Le cifre sono allarmanti. I numeri certificano un genocidio silenzioso che sta facendo soccombere un’intera popolazione tra l’indifferenza colpevole delle istituzioni e delle autorità sanitarie. La Campania è già al di sopra della media nazionale per patologie oncologiche e la città di Napoli, già al centro insieme alla provincia di Caserta, di numerosi studi che la definiscono un laboratorio di cancerogenesi a cielo aperto. Addirittura un gruppo di scienziati ha coniato il neologismo “Biocidio”, termine per definire il disastro ambientale e sanitario in Campania. Non c’è più tempo. La nostra è una terra avvelenata dai rifiuti, qualche secolo fa questa era conosciuta come la “Terra Felix”, che Johann Wolfgang Goethe descriveva nel suo “Viaggio in Italia” nel 1787, una terra fertile come poche altre. Questo spazio che tanti lettori seguono generosamente oggi lo cedo a Gianuario Cioffi, un giovane cittadino di San Felice a Cancello che ha inviato una lettera per mettere a conoscenza il Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin della tragica realtà campana sottoponendo la stessa a una sottoscrizione pubblica che in poco tempo ha già raccolto oltre 30mila firme. E’ un grido di dolore di un 21enne che non ci sta.
Gentile Ministro Lorenzin,
Sono un semplice cittadino di 21 anni, le scrivo come tale, non essendo affiliato ad alcun movimento politico o organizzazione. Come molti miei coetanei in tutta Italia, da Varese a Trapani, studio all’Università (Medicina e Chirurgia), faccio attività fisica, ho degli interessi culturali che coltivo, degli amici, dei genitori che pagano le tasse. Ma nonostante ciò, non sono ESATTAMENTE come i miei coetanei del resto d’Italia, ed il motivo è molto semplice: io vivo a San Felice a Cancello. Come lei di certo saprà, San Felice è l’ulteriore vertice di quel tristemente noto Triangolo della Morte che comprende Nola, Marigliano, Acerra, e paesi limitrofi (come Pomigliano d’Arco, paese già noto per altre problematiche) a cui si aggiunge la Terra dei fuochi a nord di Napoli, e la zona compresa tra Caserta e Maddaloni, dove si trova la cava Cementir. Fin da quando ero piccolo, nella mia famiglia ci saranno stati almeno una decina di casi di tumore, due dei quali sono stati letali, mentre gli altri sono stati fortemente debilitanti fisicamente ed emotivamente. Se Lei venisse qui e interpellasse delle persone a caso a Caserta, Maddaloni, San Felice o Acerra, scoprirebbe che tutti – dico sul serio: TUTTI – hanno avuto un caso di tumore in famiglia. Addirittura, due mie compagne di Liceo hanno perso i loro padri, a causa di un tumore. Sa qual è la cosa più triste? L’abitudine. Noi di questa terra abbiamo a che fare con talmente tanti casi di tumore ogni anno, che ormai non ce ne sorprendiamo più: vediamo a questa malattia come ad una specie di “norma”, ci rattristiamo quando veniamo a sapere di qualcuno che si ammala, ne conosciamo la gravità, ma sappiamo che vivendo qui era quasi inevitabile. Ministro Lorenzin, badi bene: qui non si tratta del solito stereotipo del napoletano fatalista e piagnone, che si rassegna davanti alle difficoltà: nessuno di noi accetta di vivere in questa “normalità”, nessuno di noi accetta di vivere pensando che, da qui ad un anno, potrebbe trovarsi su un letto d’ospedale a sperimentare la fragilità estrema del corpo umano. Ministro della Salute, la prego, ci dia lo strumento per combattere questa battaglia: istituisca il Registro Tumori nella Regione Campania. So che Lei ha dichiarato da poco di voler affrontare la problematica iniziando a studiarne l’epidemiologia, ebbene: ci dovrebbe essere già uno strumento per questo, se non fosse chela Consulta lo dichiarasse illegittimo perché non rientrava nei piani di rientro del deficit sanitario. Ministro Lorenzin, non so cosa pensassero i Giudici della Corte Costituzionale quando hanno emesso questo verdetto; io so solo che mio cugino non ha mai potuto compiere 14 anni. Grazie per aver letto il mio appello al Ministro della Sanità, spero che ora lo sottoscriverai.