Qualche settimana fa vi abbiamo spiegato il fenomeno del deja vu. A volte capita di avere la sensazione di rivivere una situazione e finché si tratta di eventi sporadici non ci sono problemi. Ma le cose cambiano quando quei “flash temporali” durano più di un semplice istante e l’impressione di aver già vissuto un certo evento finisce col durare anche per una giornata intera. Lo sa bene un ventitreenne inglese che, suo malgrado, è diventato la vittima del più strano caso di deja-vu cronico registrato nella storia medica mondiale: da otto anni è intrappolato in un “time loop” che lo costringe a “rivivere” i momenti della sua vita, tutti i giorni. La sensazione di aver già vissuto in passato una particolare esperienza o situazione è diventata così pervasiva nella sua vita, tanto da rendergli snervante qualunque attività. Il giovane avrebbe rinunciato a guardare la televisione, ad ascoltare la radio o a leggere i giornali perché tanto la sensazione è sempre quella: di già visto.
E così ciò che al cinema è stato raccontato sapientemente da Harold Ramis in Groundhog Day (Il Giorno della Marmotta, in italiano Ricomincio Da Capo) con Bill Murray, nella realtà lo troviamo nella vita di questo 23enne. Il caso ha impressionato e incuriosito gli esperti, anche perché il paziente non mostra nessuna delle altre patologie neurologiche associate al deja vu, che in qualche modo potrebbero giustificare il suo stato. Va però detto che in passato il ragazzo ha sofferto di attacchi d’ansia – aspetto in comune con chi ha questo tipo di disturbo – ma non sufficiente a spiegarne l’intensità e il protrarsi negli anni. La dottoressa Christine Wells della Sheffield Hallam University afferma che si tratta del primo caso al mondo di persona sofferente di déjà vu persistenti derivanti dall’ansia. Ad aggravare il disturbo potrebbe essere stato il fatto che il giovane ha assunto LSD prima di abbandonare l’università: “La teoria generale è che ci siano dei neuroni danneggiati nei lobi temporali, il cui compito è quello di occuparsi di raccoglimento di ricordi e familiarità. Una falla in questo processo porta ad interpretare un momento come qualcosa di già esperito”.