetti di valorizzazione territoriale. E’ la linea, in cui si inserisce l’ Area vasta, di cui è fulcro il capoluogo provinciale, Avellino, con 31 Comuni dell’immediato circondario, e formalizzata con la sottoscrizione dello specifico protocollo d’intesa; Area vasta, che sarà aperta ad importanti sinergie con la provincia di Benevento. Ma il vero modello d’interazione istituzionale, esaltando i valori della democrazia rappresentativa – teneva a chiarire Foglia – è quello rappresentato dalla Municipalità unica realizzata con la Città della Valle dell’Irno, unificando i Comuni di Montoro Inferiore e di Montoro Superiore. E’ una realtà, che si è strutturata nel volgere della decorsa consiliatura, attraverso il referendum consultivo, indetto secondo la specifica legge della Regione-Campania ed in funzione delle delibere di richiesta referendaria a palazzo Santa Lucia e approvate dai civici consessi delle preesistenti due Municipalità. E’ una realtà, in cui spicca la filiera di dinamiche aziende agricole, specializzate soprattutto nella produzione tipica della cipolla ramata, con apertura verso i mercati regionali, nazionali e comunitari europei, mentre sul versante puramente amministrativa si fanno registrare importanti riduzioni e contenimenti nella fiscalità locale, a cui si correla una significativa progettazione in linea con gli indirizzi dell’Ue.

Per Foglia il processo che conduca alla Municipalità unica del Baianese e dell’Alto Clanio è la scelta prioritaria per la quale è necessario un fattivo impegno delle civiche amministrazioni e di tutte le espressioni della politica del territorio; e se nell’ambito dell’Unione così com’è configurata dovesse prevalere la modalità dello stop and go, per non cambiare nulla della condizione presente, diventerebbe scelta responsabile ed opportuna interpellare in via referendaria, secondo i crismi della normativa regionale, le comunità cittadine. E la Municipalità unica risulterà del tutto rappresentativa di quelle comunità che vi si riconoscono, nella consapevolezza sociale e politica della sua rilevanza per il futuro dell’area, che passa attraverso il modello dell’ “intercomunalità” proprio in ragione di quello che si sta registrando su tutti i territori della provincia di Avellino, mentre l’area della Città metropolitana di Napoli…è sotto casa, se non in…casa.

Altro elemento di riflessione focalizzato da Foglia – su cui concordavano sia Alaia che Palmieri– era incentrato sul “dimezzamento” della rappresentanza politica nel Parlamento nazionale, conseguente alla nuova mappa dei collegi elettorali, disegnata dall’ ”Italicum”; “dimezzamento”, per il quale Avella e Sperone rientrano nel collegio dell’area nolano-vesuviana-pomiglianese e torrese-stabiese, mentre Baiano, Quadrelle, Sirignano, Mugnano del Cardinale rientrano nel collegio irpino-sannita. Una ripartizione contestata da Foglia, ma che resta un punto di non ritorno della nuova legge elettorale, che, in concreto, riduce ai minimi termini il “peso specifico”  della rappresentanza del territorio nel Parlamento; “ peso specifico”- va detto in aggiunta- che, in realtà, non è stato mai di particolare valenza, a meno che non si intenda dare dignità civica alle pratiche del clientelismo assistenziale. E senza dire che la conquista dei seggi parlamentari con il voto delle “politiche” del 2018 comporterà “lotte” più che aspre tra i partiti e all’interno dei partiti.

 Ed è proprio il “dimezzamento” della rappresentanza, imposto dall’ ”Italicum”- concludeva Foglia – a conferire urgenza attuativa al progetto della coesione intercomunale per la Municipalità unica e per l’approdo all’ Area vasta; un iter dovuto, per rapportarsi al meglio sia con il Por 2014\2020 sia con il Piano di sviluppo rurale, varati dalla Regione-Campania. Due campi d’azione, che richiedono competenze e conoscenze specifiche, ma soprattutto una congrua qualità progettuale. Una tematica- quest’ultima- già inserita nell’agenda degli appuntamenti de “L’Incontro”, con pubblico convegno, tra febbraio e marzo prossimi.