Nel pomeriggio di ieri, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino ha tratto in arresto un insospettabile 51enne, impiegato di banca in una filiale dell’hinterland del capoluogo irpino, responsabile di plurime condotte usuraie.
L’intensa attività d’indagine dei carabinieri, coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino, diretta dal Procuratore Dott. Rosario Cantelmo, parte dalla disperata testimonianza di una vittima e permette di far luce sulla carriera dello stimato impiegato che, tra il 2008 ed il 2014, aveva abbinato alla sua legittima occupazione la criminale attività di usuraio. Elevatissimo il tasso di interesse richiesto: ad un imprenditore che non riusciva a restituire le somme pattuite, stabilì un piano di rientro globale dei prestiti pregressi, prevedendo come mora sul ritardato pagamento una somma giornaliera pari al 594% su base annua. Nella rete dell’usuraio anche la vedova di un medico alla quale l’uomo prospettava un male ingiusto per costringerla a restituire la somma di denaro maggiorata con tassi usurai.
Nel corso dell’attività investigativa emergevano ulteriori responsabilità a carico del medesimo per avere, in più circostanze, esercitato abusivamente attività finanziaria di concessione prestiti.
Grazie alla sua posizione privilegiata, l’uomo veniva a conoscenza delle difficoltà finanziarie di alcuni clienti della banca ai quali, non potendo essi accedere a prestiti bancari per vecchi debiti che non riuscivano a sanare, proponeva prestiti a titolo di “amicizia” con interessi che raggiungevano il tasso usuraio. Tale modus operandi è tipico degli usurai professionisti: dissimulando il fine delle loro azioni, tali individui si propongono quali unici amici delle vittime, quali uniche persone che hanno fiducia in loro, nelle loro attività e nella loro capacità di tirarsi fuori da un periodo di momentanea difficoltà.
Le approfondite indagini e l’accurata analisi effettuata dagli investigatori del Comando Provinciale di Avellino sul materiale sequestrato nell’ufficio e nell’abitazione dell’arrestato, hanno permesso di identificare svariate vittime e raccogliere numerosi elementi di prova per sostenere le accuse.
I sostanziali e inequivocabili elementi di reità a carico dell’impiegato di banca hanno portato il G.I.P. del Tribunale di Avellino ad emettere l’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo, indagato per i reati di usura, aggravata dall’aver agito nella propria attività di impiegato di filiale di banca in danno di cittadini che versavano in stato di bisogno, minaccia ed esercizio abusivo di attività finanziaria.
Un altro delicato caso di violenza di genere che è stato risolto grazie alla sensibilità, alla professionalità ed alla sinergia tra i reparti del Comando Provinciale Carabinieri di Avellino.