Continuano a ritmo serrato in tutta la provincia i controlli del Corpo forestale dello Stato in tema di commercializzazione e raccolta di funghi e tartufi. Le recenti e gravi intossicazioni registrate nell’ultimo periodo in provincia hanno comportato una maggiore prevenzione sul tema, attuata attraverso campagne di sensibilizzazione, come quella svoltasi a Bagnoli Irpino il 18 ottobre scorso in occasione della 37^ edizione della Mostra Mercato del Tartufo Nero, nonché tramite mirati controlli micologici effettuati a tappeto, sia durante la fase di raccolta che quella di vendita.
L’attività di vigilanza posta in essere in ambito provinciale ha interessato un centinaio di controlli, fra raccoglitori e punti vendita ed ha comportato il sequestro/confisca di circa 30 Kg. di funghi e tartufi freschi, con l’elevazione di numerose sanzioni amministrative per un importo complessivo di circa €.5000,00. Le principali violazioni, accertate dal Corpo forestale dello Stato, riguardano la raccolta di funghi, eseguita in totale assenza del previsto tesserino, l’uso di contenitori non idonei, nonché la vendita di funghi freschi in esercizi commerciali non autorizzati e vendita di tartufi freschi in assenza del requisito della rintracciabilità alimentare. In effetti “l’oro nero” della provincia di Avellino, ovvero il tuber mesentericum, meglio conosciuto come tartufo nero di Bagnoli Irpino, spesso viene commercializzato in assenza di idonea documentazione fiscale ed alimentare accertante, a controllo, la legittima provenienza e quindi la rintracciabilità alimentare. Inoltre il Corpo forestale dello Stato ha effettuato, soprattutto presso i mercati comunali, numerosi sequestri di funghi freschi della specie “armillaria mellea” – volgarmente detta “chiodino”, responsabile, su scala nazionale, del 20% delle intossicazioni da funghi, poiché spesso consumato senza adeguata prebollitura. Di fatto, dai controlli effettuati dal Corpo forestale dello Stato in questi giorni, tale specie di funghi è risultata priva sia di certificazione micologica-sanitaria, che di autorizzazione alla vendita. Infatti per commercializzare funghi freschi è necessaria una speciale autorizzazione rilasciata dall’Azienda Sanitaria Locale, non sempre posseduta dai venditori, spesso improvvisati, che in tal modo si ostinano a sottovalutare che, con la commercializzazione dei funghi, spesso si possono causare intossicazioni pericolose ed al limite mortali per gli sprovveduti consumatori acquirenti.