ACERRA – L’Associazione Eidos mercoledì 2 ottobre alle 10:00 presso l’oratorio della Chiesa S. Pietro Apostolo con tutte le scuole di Acerra e poi alle 18.00 presso il Castello Baronale con la cittadinanza, ricorda il 70° anniversario della strage nazista del 2 ottobre 1943, con proie-zione del Film-Documentario “Terra Bruciata” ed un dibattito in serata sulla Resistenza nel Sud Italia.
La manifestazione in collaborazione con gli Istituti Scolastici di Acerra, per l’importanza storica che riveste, si svolge con l’adesione del Presidente della Repubblica e sua Medaglia di rappresentanza e con il patrocinio del MIUR, della Regione Campania, Provincia di Napoli, Comune di Acerra e Diocesi. L’apertura sarà a cura del presidente dell’Associazione Eidos, Luigi montano, seguiranno con la moderazione di Maria Cristina Casoria, vice-presidente di Eidos, interventi del direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Diego Bouchè, del presidente dell’Istituto Campano di Storia della resistenza, Guido D’Agostino, di Gabriella Gribaudi, autrice del film e storica dell’Università degli Studi di Napoli, Federico II, del vescovo Amministratore Apostolico della Diocesi, Giovanni Rinaldi, del direttore del Museo Diocesano, Gennaro Niola, di Aniello Montano, Ordinario di Storia della Filosofia dell’Università degli Studi di Salerno, dell’assessore alle Politiche Scolastiche, Vincenzo Falco, del presidente della Provincia On. Antonio Pentangelo ed del sindaco di Acerra Raffaele Lettieri. Previsti interventi dei docenti, studenti e di un testimone diretto del tragico evento del 2 ottobre 1943.
In questo evento si vuole celebrare, più che le vittime delle atroci razzie compiute dai tedeschi , la libertà. La libertà non è una conquista fatta una volta per sempre , ma va continuamente rinno-vata : è un impegno morale prima che politico, che coinvolge tutti noi nella vita di tutti i giorni.
Ecco cosa successe quel giorno come descritto dalla prof. Gribaudi:
“Scontro con bande italiane ad Acerra. La zona viene completamente distrutta e gli abitanti sterminati.” Questo lo scarno comunicato che ritroviamo nel diario di guerra della divisione tedesca Hermann Goering il 2 ottobre 1943.
I soldati distrussero e incendiarono case e palazzi e uccisero tutti coloro che in-contrarono sulla loro strada: uomini, donne, bambini. La sera si contavano 88 morti. Fu l’ultimo atto di una serie di provocazioni e prepotenze cui gli abitanti avevano osato opporsi con vari mezzi.
Il conflitto era incominciato già all’indomani dell’8 settembre con i saccheggi e le violenze dei soldati che la popolazione aveva contrastato con notevole coraggio. Si erano formate delle vere e proprie bande di combattenti. Il 2 ottobre gli abitanti del centro cittadino costruivano con i carri agricoli delle vere e proprie barricate per impedire l’ingresso ai tedeschi, che il giorno prima avevano incendiato palazzi e razziato gli uomini per la deportazione e il lavoro coatto in Germania. La risposta dei militari della Wehrmacht fu terribile: tre carri armati tigre furono mandati verso il centro per affrontare la popolazione insorta, percorsero tutta la via che oggi viene chiamata corso Resistenza in memoria di quel giorno, cannoneggiarono e incendiarono tutte le abitazioni e uccisero tutte le persone che fuggivano dalle case e che trovavano sulla loro strada”.