- a cura di Carmen Guerriero
Dopo le proteste per i pericolosi – quanto prevedibili ed inevitabili – assembramenti dei partecipanti alla prova preselettiva del corso di specializzazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità – Anno Accademico 2019/20 verificatisi il mese scorso davanti ai cancelli di ingresso dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ecco che la decisione ministeriale di non rinviare le date del mega-concorso straordinario di queste ore ripresenta la medesima situazione.
Malgrado l’ultimo DPCM del 25 ottobre 2020 contenga precise restrizioni per contenere la grave diffusione pandemica da Covid-19, limitando ogni sorta di spostamento (salvo per comprovate specifiche esigenze) e disponendo la chiusura totale di ogni attività commerciale dopo le 18,00 nonchè delle scuole di ogni ordine e grado, delle piscine, palestre e tutto quanto, in generale, possa causare pericolose occasioni di assembramento di persone, è previsto, però, il libero svolgimento dei concorsi – pubblici e privati, come quello straordinario corrente.
Tenere chiuse le scuole per i ragazzi, sulla scorta della gravità e pericolosità dei contagi in vertiginoso aumento, e, di converso, contemporaneamente aprire allo svolgimento dei concorsi, è una mera contraddizione in termini, perchè espone migliaia di persone al rischio gravissimo e concreto di contagio a causa dello spostamento di massa tra le regioni, inevitabili assembramenti, lunghe code e luoghi a rischio.
Tanto si appalesa come un’incomprensibile contraddizione che crea confusione e mortificazione dei diritti dei cittadini, costituzionalmente garantiti, atteso che demanda l’assunzione del rischio e della responsabilità della tutela della salute unicamente ai cittadini, partecipanti al concorso de qua, chiamati, così, a dover scegliere tra il proprio futuro e la propria salute.
Lesione che si profila ancora più grave per le significative implicazioni legate al pericoloso contesto storico che stiamo vivendo, che trova molti in isolamento domiciliare per Covid o per contatti, o in condizione psicologica o personale di terrore del contagio o in situazioni già, di per sè, delicate e a rischio, per stato di salute cagionevole o di gravidanza, e che, pertanto, per evitare un male ingiusto e notevole come l’occasione di rischio di contagio da Covid-19, si vedranno costretti a rinunciare alla tanto attesa opportunità di sostenere il concorso e, quindi, ad una fondamentale occasione di lavoro certo.
In tali termini, la decisione governativa di confermare il normale svolgimento delle prove concorsuali non soltanto è contradditoria con la linea di restrizioni adottate con l’ultimo DPCM, ma è lesiva non solo del diritto fondamentale dell’individuo alla salute ex art.32, I° comma, della Costituzione ma anche, come diritto sociale fondamentale, ex art. 2 Cost. (“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”) nonchè, ex art 3 Cost. (diritto ad un’esistenza degna), in quanto intimamente connesso al valore della dignità umana.
Sono già partite diffide al Ministero della pubblica Istruzione da parte di privati ma anche ad opera di Associazioni e Movimenti di categoria come DemA, con sede a Napoli, che si è fatta portavoce dell’istanza di tanti per chiedere al Governo ed al Ministro dell’Istruzione “un chiarimento urgente in relazione alla grave situazione in cui si trovano in questo momento i partecipanti al concorso straordinario per la scuola secondaria, costretti a scegliere tra il proprio futuro e la propria salute. A nulla è valso il braccio di ferro delle forze politiche tutte, maggioranza e opposizione, e dei rappresentanti delle categorie ad ottenere un rinvio. In un momento in cui è necessario porre rinnovata e massima attenzione per contrastare la pandemia, insistere per svolgere un mega-concorso mettendo a repentaglio la salute di tante persone pensiamo non sia la strada giusta da perseguire per molteplici ragioni. Tenere chiuse le scuole per i ragazzi e aprirle solo per i concorsi, come per le elezioni settembrine, appare a tantissimi uno schiaffo al buon senso, perché rappresenta anche un pericolo inutile, un dispendio enorme di energie a cui corrisponderanno, peraltro, moltissimi ricorsi a tutela dei diritti di quanti non vi potranno partecipare e a difesa della salute di tutte e tutti in attuazione dell’art.3 della Costituzione”.