Stamattina intorno alle 5,00 c’è stata una esplosione all’interno del carcere di Bellizzi, undici bombolette di gas, quelle usate per i fornellini sono state fatte esplodere nel tentativo di evasione di alcuni detenuti. Durante le operazioni di soccorso una guardia penitenziaria è rimasta ferita, sulla vicenda si indaga.
Eugenio Sarno, Segretario Generale della UILPA Penitenziari aggiunge: “ Le cause dell’esplosione sono ancora tutte da accertare anche se pare farsi strada una pista dolosa, appalesata anche dai Vigili del Fuoco. Le bombolette, infatti, erano state accatastate in prospicienza del muro della cella. Questo, ma è ancora tutto da verificare, potrebbe dar corpo anche all’ipotesi di un clamoroso tentativo di evasione. Attendiamo gli esiti delle indagini per comprendere l’esatta dinamica dei fatti In ogni caso il personale in servizio è prontamente intervenuto per portare in salvo i detenuti e spegnere il principio di incendio. Proprio in questa fase – spiega SARNO – una bomboletta è esplosa procurando lievi ustioni e ferite ad un agente penitenziari che, dopo le prima cure presso l’infermeria del carcere, è stato trasportato in ospedale per ulteriori accertamenti. A lui vanno i nostri sentimenti di vicinanza e gli auguri di immediata guarigione ”
L’uso delle bombolette di gas è ordinario nelle strutture penitenziarie italiane. Esse sono in dotazione ai detenuti per consentire loro la preparazione dei pasti “ Spero che questo episodio non dia la stura a strumentalizzazioni di sorta, come spesso è accaduto quando le bombolette sono state usate per compiere suicidi in cella o usate per inalare gas. Piuttosto occorre chiedersi se non sia il caso di impedire un eccessivo accumulo in cella, ancor più in considerazione che ad Avellino i locali destinati alla preparazione dei pasti sono angusti e ricavati nei locali dei bagni. Purtroppo in quasi la totalità delle strutture penitenziarie italiane – sottolinea amaramente il Segretario Generale della UILPA Penitenziari – i detenuti sono costretti a cucinare laddove vanno ad urinare o defecare. Questo per dire quanto in Italia siamo ancora lontani dal risolvere, in tema di dignità della detenzione, la grave questione penitenziaria.”