Oramai è storia passata ma solamente 24 ore fa, quanto accaduto in Turchia, poteva avere serie ripercussioni sulla situazione delle nocciole. Il 12 luglio, il Ministero dell’Agricoltura ha diramato il dato di raccolto 2016 pari a 468 mila tonnellate. Questo dato ha scosso l’intero settore in quanto già un dato intorno alle 500 mila tonnellate non avrebbe garantito la copertura dei fabbisogni 2016, figuriamoci quindi un valore ancora più basso.
Fin qui nulla di nuovo rispetto a quanto già detto e ridetto. Le aziende di consumo (Ferrero, Besana, Basile, Santella per citare i nomi delle aziende locali note a tutti i nostri lettori) come hanno reagito a questa notizia?
Fatto fatto una serie di incontri tra di loro per studiare la strategia di difesa che si è tradotta poi in un’unica parola d’ordine: MINIMIZZARE. In altre parole, la strategia decisa (se di strategia si può parlare) è stata la seguente: raccontiamo a tutti che i dati Turchi sono falsi, supportati dal fatto che la Campania, in quest’annata, non avrà gli stessi danni registrati in Turchia; in questo modo quindi potremo comprare le nocciole, da settembre a novembre, a prezzi bassi sfruttando il fatto che un 30% dei contadini vende, per bisogno e/o per ignoranza, a inizio annata, a prescindere dai prezzi praticati.
Successivamente, fatte le scorte dovute, attireremo nella rete gli altri pesci con la tecnica dei 10 euro in più una settimana e 20 euro in meno la settimana successiva. Se volete avere una conferma di quanto scritto, provate ad andare al mercato di Nola già questa domenica e sentirete con le vostre orecchie questa litania ripetuta da tutti i sansari “venduti”.
Probabilmente il gioco in Campania avrebbe potuto funzionare se non fosse stato per il fatto che in Turchia, dopo le dichiarazioni del Ministro, tutta l’opinione Turca si è scagliata contro la Oltan (e quindi contro la Ferrero), accusandoli di averli preso in giro raccontando la storia delle 602 mila tonnellate. E’ oramai opinione comune che la Ferrero fosse a conoscenza di questo dato da marzo scorso ma che volutamente abbia manipolato le informazioni per falsare i dati e imbrogliare il popolo Turco.
Purtroppo però, arrivati alla resa dei conti, la Ferrero è stata messa spalle a muro dalla dichiarazione del governo Turco. La cosa fondamentale quindi è che, a metterla alle corde, non è stata l’opinione pubblica, di cui la Ferrero ha più volte dimostrato di non tenerne conto, ma la politica Turca con l’intervento diretto del Governo. A questo punto quindi il Governo, con la sua previsione, si è messo nella condizione che:
- i prezzi aumentano, tutti sono contenti ed il Governo non ha necessità di intervenire
- i prezzi non aumentano poiché la Ferrero detiene un monopolio del mercato ed allora IL GOVERNO, ATTRAVERSO LA TMO, E’ COSTRETTA AD INTERVENIRE RITIRANDO IL PRODOTTO DAL MERCATO FINO A QUANDO I PREZZI NON RAGGIUNGERANNO IL LIVELLO AUSPICATO.
Pertanto anche la politica Turca, dopo le dichiarazioni del 12 luglio, si è infilata in un collo di bottiglia nel senso che ora si trova nella condizione di dover dare coerenza a quanto detto di fronte all’intero popolo turco (ricordiamo che in Turchia 4 milioni di persone vivono di nocciole) garantendo, in un modo o in un altro, il prezzo minimo di 9 euro al chilo al p.r. così come da lei stessa dichiarato.
Cosa c’entra quindi tutto questo con il golpe di ieri sera? C’entra poiché, se il governo fosse stato spodestato, i contadini Turchi avrebbero perso il loro riferimento politico e tutti possono immaginare come una grossa multinazionale, che già fa affari con il mondo politico (altrimenti non gli avrebbero concesso l’autorizzazione a comprare la Turca Oltan senza intravedere ostacoli alla concorrenza), cosa avrebbe potuto fare con un’organizzazione militare distante dalle esigenze e dal consenso popolare.
Pertanto, come fatto da tutte le cancellerie mondiali, anche noi plaudiamo il fatto che in Turchia si sia ristabilito il governo del presidente Erdogan.
Non sfugge a nessuno che nel contesto attuale di crisi del Medio-Oriente, con i continui attacchi dell’Isis al mondo Occidentale, nessun Paese Europeo (compresi gli Stati Uniti) ha avuto la voglia di affrontare un nuovo focolaio di guerra (in Turcha sarebbe scoppiata una guerra civile) con una serie di conseguenze tutte da decifrare.
Non a caso è bastata la dichiarazione della cancelliere Merkel (seguita a ruota dagli altri capi di governo) a favore del presidente Erdogan, per togliere il fiato ai golpisti e dare spinta al governo uscente di ristabilirsi in carica. Ecco perché stanotte anche le nocciole hanno rischiato di subire un golpe…
Paradossalmente invece, per come è stato sventato il golpe, la posizione del Governo Turco ne è uscita fortemente rafforzata in quanto Erdogan, ieri sera, ha chiesto al suo popolo di intervenire ed il popolo è intervenuto a suo favore e contemporaneamente tutte le Cancellerie del Mondo, che contano, hanno fatto dichiarazioni che lo hanno politicamente ulteriormente legittimato.
Qualcuno in realtà aveva ipotizzato che dal golpe ne potesse derivare un embargo sul modello di quello russo, per cui, in un contesto che vedeva la Turchia isolata, le nocciole italiane sarebbero state le uniche commerciabili nel mondo con prezzi immediatamente alle stelle.
Tornando invece alla situazione dei prezzi, in Turchia, così come in Italia, non esiste un mercato in quanto tutti i venditori si sono ritirati; anche a 7,5 euro al p.r. non si trovano contadini disposti a vendere il loro prodotto.
Negli ultimi 2 giorni i prezzi sono aumentati del 10% e tutti attendono che la campagna 2016 apra almeno a 9 euro al chilo al p.r. La Ferrero che ad Avellino aveva dichiarato la sua riapertura per il 15 settembre, ha prontamente comunicato che il 20 agosto sarà già operativa.
Per cui, dopo il pericolo scampato del golpe in Turchia, speriamo che non ci siano altri fattori a modificare gli equilibri in gioco di questa “calda” estate 2016.