I giorni 6, 9 e 10 gennaio 2016 è stata tenuta una protesta contro lo sfruttamento degli animali nei circhi. La questione è stata sollevata dall’ennesimo attendamento di un circo con animali, in questo caso il “Martini Orfei”, presso il Centro Commerciale “Montedoro” di Monteforte Irpino (AV) dal 25/12/2015 al 11/01/2016. Nei tre giorni di protesta che hanno preceduto la partenza del circo, una dozzina di attivisti provenienti soprattutto dall’avellinese si sono avvicendati nella distribuzione di volantini informativi, rivelando al pubblico le reali condizioni di vita degli animali nel circo.
Stranamente, non si è visto il logo di alcuna associazione e per capirne di più è stato intervistato Eduardo Quarta, portavoce dell’evento: <<Questa manifestazione è nata in maniera spontanea ed è espressione del movimento internazionale per la tutela dei diritti degli animali. Noi stessi, promotori e partecipanti, collaboriamo con varie associazioni e ne facciamo anche parte, ma siamo prima di tutto uniti dalla volontà di liberare gli animali dalla schiavitù in cui li abbiamo ridotti. Il nostro è un gruppo di attivisti vegetariani e vegani, non a caso nominato “VEG IN CAMPANIA” e chi desidera conoscerci meglio può trovarci anche su Facebook.>> Compreso chi sono, ai volontari è stato chiesto di spiegare meglio le loro ragioni e proposte: <<Per stravolgere l’istinto di un animale e fargli eseguire “esercizi” innaturali e addirittura pericolosi, è necessario ricorrere alla violenza fisica e psicologica, servendosi di spregevoli mezzi come la fame, la frusta e finanche il pungolo elettrico! Non c’è altro modo. Non meno crudele è la prigionia a vita; proviamo ad immedesimarci. Ingabbiati o incatenati, gli animali del circo impazziscono di tristezza, noia e disperazione. I segnali del loro malessere sono evidenti, basta saperli cogliere: in cattività sviluppano atteggiamenti ‘stereotipati’, come dondolarsi continuamente o girare su se stessi. Noi pensiamo che non ci sia nulla di educativo in tutto questo e che, oltre ad essere un’ingiustizia nei confronti di animali innocenti, il circo sia un insegnamento pericoloso per tutti i bambini che vanno a vederlo. Molti psicologi ci danno ragione: uno show basato sul comando e lo sfruttamento di animali inermi insegna al bambino a ridere di situazioni che dovrebbero invece generare un profondo senso di ingiustizia e indignazione. Anche per questo non possiamo tollerare e condanniamo la scelta dello Stato Italiano di continuare a sovvenzionare i circhi che sfruttano gli animali con cifre elevatissime ricavate ogni anno dal Fondo Unico dello Spettacolo. Sia chiaro che l’unico circo che vogliamo sostenere è quello in cui solo le persone vengono ammirate per le loro capacità artistiche!>> Si, ma cosa farne degli animali del circo? La maggior parte di loro è già nata in cattività e non riuscirebbero a sopravvivere in natura. A questa domanda risponde ancora Eduardo Quarta: <<In Italia ci sono ancora migliaia di animali prigionieri di circhi, zoo e affini. Non possiamo usare la “nascita in cattività” come giustificazione per dare un seguito allo sfruttamento degli animali in condizioni di tale sofferenza. Se è vero che gli animali nati in cattività non sono più in grado di vivere in natura, la nostra proposta è la seguente: vietare anche in Italia l’uso di animali negli spettacoli e affidare gli esemplari attualmente detenuti dai circhi presso centri di recupero specializzati, da cui, quando eventualmente sarà possibile, trasferirli nei grandi santuari dei loro paesi d’origine per continuare a vivere almeno in uno stato di semi-libertà.>> Queste sono le istanze degli attivisti, ma il loro portavoce riferisce di alcune difficoltà riscontrate proprio nell’organizzare la manifestazione a Monteforte Irpino: <<Arroccati nella proprietà del centro commerciale, i circensi si sentono al sicuro: la nostra protesta deve svolgersi sul suolo pubblico, piuttosto lontano dalla biglietteria del circo; ciononostante in passato non sono mancate aggressioni verbali nei nostri confronti. Questa volta la manifestazione si è conclusa come l’avevamo iniziata, ossia pacificamente. Da parte nostra ringraziamo per la loro presenza e collaborazione gli agenti della D.I.G.O.S. e dei Carabinieri. Tuttavia siamo delusi dalla tolleranza che i Comuni usano nei riguardi dei circensi; cosa ci lascia questo circo, quando sarà andato via con il suo seguito di animali schiavizzati?! Un cumulo di manifesti “fuori legge” che degradano l’ambiente urbano e rappresentano un grave danno economico per gli stessi Comuni, i quali non percepiscono né il versamento delle tasse sulle pubbliche affissioni né la riscossione delle doverose sanzioni.>> Spiega ancora Eduardo Quarta, concludendo: <<Si tratta di locandine prive della vidimazione comunale o scaduta, manifesti affissi sulle pertinenze urbane e addirittura frecce che alterano la segnaletica stradale ancora visibili a Monteforte Irpino, Mercogliano, Avellino e Atripalda. Speriamo che in futuro i funzionari pubblici siano più solerti, mentre noi continueremo a batterci per dare voce agli animali e chiedere misure più adeguate al loro benessere.>>